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venerdì 15 maggio 2015

La sovranità di Dio nella Salvezza e l’unità della Trinità

(Estratto da “Pillars of Grace” di Steven Lawson[1])

La sovranità di Dio nella salvezza implica ciascuna delle tre Persone dell’Essenza divina - il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Tutti e tre operano in perfetta unità per ricuperare gli identici peccatori non meritevoli. Nell’ambito della Trinità vi è uno stesso proposito salvifico, un unico piano di salvezza, una sola salvifica impresa. Quelli che il Padre sceglie sono esattamente coloro che il Figlio redime e coloro che lo Spirito Santo rigenera, Le Persone della Trinità agiscono come un unico Salvatore. Nell’attività salvifica la Trinità è in perfetta sinergia: non si tratta di opere indipendenti. Essa non è divisa quanto ad intenzioni e direzione, come se ciascuna Persona dell’Essenza divina cercasse di salvare gruppi diversi di peccatori. Al contrario, ciascun membro della Trinità si propone ed irresistibilmente procede a salvare quell’unico ed identico popolo - il popolo eletto di Dio.

È triste osservare come siano molti a credere diversamente. Essi insistono che il Padre salvi solo quei peccatori che Egli prevede crederanno in Cristo, confondendo, così, erroneamente la precognizione (Atti 2:23; Romani 8:29-30; 1 Pietro 1:2,20) - che significa “pre-amare” - con una semplice previsione. Essi pure immaginano che Cristo sia morto ipoteticamente per tutti i peccatori - un gruppo diverso da quelli che il Padre salva - presumendo ingenuamente che la Scrittura dia un solo significato ai termini “mondo” e “tutti”. Inoltre essi affermano che lo Spirito salverebbe un altro gruppo ancora, cioè i peccatori che Egli riesce efficacemente ad attirare. Essi confondono, tristemente, la Sua vocazione interiore e salvifica (1 Corinzi 1:2,9) con una convinzione generale e non salvifica (Ebrei 6:4-5[2]). Secondo questo schema che fa acqua da più parti, le tre persone dell’Essenza divina si proporrebbero di raggiungere tre gruppi diversi di individui - i “pochi”, i “tutti”, e gli “alcuni”. È così che, nella loro attività salvifica, le Persone dell’Essenza divina vengono strappate l’una all’altra. Peggio, sarebbe il peccatore, non Dio, ad essere sovrano nel determinare la propria salvezza.

La Bibbia, però, insegna altrimenti. La Scrittura rivela un’unità perfetta fra Padre, Figlio e Spirito Santo nella Loro attività salvifica. La Parola di Dio insegna che la Trinità agisce come un unico Salvatore nel salvare un popolo solo. La verità è che ad essere sovrano nella salvezza è Dio, non l’uomo. Tutti e tre i membri operano assieme con assoluta sovranità e risoluta decisione di salvare lo stesso popolo per la Loro stessa gloria.

Questo viene realizzato attraverso il libero esercizio dell’autorità suprema di tutti i tre membri della Trinità. Considerate il ruolo che ciascuno di loro gioca in una salvezza coerente.

La sovranità del Padre

Prima della creazione stessa del mondo, Dio sceglie degli individui - per quanto immeritevoli ed indegni - come oggetto della Sua grazia salvifica (2 Timoteo 1:9). L’apostolo Paolo scrive: “In lui ci ha eletti prima della creazione del mondo” (Efesini 1:4a), vale a dire, Egli li elegge da Sé stesso e per Sé stesso - una scelta che non dipende da ciò che essi avrebbero fatto o sarebbero stati, ma che trova la sua motivazione solo in Lui, nel Suo beneplacito (Romani 9:16[3]). Per ragioni conosciute solo a Dio, Egli sceglie chi avrebbe salvato.

Dopo aver scelto i Suoi eletti, il Padre, prima che il tempo inizi, li affida al Figlio affinché siano la Sua eredità regale. Questo dono è espressione dell’amore del Padre verso il Figlio (Giovanni 6:37,39; 17:2,6,9,24). Questi eletti sono scelti per il più alto dei propositi - affinché siano ad eterna lode del Figlio e siano resi conformi alla Sua immagine (Romani 8:29). Il Padre, quindi, nell’eternità passata, incarica il Figlio di entrare nel mondo per conseguire la salvezza degli eletti. Inoltre, il Padre dirige lo Spirito Santo affinché rigeneri questi stessi eletti. È così che la loro salvezza è preordinata e predestinata dalla volontà sovrana di Dio prima della stessa creazione del mondo, prima di scrivere e realizzare la storia del mondo (Efesini 1:5). I nomi degli eletti sono così scritti nel libro della vita dell’Agnello (Apocalisse 13:8; 17:8). Sotto la direzione del Padre, tutt’e tre le Persone dell’Essenza divina concordano irrevocabilmente di eseguire la salvezza di questa gente eletta. Questa è la sovrana grazia di Dio Padre nell’eternità passata.

La sovranità del Figlio

Dopo aver ricevuto da lungo tempo dal Padre i nomi individuali degli eletti, Gesù Cristo entra in questo mondo per conseguire, acquistare, la loro salvezza. Con singolare intenzione, il Cristo si prefigge di morire per la Sua (vera) chiesa - quelli che il Padre Gli ha affidato nell’eternità. Egli, infatti, dichiara: “Io do la mia vita per le pecore” (Giovanni 10:15). Legato per devozione alla Sua sposa eletta, Cristo “ha amato la chiesa ed ha dato sé stesso per lei” (Efesini 5:25b).

Con questo disegno definito al riguardo della croce, Gesù acquista, acquisisce con il Suo stesso sangue coloro che erano predestinati a credere in Lui (Atti 20:28). Egli non compie questo semplicemente per rendere la salvezza “possibile”. Egli non opera una redenzione ipotetica. Al contrario, di fatto Egli li salva. Al Calvario Cristo non paga né più né meno di quello che è necessario, ma paga esattamente il prezzo della salvezza di persone determinate. Gesù assicura con certezza per “le Sue pecore” vita eterna. Nemmeno uno per i quali Cristo è morto giammai perirà. Questa è la sovrana grazia di Dio il Figlio accordata duemila anni fa attraverso la Sua morte salvifica.

La sovranità dello Spirito

Il Padre ed il Figlio, inoltre, mandano lo Spirito Santo in questo mondo per applicare a tutti gli eletti il valore della morte salvifica del Figlio. Quando l’Evangelo è proclamato, lo Spirito emette una speciale vocazione interiore che efficacemente raggiunge gli eletti, quelli che sono stati eletti dal Padre e redenti dal Figlio. Lo Spirito potentemente rigenera le loro anime spiritualmente morte, facendole risorgere dalla tomba del peccato ad una fede salvifica in Cristo (Efesini 2:5-6). Gesù afferma: “Tutti quelli che il Padre mi dà verranno a me” (Giovanni 6:37a). Questa impresa salvifica è certa e sicura in modo inalterabile, perché Dio “attira” (o “trascina”) (Giovanni 6:44) tutti questi che sono stati dati (affidati) a Cristo. Lo Spirito concede loro il ravvedimento (2 Timoteo 2:25) e produce in loro fede salvifica (Filippesi 1:29; 2 Pietro 1:1)

In quest’atto efficace, lo Spirito apre gli occhi ciechi degli eletti affinché vedano la verità (2 Corinzi 4:6). Egli apre le loro orecchie sorde affinché odano la Sua voce (Giovanni 10:27). Egli apre il loro cuore serrato affinché ricevano l’Evangelo (Atti 16:14). Egli attiva le loro volontà morte affinché credano al messaggio salvifico (Giovanni 1:13). Lo Spirito vince ogni resistenza e trionfa nel cuore degli eletti. Questa è la grazia sovrana di Dio lo Spirito Santo nell’ambito del tempo.

Note

[2] “Quelli che sono stati una volta illuminati e hanno gustato il dono celeste e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo e hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo futuro” (Ebrei 6:4-5).
[3] “Non dipende dunque né da chi vuole né da chi corre, ma da Dio che fa misericordia” (Romani 9:16).

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