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sabato 13 ottobre 2018

Perché nella Bibbia lavoro e culto sono espressi dalla stessa parola?

Spesso pensiamo al culto come qualcosa che facciamo di domenica ed il lavoro di lunedì, oppure non consideriamo "lavoro" quello del ministro di Dio consacrato. Questa dicotomia non è ciò che Dio ha stabilito, né ciò che desidera per la nostra vita
Gli antichi ebrei avevano una profonda comprensione di come fede e lavoro fossero congiunte nella loro vita. Non deve quindi sorprendere che essi usassero la stessa parola per lavoro e culto. Il termine ebraico "avodah" (עֲבוֹדָה‬) significa lavoro, culto e servizio. Si ritrova questa parola in Genesi 2:15 "L'Eterno DIO prese dunque l'uomo e lo pose nel giardino dell'Eden perché lo lavorasse e lo custodisse": il progetto e desiderio iniziale di Dio è che lavoro e culto siano per noi un inseparabile stile di vita. In alcuni versetti, infatti, avodah significa lavoro comune, lavoro nei campi e in altri culto, servizio sacro.

Mosè, rinnovando il patto con Dio, dice: "Lavorerai (avodah) sei giorni; ma il settimo giorno ti riposerai: ti riposerai anche al tempo dell'aratura e della mietitura" (Esodo 34:21); "Allora l'uomo esce alla sua opera e al suo lavoro (avodah) fino alla sera" (Salmo 104:23).

Ma in altri versetti avodah significa culto, come "renderti culto, o Dio": "Così dice l'Eterno: Lascia andare il mio popolo perché mi serva (avodah)" (Esodo 8:1); "E se vi pare cattiva cosa servire l'Eterno, scegliete oggi chi volete servire, o gli dèi che servirono i vostri padri di là dal fiume, o gli dèi degli Amorei, nel cui paese voi abitate; quanto a me e alla mia casa, serviremo (avodà) l'Eterno" (Giosuè 24:15). Giosuè dice: "Io farò avodah, cioè lavorerò e renderò culto al Signore.

La stessa parola si applicava al lavoro dei kohanim (i sacerdoti) che offrivano sacrifici e si prendevano cura del Tabernacolo e del Tempio.

"Essi esercitarono il loro servizio (avodah) col canto davanti al tabernacolo della tenda di convegno, finché Salomone ebbe edificato la casa dell'Eterno in Gerusalemme; e prestavano il loro servizio, secondo la regola loro prescritta" (1 Cronache 6:32); "Stando quindi alle norme di Davide, suo padre, egli stabilì le classi dei sacerdoti per il loro servizio, i Leviti nelle loro mansioni (di lodare l'Eterno e di prestare servizio davanti ai sacerdoti) secondo i compiti di ogni giorno, e i portinai secondo le loro classi a ciascuna porta, perché così aveva ordinato Davide, l'uomo di DIO" (2 Cronache 8:14). Cfr. Romani 9:4 "...che sono Israeliti, dei quali sono l'adozione, la gloria, i patti, la promulgazione della legge, il servizio divino e le promesse".

Si tratta di un concetto importante: la stessa parola viene usata per i lavori nei campi ed il culto del Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe. Avodah è figura di una vita integrata, una vita dove lavoro e culto provengono dalla stessa radice, lo stesso fondamento. "...perché nessuno può porre altro fondamento diverso da quello che è stato posto, cioè Gesù Cristo" (1 Corinzi 3:11).

Lo stesso concetto viene riflesso nella famosa locuzione latina "ora et labora", tradotta letteralmente, significa "prega e lavora". L'espressione riassumeva i due momenti che, in un rapporto equilibrato tra preghiera e lavoro, scandivano le giornate nelle comunità religiose dal medioevo in poi. Nel silenzio dei chiostri, migliaia di monaci hanno contribuito a costruire, con il loro paziente lavoro, l'Europa salvando opere d'arte, opere letterarie, dissodando regioni intere e contribuendo in modo determinante ad amalgamare la cultura greco-romana e quella dei nuovi popoli conquistatori. Alcuni ordini, come i Cistercensi, intesero il labora come curare direttamente i lavori agricoli e divennero, perciò, protagonisti delle bonifiche e della circolazione di una cultura agricola delle diverse parti dell'occidente europeo (ad esempio il diffondersi delle marcite); altri, come gli Umiliati, ad attività come la produzione dei panni di lana utilizzando anche, come fonte di energia, le ruote idrauliche con avvio di attività che possono essere considerate una anticipazione di quelle proto-industriali.

Spesso pensiamo al culto come qualcosa che facciamo di domenica ed il lavoro di lunedì, oppure non consideriamo "lavoro" quello del ministro di Dio consacrato. Questa dicotomia non è ciò che Dio ha stabilito, né ciò che desidera per la nostra vita. Avodah, d'altro canto, suggerisce che il nostro lavoro può essere una forma di culto in cui onoriamo il Signore Iddio e serviamo il nostro prossimo.

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