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"Egli renderà a ciascuno secondo le sue opere: vita eterna a quelli che con perseveranza nel fare il bene cercano gloria, onore e immortalità; ma ira e indignazione a quelli che, per spirito di contesa, invece di ubbidire alla verità ubbidiscono all'ingiustizia" (Romani 2:6-8).
Certamente è legittimo "cercare onore, gloria ed immortalità" perché è la Parola stessa che lo considera cosa lodevole e che sarà ricompensata da Dio.
In ogni caso, bisogna intendersi sul significato delle parole. Un versetto come Romani 2:7 non va ovviamente isolato dal suo contesto immediato, e soprattutto va sempre inquadrato nella teologia del Nuovo Testamento, perché preso solo così come sta potrebbe portare a fraintendimenti, a idee in contraddizione con il resto delle Scritture. Per ogni concetto che troviamo nella versione italiana delle Scritture bisogna chiedersi quale sia il suo significato originario. Che cosa si intende qui per "opere"? Che cos'è la "vita eterna"? Che cosa vuol dire "fare il bene"? Che cosa vuol dire "cercare gloria ecc.".
1) Il verbo cercare in questo contesto e nella lingua originale è un concetto influenzato dalla cultura ebraica ed ha a che fare con il rendere culto a Dio. Quindi, qui, non è assolutamente un concetto egoistico, come se chi "cerca" aspirasse a vantaggi personali, almeno non in prima istanza. Qui "cercare" è essenzialmente un cercare Dio e ad essere in comunione con Lui, "aspirare alle cose di lassù", aspirare che la propria vita onori Dio per rendergli il culto che Gli è dovuto e che essa sia coinvolta in tutto ciò che Dio è. Questo nella consapevolezza che possiamo essere veramente realizzati come creature umane solo in comunione con Lui.
"Io non ho parlato in segreto in qualche luogo tenebroso della terra; io non ho detto alla discendenza di Giacobbe: 'Cercatemi invano!' Io, il SIGNORE, parlo con giustizia, dichiaro le cose che sono rette" (Isaia 45:19); "Perché così dice il SIGNORE alla casa d'Israele: Cercatemi e vivrete" (Amos 5:4).
2) In secondo luogo, nell'ambito del messaggio del Nuovo Testamento, di fatto nessuno cerca realmente Dio perché tutti siamo, a causa del peccato che corrompe ogni nostra facoltà, incurvati su noi stessi. Per "l'uomo naturale" tutto dev'essere al suo servizio e a suo vantaggio, persino Dio. Chi davvero cerca la gloria e l'onore di Dio anche a discapito di sé stessi perché Dio è più importante di noi stessi?
"...com'è scritto: «Non c'è nessun giusto, neppure uno. Non c'è nessuno che capisca, non c'è nessuno che cerchi Dio. Tutti si sono sviati, tutti quanti si sono corrotti. Non c'è nessuno che pratichi la bontà, no, neppure uno»" (Romani 3:10-12).
3) Cerca veramente Dio solo chi è stato, per così dire, "sensibilizzato" da Dio stesso, rigenerato spiritualmente dalla grazia di Dio. L' "uomo incurvato" viene "raddrizzato" da Dio e ...dal contemplare il proprio ombelico ora alza il capo e "guarda in alto!". Solo una persona rigenerata spiritualmente dalla grazia di Dio di fatto "cerca le cose di lassù" e sarà "rimunerata", troverà quello a cui aspira.
"Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio" (Colossesi 3:1). "Gesù gli rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio»" (Giovanni 3:3).
4) Ecco quindi che è la persona rigenerata, "raddrizzata" da Dio che desidera operare ciò che a Dio è gradito; che aspira alla "vita eterna", cioè ad una vita significativa e di valore durevole; che "fa il bene" (vale a dire ciò che Dio considera buono, rispondente alla Sua volontà); e tutto questo non in modo episodico ma "perseverante", come la passione dominante di tutta la sua esistenza.
"Il ladro non viene se non per rubare, ammazzare e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza" (Giovanni 10:10).
5) Quindi, "gloria, onore ed immortalità" possono essere intesi come sinonimi di Dio stesso. "Cerco Te, Signore. Desidero 'immergermi' in Te e trovare in Te in mio tutto".
"Sono stretto da due lati: da una parte ho il desiderio di partire e di essere con Cristo, perché è molto meglio" (Filippesi 1:23).
La persona che si pone in questa prospettiva sarà indubbiamente "retribuita". Visto che nessuno "nasce" con questi sentimenti, se Dio ce li ha posti nel cuore, dobbiamo chiedergli di entrare in questa prospettiva e camminare in essa, ripromettendoci, con il Suo aiuto, di abbandonare tutto ciò che in questo mondo ingannevolmente ci seduce e ci vorrebbe trascinare via da questo cammino.
"Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio. Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra" (Colossesi 3:1-2);
Spero così di averti risposto. La tua risposta a questo mi permetterà di precisare magari meglio questi concetti.
Cari saluti, Paolo
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