72. D. Che cos'è la fede giustificante?
R. La fede giustificante è una grazia salvifica, operata nel cuore di un peccatore dallo Spirito e dalla Parola di Dio, per la quale egli, ai fini della salvezza, essendo convinto del suo peccato e miseria, come pure dell'incapacità da sé stesso e di ogni altra creatura di tirarlo fuori della sua condizione di perdizione, non solo dà il suo assenso alla verità della promessa dell'Evangelo, ma accoglie il Cristo che vi è presentato e la Sua giustizia, trovando il suo riposo in Lui, per il perdono dei suoi peccati e per la sua accoglienza e considerazione della sua persona come giusta agli occhi di Dio. (Catechismo maggiore di Westminster, D/R 72).I "titoli di merito" sono i requisiti necessari per poter accedere ad una scuola, ad una professione, a privilegi, ad un ambiente esclusivo, a particolari associazioni, agli "ambienti che contano", ad un Ordine, ecc. Si tratta generalmente di competenze certificate, di elevata condizione economica e sociale, di tratti che rendono eccellenti o superiori rispetto agli altri sulla base di criteri riconosciuti di carattere morale, culturale, economico, oppure anche sulla base del proprio rapporto con "persone che contano" (da cui il concetto di "raccomandazione"). Possono costituire "titoli di merito" atti di valore, di eroismo, di beneficenza, realizzazione di imprese, possesso di beni, l'aver frequentato una particolare scuola, o, appunto, il rapporto con persone importanti. Da tutto questo nasce anche l'espressione "vantare titoli di merito".
Questo concetto è stato usato non solo per quanto riguarda la società umana, ma anche per indicare ciò che può guadagnarci l'accesso alla presenza ed al favore della gloriosa maestà e santità di Dio. Valgono, in questo campo, i "titoli di merito"? Certo, ma solo quelli che Egli stesso, Dio, stabilisce come tali, non quelli che noi supponiamo essere tali oppure riteniamo illusoriamente di conseguire da noi stessi. Nelle Scritture, i "titoli di merito" sono chiamati "giustizia".
Saulo da Tarso, che sarebbe poi divenuto apostolo del Cristo, vantava molti "titoli di merito" nella sua società, come pure credeva di averne rispetto a Dio. Ciononostante, giunge nella sua vita al punto di dire:
"Ciò che per me era un guadagno, l'ho considerato come un danno, a causa di Cristo. Anzi, a dire il vero, ritengo che ogni cosa sia un danno di fronte all'eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho rinunciato a tutto; io considero queste cose come tanta spazzatura al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui non con una giustizia mia, derivante dalla legge, ma con quella che si ha mediante la fede in Cristo: la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede" (Filippesi 3:7-10).Dopo aver conosciuto Gesù Cristo ed il messaggio dell'Evangelo, Paolo non sono rinuncia a tutti i suoi vantati titoli di merito, ma li considera "come tanta spazzatura". Egli riconosce la propria indegnità, inadeguatezza e miseria morale e spirituale confessando che l'unico "titolo di merito" o "giustizia" di cui lui e chiunque altro ha bisogno per poter accedere al favore ed alla presenza di Dio, e quindi alla salvezza, sono quelli che appartengono a Cristo e che gli sono accreditati mediante la fede in Lui.
Questa fede, attraverso la quale Dio conferisce la giustizia di cui noi abbiamo bisogno per poter accedere alla comunione salvifica con Lui, è chiamata "fede giustificante". Essa è definita nella risposta alla domanda 72 del Catechismo.
1. La "fede giustificante" in Cristo è una grazia salvifica, vale a dire un atto di clemenza che Dio, nelle Sue sovrane prerogative conferisce a chi Egli ritiene opportuno. Essa è "la fede per ottenere la vita"(Ebrei 10:39).
2. La "fede giustificante" è qualcosa che Dio opera nel cuore di un peccatore mediante il Suo Santo Spirito e la Sua Parola. Non si tratta di qualcosa che noi si possa da noi stessi generare, essendo le nostre capacità guastate dal peccato. "...perché siete stati rigenerati non da seme corruttibile, ma incorruttibile, cioè mediante la parola vivente e permanente di Dio" (1 Pietro 1:23).
3. Alla "fede giustificante" in Cristo precede la profonda persuasione dei nostri peccati, miseria e condanna a causa di essi. Dobbiamo, cioè, disperare del tutto di noi stessi rinunciando a qualsiasi illusione su noi stessi o sulle nostre capacità, accogliendo senza riserve ciò che le Sacre Scritture dicono della radicalità del nostro peccato e sulla nostra giusta condanna. Questa persuasione è pure generata dallo Spirito Santo quando Egli ci espone alla rivelazione biblica. Confrontandoci con ciò che la Legge di Dio esige da noi, ci vediamo colpevoli e condannati. "Quando sarà venuto, convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. Quanto al peccato, perché non credono in me" (Giovanni 16:8-9)
4. Alla "fede giustificante" in Cristo precede la consapevolezza che da noi stessi, a causa dei nostri peccati, non saremo mai in grado di conseguire i necessari "titoli di merito" per accedere alla salvezza. "Difatti, io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene; poiché in me si trova il volere, ma il modo di compiere il bene, no" (Romani 7:18).
5. Alla "fede giustificante" in Cristo precede la consapevolezza che nessun altro che Cristo potrà tirarci fuori dalla nostra condizione di perdizione. Nessuna creatura, per quanto elevata, può esserci d'alcuna utilità perché noi conseguiamo i necessari titoli di merito di cui abbiamo bisogno (nel contesto del Cattolicesimo romano, "nessun santo e nessuna madonna"). Le "raccomandazioni" in questo campo non servono a nulla. "In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati" (Atti 4:12).
6. La "fede giustificante" non vuol dire solo dare il nostro assenso alle verità espresse dall'Evangelo, ma accogliere nella nostra vita Gesù Cristo come nostro unico Salvatore e Signore e la Sua giustizia, trovando in Lui il nostro riposo. Nel rinunciare a tutto ciò che noi si possa accampare in noi stessi o fuori da noi, siamo chiamati ad abbandonarci totalmente alla Persona ed opera di Gesù Cristo come nostro Salvatore e Signore, così come ci è presentato dalle Sacre Scritture.
La "fede giustificante" è dunque lo strumento, operato in noi da Dio, attraverso il quale ci viene accreditato l'unico "titolo di merito" (necessario e pienamente sufficiente davanti a Dio) per la nostra salvezza: la Sua giustizia, Non è quindi qualcosa che noi possediamo, ma che Cristo possiede e che per grazia diventa nostro. In questo soltanto troviamo il perdono dei nostri peccati, la nostra accoglienza presso Dio e il titolo di "persone giuste", che è soltanto dono di Dio in Cristo Gesù. "Di lui attestano tutti i profeti che chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati mediante il suo nome»" (Atti 10:43).
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