Da lungo tempo esiste un movimento autonomista di liberazione che sta avendo considerevole successo. Libertà ed autonomia sono indubbiamente valori importanti da sostenere per tanti popoli e culture soppressi e sfruttati, e spesso molti non comprendono che si tratta di cause importanti.
Esiste però un movimento indipendentista ed una lotta di liberazione dal carattere assolutamente iniquo e perverso: è quello espresso dal seguente manifesto che riporto per intero. La sua altrettanto assoluta “sfacciataggine”, però, non deve trarre in inganno, come se si trattasse di un movimento di estremisti soltanto, perché i suoi principi, in tutto o in parte, sono molto diffusi, anche in luoghi dove non ce lo aspetteremmo. Essi, infatti, si celano dietro manifestazioni che possono apparire plausibili e condivisibili, ma la cui carica sovversiva è immutata: sono solo ben camuffati. Non si tratta, inoltre, solo di un fenomeno solo moderno (anche se oggi può godere di maggiore impunità) perché accompagna e, direi, caratterizza la storia dell’umanità.
Manifesto del Movimento di liberazione da Dio e dalla sua legge
Affermiamo e lottiamo per i nostri diritti di essere dio e legge a noi stessi, in particolare:
1) Il diritto ad avere tutte le divinità che vogliamo o non averne nessuna. Tutte le religioni o non religioni sono uguali e sono finalizzate unicamente al nostro vantaggio e profitto, che perseguiamo nel modo che ci sembra più conveniente ed efficace.
2) Il diritto a rappresentarci le divinità e ad adorarle come vogliamo. Ogni rappresentazione artistica divinizzata è di beneficio alla nostro benessere psicologico e sociale. Se diciamo di essere cristiani rivendichiamo il diritto ad adorare Dio nel modo in cui noi riteniamo più opportuno.
3) Il diritto ad insultare liberamente Dio e la religione. Questo ha una sana funzione liberatoria da ogni imposizione.
4) Il diritto a lavorare e a far festa quando più ci garba. Essendo il profitto il valore più importante, il commercio non deve essere sottoposto ad alcuna restrizione. Affermiamo il diritto a divertirci quando più ci piace e come ci piace.
5) Il diritto a disonorare ed abbandonare i nostri genitori, anzi a sopprimere loro e gli anziani in genere (sottraendo loro il nutrimento e le cure mediche) quando non sono più convenienti. Il diritto a pervertire il concetto stesso di genitorialità confondendo i generi e i ruoli. Il diritto a ribellarci a qualsiasi autorità anche legittima quando la cosa ci conviene.
6) Il diritto a disporre della vita nostra ed altrui come ci sembra più opportuno, in virtù del diritto del più forte a prevalere e prosperare. Questo diritto è insito nell’evoluzionismo che di tutto cuore noi abbracciamo.
7) Il diritto a sedurre e conquistare il partner altrui. Nulla deve opporsi al soddisfacimento dei nostri bisogni e desideri. Il diritto di far uso della sessualità secondo le nostre inclinazioni e per il nostro piacere, il che definisce il nostro concetto stesso di amore.
8) Il diritto ad impossessarci di ciò che appartiene ad altri relativizzando il concetto stesso di proprietà privata. Il diritto dello Stato di depredare i beni dei cittadini affermando il concetto di “bene comune”.
9) Il diritto a mentire ed ingannare, in virtù del principio che il fine giustifica i mezzi.
10) Il diritto a concupire beni, persone, servizi che appartengono ad altri.
L’origine di questo documento? Beh, si sono fatte le ipotesi più varie: Machiavelli, Casanova, Nietsche, il marchese De Sade, Aleister Crowley, i satanisti… Volete aggiungervi anche Adolf Hitler? Indubbiamente questi ed altri personaggi simili presentano caratteri comuni, ma sono tutte manifestazioni di un unico “movimento” partito molto da lontano.
Questa origine è rivelata da Gesù stesso quando smaschera e denuncia persone che, sotto l’apparenza della religione, in realtà dimostrano di essere nemici di Dio e, con menzogne e abili stratagemmi, stavano tramando per liberarsi di Lui. Senza tanti preliminari Egli dice loro: "Voi siete figli del diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c'è verità in lui. Quando dice il falso, parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre della menzogna" (Giovanni 8:44). Gesù fa risalire così la fondamentale immoralità di queste persone a colui che il libro dell’Apocalisse chiama: "il serpente antico, cioè il diavolo, Satana" (Apocalisse 20:2). Gesù richiama così l’attenzione al primo libro della Bibbia, là dove il diavolo riesce a sedurre, lusingandoli, i nostri progenitori proponendo loro, con la menzogna, non solo una improbabile “autonomia da Dio” ma anche la possibilità di essere “come Dio”, vale a dire la prerogativa di essere dio di per sé stessi. E’ una proposta accolta che si ripete a tutt’oggi. Vale la pena di rileggere questo racconto:
"Il serpente era il più astuto di tutti gli animali dei campi che Dio il SIGNORE aveva fatti. Esso disse alla donna: «Come! Dio vi ha detto di non mangiare da nessun albero del giardino?» La donna rispose al serpente: «Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; ma del frutto dell'albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: "Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete"». Il serpente disse alla donna: «No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male». La donna osservò che l'albero era buono per nutrirsi, che era bello da vedere e che l'albero era desiderabile per acquistare conoscenza; prese del frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito, che era con lei, ed egli ne mangiò" (Genesi 3:1-6).
La pretesa di autonomia da Dio e di essere legge a noi stessi disattendendo l’ordinamento creazionale (così com’è stato rivelato) e supponendo di “guadagnarci”, è diventato così un “movimento” che percorre tutta la nostra storia. Nonostante la cieca ostinazione umana, questa “autonomia” rimane la nostra rovina. Esso fa di tutti noi una razza maledetta e condannata. Infatti, proprio come Dio aveva minacciato (e si è avverato), la morte caratterizza tutta la nostra esistenza, sotto ogni aspetto.
Le manifestazioni di questa “autonomia”, “libertà” e supponenza di saperla più lunga di Dio stesso, sono multiformi e di diversa relativa gravità. Possono prendere l’aspetto di un “manifesto” di aperta ribellione a Dio ed a tutti i Suoi comandamenti, ma questa fondamentale ribellione può manifestarsi anche in modo parziale e persino sotto l’apparenza della religione e del cristianesimo stesso, come appare nella denuncia che Gesù fa della perversione morale e religiosa dell’establishment dell’Israele del Suo tempo.
È superfluo, quindi, cercare l’origine di questo documento in quanto tale, perché di fatto, in tutto o in parte esso è proclamato dovunque nel nostro mondo, persino nelle chiese che dovrebbero testimoniare fedeltà a Dio ed a tutti i Suoi comandamenti - volontà che Egli ci ha rivelato con chiarezza.
Dichiaratamente oggi in difesa dei “diritti umani” sono, per esempio, quelle chiese che si vantano di essere moderne e “liberali”.
Dopo aver relativizzato, infatti, la Bibbia (da sempre considerata Parola di Dio da tutto il Suo popolo nel corso dei secoli) essa predica (e qui passiamo in rassegna i comandamenti stessi) l’ecumenismo delle religioni (come se fossero tutte uguali ed adorassero lo stesso Dio). Di fatto le religioni vengono intese come uno strumento non finalizzato ad adorare Dio, ma a “migliorare la condizione umana”, e quindi a nostro servizio, uso e consumo. Il culto di Dio viene lasciato all’arbitrio umano (come se potessimo adorare Dio come ci sembra più opportuno). Persino la “bestemmia” oggi diventa cosa raffinata quando persino dei “teologi” infangano il nome di Dio e quanto ha rivelato pubblicando libri “provocatori” e a loro dire “liberanti”. Che dire poi del giorno che Dio ha riservato al culto, giorno che viene disonorato in molti modi. Che dire della promozione che essi fanno del “diritto alla buona morte”, quando ritengono, con l’eutanasia, che noi abbiamo il diritto di disporre della nostra vita e questo predicano come “vangelo” Che dire della perversione dell’istituzione della famiglia come quella di un uomo e di una donna, quando si “benedicono” coppie di persone dello stesso sesso e si ammette che possano adottare dei bambini come propri? Così pervertono i comandamenti di Dio in nome di un non meglio qualificato “amore”. Che dire quando “predicano” il diritto all’aborto, a sopprimere la vita che è stata concepita, oppure si accoglie e si “predica” l’abominevole filosofia evoluzionista? Che dire quando si tollera e si “predica” la libertà in campo sessuale di seguire le nostre inclinazioni (peccaminose) e “preferenze” contro l’ordinamento stabilito da Dio? Che dire quando quelle stesse chiese giustificano che lo stato derubi i cittadini del frutto del loro lavoro per servire un “bene comune” al quale tutti dovrebbero piegarsi, oppure che quello stesso Stato possa insegnare ai nostri figli una filosofia della vita laicista, diametralmente opposta alla nostra? Che dire quando si pratica, in quegli stessi ambienti la dottrina del fine che giustificherebbe i mezzi? La “grazia” a buon mercato viene poi usata per giustificare tutto e tutti, immaginandoci un Dio che tutti accoglierebbe e nessuno condanna? Non è forse questo il “Dio” che più pensiamo farci comodo. Tutto questo e altro ancora è “ateismo dal pulpito” sotto le mentite spoglie di religione.
In che modo, poi, si disattende la legge creazionale di Dio in altri tipi di chiesa? Vale la pena di rifletterci attentamente soprattutto quando con abili ragionamenti si difende la nostra autonomia di regolare la nostra vita (e persino il culto) secondo i nostri propri criteri. Che dire quando poi si “predica” la sovranità umana di decidere noi stessi il nostro destino ultimo affermando che Dio ci lascerebbe liberi? Di infrazioni palesi alla volontà rivelata di Dio se ne troverebbero in ogni angolo, naturalmente giustificate e per le quali Dio “chiuderebbe un occhio”...
Dove si trova quel documento citato all’inizio? Sarebbe utile che noi lo cercassimo diligentemente nel nostro stesso cuore
Dopo aver fatto questa attenta analisi di noi stessi, potremmo trovare di non essere in fondo tanto meglio di chi ha scritto quel documento... L'apostolo Paolo scrive nella sua lettera ai Romani: “Che dire dunque? Noi siamo forse superiori? No affatto! Perché abbiamo già dimostrato che tutti, Giudei e Greci, sono sottoposti al peccato, com'è scritto: «Non c'è nessun giusto, neppure uno. Non c'è nessuno che capisca, non c'è nessuno che cerchi Dio. Tutti si sono sviati, tutti quanti si sono corrotti. Non c'è nessuno che pratichi la bontà, no, neppure uno». (...) Or noi sappiamo che tutto quel che la legge dice, lo dice a quelli che sono sotto la legge, affinché sia chiusa ogni bocca e tutto il mondo sia riconosciuto colpevole di fronte a Dio; perché mediante le opere della legge nessuno sarà giustificato davanti a lui; infatti la legge dà soltanto la conoscenza del peccato" (Romani 3:9-20).
E' solo allora che si potrà veramente apprezzare il messaggio dell'Evangelo che dice, come continua l'Apostolo: "Ora però, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio, della quale danno testimonianza la legge e i profeti: vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono - infatti non c'è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio - ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù" (Romani 3:21-24).
Tutto questo, naturalmente, in vista della grata ubbidienza ai comandamenti di Dio in ogni aspetto della nostra vita.
Mi piace, me lo sono divorato... però è oltre mezzanotte, me lo leggo meglio domattina... Grazie intanto!
RispondiEliminaCarissimo Paolo, che dire? Hai fatto centro ancora una volta.Convido appieno le tue riflessioni sull'origine del primo e più terribile movimento autonomista della Storia dell'Universo, la ribellione dei demoni.
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