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lunedì 23 maggio 2016

Qual è la natura della fede salvifica?

La Scrittura lo dice chiaramente dovunque: l’unica cosa che una persona deve fare per essere salvata è esercitare “vera fede salvifica”. La fede è lo strumento che Dio usa per portare individui in rapporto salvifico con sé. Questo non vuole dire che la fede sia la base della nostra salvezza, ma è il canale attraverso il quale Dio concede la salvezza. Il teologo B. B. Warfield scrisse: "Il potere salvifico della fede risiede così non in sé stessa, ma nell'Onnipotente Salvatore su cui si fonda... Strettamente parlando, non è nemmeno la fede in Cristo che salva, ma è Cristo che salva attraverso la fede".

La fede giunge al credente come un dono di Dio. Non è qualcosa che gli individui siano capaci di produrre da soli. Se la fede fosse un'opera che l'uomo produce con le proprie risorse e volontà, l'uomo sarebbe nella posizione di assumersi parzialmente il credito della sua redenzione. Un tale concetto, però, è estraneo agli scrittori della Bibbia. Paolo afferma che gli uomini potrebbero vantarsi della loro parte nella salvezza quando scrive che la fede (una delle molte componenti della salvezza) "non viene da voi; è il dono di Dio ... affinché nessuno se ne vanti" (Efesini 2:8-9). Così come gli piaceva dire C. H. Spurgeon, la salvezza è "tutta per grazia".

La fede è risultato dell'opera rigenerante dello Spirito Santo: è Lui che vivifica il nostro cuore affinché noi crediamo. Senza una nuova nascita, una rigenerazione interiore, non vi può essere vera fede.
La fede, quindi, sebbene si manifesti nell'azione, viene come risultato dell'opera di Dio in noi. Dio ci concede la fede e quella fede si manifesta in noi come evidenza che l'abbiamo ricevuta, facendo "le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo" (Efesini 2:10).
La Bibbia dice che se crediamo nel Signore Gesù Cristo saremo salvati. La Bibbia però, non presenta la fede come un semplice assenso mentale ai fatti dell'Evangelo. La vera fede salvifica implica il ravvedimento dal proprio peccato e completa fiducia nell'opera di Cristo di salvarci dal peccato e renderci giusti. I Riformatori parlavano di tre aspetti della fede: (1) riconoscimento che quanto l'Evangelo afferma è vero; (2) riconoscimento che veramente quanto l'Evangelo offre risponde esattamente al bisogno spirituale dell'uomo, (3) un impegno personale a seguire il Signore Gesù Cristo che, in virtù della Sua morte, fornisce il solo sufficiente sacrificio in espiazione del nostro peccato. Ciascuno di questi tre aspetti della fede, presi in sé stessi, non sono sufficienti a definire biblicamente la fede salvifica. La presenza, però, di tutt'e tre le componenti assieme risulta nella fede salvifica. In altre parole,la fede salvifica consiste di elementi mentali, emotivi e volitivi. La fede salvifica implica sia la mente che la volontà.

Oltre a chiamarci a credere nel Signore Gesù Cristo, il Nuovo Testamento fa uso di diverse figure per descrivere la natura della fede salvifica. Forse il più vivido di questi riferimenti figurativi si trova nelle parile di Gesù tratte dsl Sermone sul Monte: "Beati quelli che sono affamati e assetati di giustizia, perché saranno saziati" (Matteo 5:6). In questo brano, Gesù paragona la vera fede all'aver fame e sete. Il non credente, in virtù dell'opera rigeneratice dello Spirito Santo, giunge a riconoscere il bisogno disperato che di nutrimento e sollievo e si accosta a Gesù per chiedegli di soddisfarlo. Questa è una bella immagine della fede.
In primo luogo vi è il riconoscimento che Gesù è "il pane della vita" (Giovanni 6:35) e colui che possiede "l'acqua della vita" (Giovanni 4:10). Poi il non credente giunge alla persuasione che la promessa di Gesù è vera e che risponde esattamente alla sua fame e alla sua sete. Infine, il non credente implora Gesù che siddisfi la sua fame e la sua sete. La vera fede ode, crede ed attivamente risponde.
di John McArthur[1], meditazione su Efesini 2:8-9; Giovanni  4:10.

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