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giovedì 16 settembre 2010

L'accoglienza e il tratto distintivo di Dio?

"L'accoglienza è il tratto distintivo di Dio" (1) è lo slogan che oggi va per la maggiore in certi circoli e che è reiterata come se fosse un'affermazione ovvia, banale, risaputa: una realtà incontestabile. Accompagnato dall'indignazione verso chi osa negarlo, questo è affermato oggi soprattutto da coloro che si battono affinché la sodomia sia considerata normale e chiedono che le chiese la benedicano. Qualche anno fa un pastore valdese partecipa ad un gay pride e poi scrive: "Mi sono rivelato: mi hanno accettato". Nella stessa occasione una chiesa che accoglie i sodomiti senza chiamarli al ravvedimento per il loro peccato, afferma: "Il messaggio neotestamentario è rivolto a ogni persona e non discrimina, né ghettizza. Sono le persone che costruiscono le differenze e subito dopo i ghetti, ma non certo Dio". In sostanza la chiesa sarebbe, "...chiamata ad annunciare la Grazia di Dio a ogni essere umano, indipendentemente da razza, censo, sesso o orientamento etero o omosessuale. L'amore di Dio è inclusivo, non mira a creare gruppi di eletti o sette ma a salvare l'umanità intera" (2).
Chiunque prenda seriamente la Bibbia come autorità ultima di fede e di condotta, però, riconosce immediatamente come simili mistificazioni di grossolano universalismo non abbiano nulla a che fare con il messaggio dell'Antico e del Nuovo Testamento, rispetto al quale sono in palese contraddizione. Indubbiamente Dio accoglie peccatori di ogni genere: ma non senza un autentico ravvedimento ed un'autentica fede nel Signore e Salvatore Gesù Cristo. Inoltre, sebbene la chiesa sia chiamata ad annunciare la grazia di Dio ad ogni essere umano, non è affatto vero che, secondo il messaggio biblico, Dio miri a salvare l'umanità intera. Dio non salva l'umanità intera, ma il Suo popolo di eletti, che si distingue e separa dagli altri moralmente e spiritualmente. Vi sarà un giudizio di condanna sul resto dell'umanità, che sarà giustamente eseguito sulla maggior parte d'essa. Gesù disse: "Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa. Stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano" (Marco 7:13-14).
L'Evangelo "riveduto e corretto", però, e fatto passare per buono da certi predicatori di oggi, non è che un ingannevole falso che sarà riprovato senza appello "quando il Signore Gesù apparirà dal cielo con gli angeli della sua potenza, in un fuoco fiammeggiante, per far vendetta di coloro che non conoscono Dio, e di coloro che non ubbidiscono al vangelo del nostro Signore Gesù. Essi saranno puniti di eterna rovina, respinti dalla presenza del Signore e dalla gloria della sua potenza, quando verrà per essere in quel giorno glorificato nei suoi santi e ammirato in tutti quelli che hanno creduto, perché la nostra testimonianza in mezzo a voi è stata creduta" (2 Tessalonicesi 1:7-10).

"E ora, figlioli, rimanete in lui affinché, quand'egli apparirà, possiamo aver fiducia e alla sua venuta non siamo costretti a ritirarci da lui, coperti di vergogna" (1 Giovanni 2:28).

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