Pagine

martedì 22 settembre 2009

I Puritani ed il sesso

I puritani ed il sesso

I Puritani: nient'affatto sessuofobi come si crede!

Di solito, quando si definisce una persona come "puritana" si intende qualcuno che sia molto rigoroso soprattutto al riguardo della sessualità, al limite del sessuofobo. Il vocabolario della lingua italiana, dà, infatti, come uno dei significati di "puritano" la seguente definizione: " improntato a un moralismo intransigente: rigidezza, mentalità puritana, chi è moralista in modo rigoroso e intransigente". I Puritani, però, storicamente, erano ben lungi dall'avere una concezione negativa della sessualità.


In realtà, è il Cattolicesimo, non il Puritanesimo, ad avere sviluppato una tale concezione negativa della sessualità, dichiarando la verginità come superiore al matrimonio. A questo i Puritani rispondono indicando come il matrimonio "è una condizione ... molto più eccellente della condizione della vita singola". Sono stati molti commentatori cattolici-romani ad affermare come i rapporti sessuali siano stati il risultato della Caduta e che non esistessero in Paradiso. I Puritani lo negano decisamente: il matrimonio è stato ordinato da Dio, "e questo non in questo mondo decaduto, ma in paradiso, quel sommamente gioioso giardino di piaceri".

Predicando e scrivendo in un contesto dominato dal Cattolicesimo, la lode che i Puritani fanno del matrimonio è nel contempo l'affermazione della bontà e bellezza dei rapporti sessuali.  Per i Puritani non c'è nulla di "sporco" nei rapporti sessuali, anzi, nessuno di loro parla di essi come di solito se ne scrive in certa letteratura nei termini di "doveri coniugali", "coabitazione" o "atto del matrimonio" o persino "benevolenza dovuta". Gli scritti dei Puritani, senza eccezioni dichiarano la sessualità come buona. William Gouge considera l'unione fisica come "uno degli atti più appropriati ed essenziali del matrimonio". E' opinione di Milton che il testo: "saranno una stessa carne" (Genesi 2:24). era incluso nella Bibbia "per giustificare e rendere legittimi i riti del letto coniugale. Non è vero che non siano necessari o qualcosa di contaminante come affermano alcune sétte filosofiche e religiose antiche, e, più tardi, il Papismo".

William Ames elenca come uno dei doveri del matrimonio: "la comunicazione reciproca dei corpi". 

Tanto strettamente è associata l'idea del matrimonio con il sesso che i Puritani definivano di solito il matrimonio in parte nei termini di unione sessuale. William Perkin definisce il matrimonio come "la legittima congiunzione delle due persone sposate, cioè di un uomo e di una donna in una stessa carne". Un'altra ben nota definizione del matrimonio è: "accoppiare due persone in una stessa carne secondo l'ordinanza di Dio... Aggiogare, unire, accoppiare è inteso non solo  la convivenza di due persone sposate ... ma anche un uniforme accordo di mente ed una comune condivisione del corpo e dei beni".

Il sesso nell'ambito del matrimonio, non solo era legittimo, secondo le concezioni puritane, ma doveva pure essere esuberante. Gouge dice che le coppie sposate dovrebbero praticare il sesso "con buona volontà e delizia, volentieri, prontamente e con gioia". Un Puritano anonimo afferma che quando i due sono fatti uno attraverso il matrimonio essi "possono gioiosamente dare debita benevolenza l'uno all'altra, come due strumenti musicali reciprocamente accordati che producono una dolce e piacevole armonia". Alexander Niccholes teorizza come nel matrimonio "non solo si forma un'amicizia speciale per il conforto della società, ma i due diventano anche compagni nel piacere".

In quest'accettazione del sesso fisico, i Puritani respingono l'ascetismo ed il dualismo fra sacro e profano che aveva governato il pensiero cristiano per troppo tempo. Secondo la concezione puritana, come i Riformatori prima di loro, Dio ha donato il mondo fisico, inclusa la sessualità, per l'umano benessere.

In che nodo, però, nella storia del cristianesimo, si è giunti ad avere un'immagine negativa della sessualità?

Al tempo di Agostino (IV-V secolo) i credenti venivano battezzati nelle chiese nudi di fronte all'intera comunità. Gli antichi romani dormivano nudi e così i monaci nei monasteri. E' solo nel quinto secolo che Benedetto da Norcia, canonizzato santo, scrive nella sua regola che i monaci dovessero a letto indossare qualcosa.

E' nella chiesa medioevale che la chiesa distrugge, in nome del pudore, le antiche opere d'arte greche e romane. Si dice che la chiesa avesse distrutto più opere d'arte dei barbari. Al tempo della Controriforma, il papa Pio IV incarica un artista ad aggiungere delle braghe ai personaggi del Giudizio Universale di Michelangelo. D'altro canto, il Rinascimento (e la Riforma) apre un periodo di rinnovato apprezzamento per i classici in tutte le sue forme.

Nel XVI secolo, Olimpia Morata, ampiamente lodata dai Riformatori suoi contemporanei per la sua conoscenza e pietà, traduce due novelle da uno dei libri più scandalosi ed irriverenti del XIII secolo (il Decamerone di Boccaccio) e cita liberamente dai "poeti dell'amore" Catullo ed Ovidio nelle sue corrispondenze con altri cristiani. In una preghiera che compone in occasione del suo matrimonio, ringrazia Dio per il dono della sessualità come strumento d'armonia fra marito e moglie. Cita il letto coniugale in termini che nessuno oserebbe pronunciare nemmeno oggi in una preghiera pubblica.

Ringrazio Simonetta Carr nel suo blog per aver dato lo spunto a queste riflessioni.

2 commenti:

  1. si molto interessante!
    1 Co.7 : 5 Non privatevi l'uno dell'altro, se non di comune accordo, per un tempo, per dedicarvi alla preghiera; e poi ritornate insieme, perché Satana non vi tenti a motivo della vostra incontinenza.
    Grazie Paolo.

    RispondiElimina