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giovedì 22 ottobre 2009

Umiltà teologica

Credobattismo o pedobattismo? Pre-, post- o amillenialismo? Carismi o cessazionismo? Liturgia oppure culto informale? Uso di strumenti musicali nel culto oppure solo del canto? Su questi e su altri argomenti ho le mie persuasioni, ma apprezzo ciò che ci rammentava il puritano William Perkins che, nella sua opera: "Il combattimento fra la carne e lo Spirito", nel suo "Due trattati" del 1593 scrive:

"Nella mente c'è un doppio combattimento. Il primo è fra la conoscenza della Parola di Dio e l'ignoranza o la cecità naturale. Dato che in questa vita noi conosciamo solo in parte, è inevitabile che la conoscenza della verità sia frammista, in tutto ciò nel quale siamo illuminati, con l'ignoranza. Essendo l'una contraria all'altra, esse lottano per adombrare e prevalere l'una sull'altra.

Da questo possiamo apprendere il motivo per il quale pure eccellenti teologi differiscano su diversi punti della religione. Questo avviene perché, in questo combattimento, la cecità naturale residua prevale in maggiore o in minore misura. Coloro che sono miopi, chiamati a descrivere una cosa lontana, senza occhiali non possono discernere chiaramente e quindi giungono ad opinioni diverse su ciò che vedono. In questa vita anche gli uomini illuminati e rigenerati non possono che vedere le cose che in modo oscuro, come in un antico specchio.

Questo dovrebbe insegnare a tutti coloro che studiano la teologia ad avere una certa prudenza al riguardo delle loro opinioni e nel modo i cui le difendono, dato che anche in coloro che hanno il giudizio più sano rimane una certa qual mescolanza di oscurità ed ignoranza. Certo possono vedere molti punti correttamente, ma come quell'uomo nel vangelo che, quando il Salvatore Gesù Cristo gli aveva in parte aperto gli occhi, vedeva gli uomini camminare non come uomini ma nella forma di alberi (Marco 8:22-26). Questo deve pure insegnare a tutti coloro che leggono le Scritture ad invocare il nome di Dio, e ad implorarlo a che Egli li illumini con il Suo Spirito, e diradi la nebbia della loro ignoranza naturale".

2 commenti:

  1. "L'anima dell'uomo, dice Matthew Arnold, è come uno specchio sospeso ad una cordicella, che si gira ad ogni folata di vento, riflettendo ci... Visualizza altroò che sta di fronte, ma mai più che una piccola parte dell'intero. La grandezza dello specchi varia da persona a persona, ma nessuno è in grado di cogliere completamente il vasto panorama che giace davanti ed attorno a noi. Un gigante dell'intelletto, certo, ha uno specchio più grande, ma anche il più grande è pateticamente piccolo. Fintanto che siamo consapevoli che la nostra visione della verità è parziale, possiamo conservare quell'umiltà di mente che è appropriata alle circostanze. Guai, però, a presumere che la nostra concezione è totale tanto da diventare intellettualmente intolleranti. Una volta persuasi che la nostra idea sia l'unica che abbia senso, la nostra capacità di apprendere muore istantaneamente.... L'unità dei cristiani credo che la si conseguirà solo alla seconda venuta di Cristo. Oggi ci sono troppi fattori che operano contro di essa. un più grande grado di unità, però, potrà essere realizzato quando ci accostiamo alla verità con maggiore umiltà. Nessuno conosce tutto, né un santo, né uno studioso, né un teologo" (A. W. Tozer, 1897-1963, (”Our Imperfect View of Truth,” The Alliance Witness, March 11, 1959, p.2).

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