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sabato 5 gennaio 2013

La certezza della propria salvezza (continuazione)

Continua la diligente trascrizione e mio commento del Catechismo Maggiore di Westminster. Siamo giunti alle D/R che trattano della certezza del credente di essere salvato ed in stato di grazia.

La domanda 81 si chiede: Tutti i credenti sono sempre sicuri del loro essere attualmente in stato di grazia e che saranno salvati? Ad essa risponde: "la certezza della grazia e della salvezza non fanno parte dell'essenza della fede. I veri credenti possono aspettare a lungo prima di ottenerla. Persino dopo averla goduta essa può essere indebolita ed intermittente, a causa di cambiamenti d'umore, tentazioni e infedeltà. Ciononostante, essi non sono mai lasciati privi della presenza e del sostegno dello Spirito di Dio che non permette loro di cadere nella disperazione completa".

Vera fede salvifica in Cristo può esistere senza che il credente abbia in sé stesso la certezza interiore oltre ad ogni dubbio della sua salvezza. Questa certezza, infatti, dipende da tanti fattori e può variare in dipendenza dalle circostanze in cui vive e che influiscono sui suoi sentimenti. I sentimenti soggettivi al riguardo non sono determinanti. Determinanti sono le dichiarazioni oggettive della Parola di Dio e le evidenze.

Vi sono alcuni cristiani che ricevono la grazia della certezza immediatamente dopo aver creduto in Cristo per la prima volta come loro Salvatore. Questo è spesso il caso di coloro che sono stati convertiti a Cristo in maniera istantanea, o che sono passati, prima di giungere a Cristo, per intense lotte spirituali. Il riformatore Giovanni Calvino, che era stato improvvisamente convertito, ne è un esempio. La maggior parte dei cristiani, però, fanno esperienza di una conversione più graduale, e possono avere vera fede salvifica anche per lungo tempo prima che possiedano piena certezza in sé stessi della loro salvezza, In ogni caso è possibile giungere alla piena certezza della propria salvezza, ed ogni cristiano che faccia fedelmente uso dei mezzi della grazia stabiliti e pazientemente attende che Dio operi in lui, può ottenere questa certezza ed alla fine l'otterrà.

La certezza della propria salvezza può temporaneamente andare perduta, essere "indebolita oppure intermittente" per svariate cause, incluse le tentazioni, i suoi propri peccati, e le dispensazioni provvidenziali di Dio. Questo non solo è l'insegnamento della Bibbia (ad esempio Salmi 32; 143:;1-7; 2 Corinzi 7:5), ma esperienza comune del popolo cristiano. Per avere una consapevolezza immutabile e senza ombre della presenza e benedizioni di Dio, dovremo infatti aspettare di raggiungere il Cielo, perché una tale sicurezza non esiste sulla terra. La certezza della propria salvezza non è una quantità costante ed immutabile; è autentica, ma ha i suoi alti e bassi.

La consapevolezza della presenza e del favore di Dio, però, non può andare mai completamente perduta in un cristiano autentico. Se la consapevolezza della presenza e favore di Dio potesse essere interamente perduta, il credente potrebbe solo affondare nella totale disperazione. Attraverso tutte le esperienze della vita, però, il credente autentico non è mai lasciato privo della presenza e del sostegno dello Spirito di Dio, perché lo preserverà dalla disperazione.

Ogni cristiano dovrebbe diligentemente cercare di raggiungere una consapevolezza forte e chiara della sua salvezza (e dopo averla raggiunta, conservarla) attraverso un uso fedele e coscienzioso dei mezzi della grazia, "frequentando" Dio nella Parola, nei sacramenti e nella preghiera. Non dovremmo però scoraggiarci se non possediamo piena certezza della salvezza dopo aver riposto in Cristo la nostra fede, ma dovremmo esercitare la nostra pazienza e aspettare che Dio ci dia a suo tempo questa certezza.

Vedi qui i collegamenti ed i testi biblici.






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