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giovedì 1 dicembre 2011

La possibilità della teologia

 

Alcuni affermano che sia impossibile conoscere Dio a causa della Sua trascendenza. Altri affermano: “"l'intelligenza non può mai comprendere Dio perché se Dio fosse compreso dall'intelligenza, l'uomo sarebbe Dio. Solo la fede dà accesso ai misteri di Dio”. E’ vero questo? No, in realtà questo ragionamento presuppone le distorsioni della filosofia kantiana. La fede cristiana dice altrimenti.

“Dio è Spirito” (Giovanni 4:24) - Egli trascende l’esistenza spazio-temporale della creatura umana. Come potremmo allora conoscere alcunché di Dio che vada al di là di incerte speculazioni? La Bibbia risponde che è di fatto possibile per la creatura umana avere conoscenza di Dio, perché Dio rivela Sé stesso alla creatura umana.


In primo luogo, la Bibbia insegna che l’universo manifesta la gloria di Dio che l’ha creato. La magnificenza e l’eccellenza del creato è palese testimonianza alla Sua sapienza e potere. “I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annuncia l'opera delle sue mani” (Salmo 19:1-4 [1]). Ciononostante, l’essere umano non percepisce direttamente questa testimonianza, e non ne deduce logicamente informazioni. Come scrive l’apostolo Paolo: “Poiché il mondo non ha conosciuto Dio mediante la propria sapienza, è piaciuto a Dio, nella sua sapienza, di salvare i credenti con la pazzia della predicazione” (1 Corinzi 1:21). Si potrebbe dire che Dio “impedisca” a chi si pone al di fuori della prospettiva di Cristo di giungere a conoscerlo attraverso la propria sapienza.


Quindi, sebbene la testimonianza del creato sia forte ed evidente, l’essere umano non può conseguire conoscenza di Dio dalla semplice osservazione del mondo. Questo non significa che alcuni non possano formarsi il concetto di Dio nella loro mente. Di fatto, la Bibbia insegna che ogni creatura umana “conosce” Dio. Questa conoscenza, però, non proviene dall’osservazione e dall’analisi. L’Apostolo dice che essa è stata impressa, scritta, nel cuore umano, che è una conoscenza innata, congenita (Romani 2:14-15 [2]). La conoscenza innata di Dio nella mente della creatura umana è chiamata “Rivelazione generale”.


Sebbene ogni creatura umana conosca Dio in questo modo, questo non significa che tutti consapevolmente Lo riconoscano. Di fatto, dato che la creatura umana è contaminata dal peccato, essa rifiuta di riconoscere il Dio che conoscono, ma tentano di sopprimere, di soffocare in sé stessi la verità (Romani 1:18-21 [3]). Questa “conoscenza”, però, è indistruttibile ed innegabile, tanto che essa emerge in forma distorta nelle varie religioni, filosofie e principi etici che l’umanità da sempre ha elaborato e coltivato. E’ così che Dio rivela la Sua esistenza, attributi ed alcuni dei Suoi precetti morali, imprimendo questa informazione nella mente delle creature umane. Questa conoscenza è innata e non deriva dal ragionare sulle proprie sensazioni. La creatura umana non deduce da quanto osserva nella natura che ci debba essere un Dio, al contrario, conosce il Dio della Bibbia prima ancora di avere accesso a dati empirici. L’interazione con il creato, incluso l’atto dell’osservazione, stimola la mente umana a richiamare la conoscenza innata di Dio che porta in sé, soffocata dal peccato.


Ogni creatura umana ha una conoscenza innata di Dio, e dovunque guardi la natura glielo rammenta. Ogni pensiero ed esperienza testimonia dell’esistenza ed attributi di Dio. L’evidenza è insopprimibile. Coloro che quindi negano l’esistenza di Dio di fatto soffocano la conoscenza che ne hanno perché ritengono che la cosa sia “più conveniente” alle loro pretese di essere dio a sé stessi. Di fatto “Benché si dichiarino sapienti, sono diventati stolti" (Romani 1:22).

La rivelazione generale dell’esistenza e degli attributi di Dio attraverso il creato, questa conoscenza innata, congenita, rende inescusabili coloro che negano che Egli esista e che cosa Egli sia, e quindi ne risultano giustamente condannabili. Sebbene ognuno abbia una conoscenza innata dell’esistenza e degli attributi di Dio e l’universo serva costantemente a rammentarcelo, la rivelazione generale esclude molte informazioni su Dio e sul creato e, in particolare, non contiene informazioni necessarie alla salvezza dalle conseguenze del peccato, non contiene l’Evangelo.

Dio, così, rivela ciò che ha deciso di insegnarci attraverso una rivelazione verbale, cioè attraverso la Scrittura. In altre parole, Egli ci parla e ci dice ciò che Egli vuole che noi sappiamo. Vi sono, perciò, cose che Egli decide che ci rimangano occulte ed altre che Egli decide di rivelarci ed alle quali noi abbiamo il dovere di attenerci (Deuteronomio 29:29 [4]).


La teologia è possibile perché Dio decide di rivelare Sé stesso attraverso ciò che la Bibbia contiene. Questa è la Sua RIVELAZIONE SPECIALE. Essa contiene informazioni ricche e precise su Dio e tutto ciò che Egli ha deciso che noi dovessimo sapere. E’ dalla Bibbia che otteniamo informazioni su come essere salvati dal peccato e dalle sue conseguenze. E’ dalla Bibbia che giungiamo a conoscere la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù (2 Timoteo 3:14-15 [5]).


E’ possibile per la creatura umana conoscere Dio attraverso la Sua rivelazione perché Dio l’ha fatta a Sua immagine e somiglianza. Esiste così un punto di contatto fra i due nonostante la trascendenza di Dio. Animali ed oggetti inanimati non possono conoscere Dio nel modo in cui lo possiamo noi perché essi non possono ricevere ed elaborare le Sue comunicazioni verbali. Dio ha scelto di rivelarci informazioni attraverso la Bibbia, in parole piuttosto che per immagini o esperienze, ha scelto di dire e non mostrare.

La Sua rivelazione è per sua stessa natura razionale ed intellettuale, non mistica ed empirica. La comunicazione verbale è superiore perché è precisa, accurata ed estesa. Dato che la Bibbia assume questa forma di comunicazione, un degno sistema di teologia deve derivare, dedurre, necessariamente dalle affermazioni della Bibbia, e non da una base non-verbale come sensazioni ed esperienze, oppure su costruzioni irrazionali.

Lo scetticismo è la posizione che presume che la conoscenza sia impossibile, ma si tratta di una contraddizione in termini, dato che sostiene che possiamo sapere che non possiamo sapere.

La Bibbia è l’autorità ultima del sistema di pensiero cristiano, il nostro principio primo, punto di partenza, il fondamento del nostro pensiero. Da questo principio primo il teologo costruisce un sistema comprensivo di pensiero. Nella misura in cui il suo ragionamento è corretto, ogni parte del sistema è dedotto per necessità logica dal principio primo infallibile. Dato che la Bibbia è rivelazione verbale di Dio, del Dio che esige il nostro culto e comanda la nostra coscienza, un sistema di teologia dedotto validamente dalla rivelazione è autorevole e vincolante. Nella misura in cui presenta accuratamente ciò che la Scrittura insegna, esso rappresenta ciò che i cristiani hanno promesso di credere e tutti dovrebbero credere, perché rappresenta verità universali ed oggettive che Dio ha rivelato.



[1] “I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annuncia l'opera delle sue mani. Un giorno rivolge parole all'altro, una notte comunica conoscenza all'altra. Non hanno favella, né parole; la loro voce non s'odema il loro suono si diffonde per tutta la terra, i loro accenti giungono fino all'estremità del mondo” (Salmo 19:1-4).
[2] “Infatti quando degli stranieri, che non hanno legge, adempiono per natura le cose richieste dalla legge, essi, che non hanno legge, sono legge a se stessi; essi dimostrano che quanto la legge comanda è scritto nei loro cuori, perché la loro coscienza ne rende testimonianza e i loro pensieri si accusano o anche si scusano a vicenda” (Romani 2:14-15).
[3] "L'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con l'ingiustizia; poiché quel che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, avendolo Dio manifestato loro; infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo essendo percepite per mezzo delle opere sue; perciò essi sono inescusabili, perché, pur avendo conosciuto Dio, non l'hanno glorificato come Dio, né l'hanno ringraziato; ma si sono dati a vani ragionamenti e il loro cuore privo d'intelligenza si è ottenebrato" (Romani 1:18-21).
[4] “Le cose occulte appartengono al SIGNORE nostro Dio, ma le cose rivelate sono per noi e per i nostri figli per sempre, perché mettiamo in pratica tutte le parole di questa legge” (Deuteronomio 29:29).
[5]Tu, invece, persevera nelle cose che hai imparate e di cui hai acquistato la certezza, sapendo da chi le hai imparate, e che fin da bambino hai avuto conoscenza delle sacre Scritture, le quali possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù” (2 Timoteo 3:14-15).

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