Pagine

mercoledì 19 ottobre 2016

Alla conformità con Cristo non si arriva per inerzia

Secondo l’insegnamento biblico e l’esempio dei cristiani di passate generazioni, la vita cristiana implica un preciso e diligente impegno a coltivare la spiritualità personale, quella che anticamente si denominava “la pratica della pietà” nell’ambito di una metodica disciplina. Spazio quotidiano alla preghiera, alla meditazione delle Scritture, come pure del digiuno, ma anche le letture per la propria edificazione ed istruzione e settimanalmente il culto comunitario, sembrano per “i moderni” cose superflue o da lasciarsi “al caso” o “all’ispirazione del momento” - e per non fare le quali si tirano sovente fuori innumerevoli scuse. Per diversi che pure sono di buona volontà, la devozione alla preghiera sembra poi scadere diventare “un peso”; l’utilità della meditazione delle Scritture sembra incerta; lo scopo della disciplina del digiuno rimane un mistero. Perché non lasciare la disciplina spirituale - si dice - a coloro che ne sono per natura maggiormente portati e non lasciare che il resto di noi “viva per grazia”?

Noi non siamo quelli che saremo

In primo luogo, dobbiamo comprendere ciò che diventeremo. Degli eletti di Dio la Bibbia dice: “Perché quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli” (Romani 8:29). Gli eterni propositi di Dio intendono assicurarsi che ogni cristiano un giorno sia reso completamente conforme all’immagine di Cristo. Saremo simili a Lui. L’apostolo Giovanni scrive: “Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è ancora stato manifestato ciò che saremo; sappiamo però che quando egli sarà manifestato, saremo simili a lui” (1 Giovanni 3:2). Se sei nato di nuovo, spiritualmente rigenerato (Giovanni 3:3-8) questo sarai tu, cristiano, “quando egli sarà manifestato”.

Perché, allora, parlare di disciplina? Se Dio ha predestinato la nostra conformità morale e spirituale a Cristo, dove si colloca la disciplina? Perché non lasciare che quello un giorno “ci capiti” dimenticandoci della disciplina?

Sebbene Dio ci concederà di essere simili a Cristo quando Egli tornerà, Egli intende che noi cresciamo gradualmente e costantemente nell’oggi verso quell’obiettivo: è quello che la Scrittura chiama santificazione. Non dobbiamo semplicemente attendere la santità, dobbiamo perseguirla oggi. Ebrei 12:4 ci comanda: “Impegnatevi a cercare la pace con tutti e la santificazione senza la quale nessuno vedrà il Signore”. La somiglianza morale e spirituale con Cristo, vale a dire la santità, non è qualcosa di statico che per grazia semplicemente “riceveremo” un giorno, ma qualcosa di dinamico che deve essere coltivato e fatto crescere in noi nell’oggi. La santificazione è un concetto dinamico. La santificazione è qualcosa per il quale dobbiamo attivamente impegnarci. È frutto di disciplina personale. Se Dio, infatti, ci ha predestinati alla conformità con Cristo, non si tratta di qualcosa in cui vi cascheremo per inerzia, ma qualcosa che in noi deve essere attivamente promosso.

Notate attentamente ciò che dice il testo citato: senza la santità - vale a dire la conformità a Cristo - nessuno vedrà il Signore, per quante siano le volte che “siamo stati in chiesa”, o quanto ci siano impegnati in attività religiose o quanto spirituali pensiamo di essere.

Resi giusti

È di importanza cruciale comprendere che non è il nostro perseguire la santità che ci renderà atti, ci qualificherà a vedere il Signore. Al contrario, è il Signore che ci rende atti, ci qualifica, a farne un giorno esperienza diretta. Non dipende dalle buone cose che facciamo. Non possiamo da noi stessi produrre abbastanza giustizia per fare una buona impressione a Dio e guadagnarci così l’ammissione al Cielo. Al contrario, possiamo presentarci di fronte a Dio solo rivestiti della giustizia che ci è stata guadagnata da un altro: il Salvatore Gesù Cristo.

Una vita conforme alla volontà di Dio tanto da essere da Lui considerati degni di entrare in Cielo alla Sua graziosa presenza è stato solo Gesù. E ne è stato capace perché Egli era Dio fattosi uomo. È Gesù, infatti, che ha vissuto una vita di perfetta conformità alla volontà di Dio tanto da qualificarsi come il sacrificio che il Padre avrebbe accettato a nome ed in luogo di altri che, a causa del peccato, si erano squalificati per il Cielo e a rapportarsi con Dio. Come prova di aver accolto la vita ed il sacrificio del Cristo, Dio lo ha risuscitato dai morti. In altre parole, Gesù ha vissuto una vita perfettamente giusta in completa ubbidienza ai comandi di Dio, e lo ha fatto affinché quell’ubbidienza e giustizia fosse accreditata a coloro che non erano più in grado di osservato tutta la legge di Dio, ed è morto per loro su una croce per pagare Egli stesso il castigo che essi meritavano per tutti i loro peccati contro la legge di Dio.

Ne risulta che tutti coloro che si accostano a Dio confidando nella Persona e nell’opera di Gesù che li rende giusti di fronte a Dio, ricevono lo Spirito Santo (Efesini 1:13-14). È la presenza in loro dello Spirito Santo che fa sì che tutti coloro nei quali Egli dimora sentano “una fame ed una sete” che prima non sentivano. Essi hanno fame e sete, per esempio, per la santa Parola di Dio - la Bibbia - quella che altrimenti avrebbero considerato noiosa o irrilevante.

Essi sentono nuovi desideri, come il desiderio ardente di vivere in un corpo che non sia più contaminato dal peccato, e d’avere una mente che non più sia tentata dal peccato. Essi anelano di poter vivere in un mondo santo e perfetto con gente santa e perfetta, come pure di poter vedere alla fine Colui che gli angeli in perpetuo lodano come “santo, santo, santo” (Apocalisse 4:8). Questi sono alcuni fra quei santi battiti del cuore di coloro nei quali dimora lo Spirito Santo.

Di conseguenza, quando lo Spirito Santo dimora in una persona, quella persona comincia a valorizzare e a perseguire la santità. Così, come abbiamo visto in Ebrei 12:14, chiunque non si impegni alla santità personale non potrà “vedere” il Signore. La ragione per la quale non potrà vedere il Signore nell’eternità è perché essi non conosce il Signore nell’oggi, perché chi Lo conosce è perché gli stato dato lo Spirito Santo, e tutti coloro in cui lo Spirito Santo dimora sono naturalmente portati a perseguire la santità. 
 
Non ti cascherà addosso

La questione urgente che ogni cristiano dovrebbe porsi, per questo è: “In che modo posso perseguire la santità, quella santità senza la quale non vedrò il Signore? In che modo posso maggiormente diventare simile a Gesù Cristo?”.

A questo troviamo una chiara risposta in 1 Timoteo 4:7: “Esercitati alla pietà”, altrimenti tradotto: “Allenati continuamente ad amare Dio”, o “Impiega il tuo tempo e le tue energie a tenerti in buona forma spirituale”. In altre parole, se il tuo proponimento è la pietà, una vita conforme alla volontà di Dio - e questo è il tuo proponimento se lo Spirito Santo dimora in te, perché è Lui che fa di questo il tuo proponimento - allora, in che modo lo persegui, lo promuovi in te? Secondo questo versetto tu devi “allenarti”, esercitarti alla pietà, alla conformità morale e spirituale con Cristo, disciplinare il tuo corpo e la tua mente in vista di quell’obiettivo. Si deve quindi necessariamente parlare di disciplina del corpo e della mente, delle Discipline spirituali proprio come l’atleta disciplina sé stesso per raggiungere gli obiettivi dell’atletica. 1 Timoteo 4:7 è un “pacchetto” da spacchettare e da applicare praticamente nella vita.

L’unica strada che porta alla maturità cristiana ed alla pietà (sinonimi biblici della conformità a Cristo e della santificazione) passa attraverso la pratica delle discipline spirituali. Obiettivo delle discipline spirituali è la pietà, la conformità a Cristo. Quando ci rammentiamo di questo, le discipline spirituali diventeranno per noi una gioia, qualcosa di sommamente desiderabile, e certo non una fatica, una noia, un peso...


[Adattamento da “You cannot coast into Christ-likeness” di S. S. Whitney, professore di spiritualità biblica e decano aggiunto della Scuola di Teologia al Southern Seminary. Per molto tempo pastore ed autore di numerosi libri sulla vita cristiana, Whitney è fondatore del “Centro di spiritualità biblica” (http://biblicalspirituality.org/). L’articolo originale è pubblicato in: .http://www.sbts.edu/blogs/2016/10/17/cannot-coast-christ-likeness/]

Nessun commento:

Posta un commento