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giovedì 2 maggio 2019

A chi si riferisce il vangelo di Giovanni quando parla dei "Giudei"?

Il vangelo secondo Giovanni è stato e rimane uno dei libri favoriti dell'intera Bibbia, accanto solo forse al libro dei Salmi, quello di Isaia e la lettera ai Romani. Questo vangelo, però, è stato pure oggetto di molto dibattito. Una delle ragioni per questo è a causa della sua polemica "anti-giudaica". Il problema qui è che le sue parole molto dure rivolte "ai Giudei" non sono rivolte tanto ad un gruppo particolare di ebrei come negli altri vangeli. Dopo tutto, una dura retorica è pure presente nel vangelo cosiddetto "il più ebraico" dei quattro, cioè il vangelo secondo Matteo (cfr. Matteo 23) ed è coerente con il tipo di linguaggio pure molto duro che era accettabile per la tradizione profetica israelita (cfr. Isaia 1:2-4).

Però, in Matteo, come pure in Marco e Luca, nella maggior parte dei casi può essere ben rilevato come Gesù polemizzasse con gruppi del tipo degli Scribi e dei Farisei, ma non con tutti i Giudei. E' strano che solo nel vangelo secondo Giovanni venga usata ripetutamente e senza sfumature, l'espressione "i Giudei" (così nella maggior parte delle traduzioni italiane), di solito in riferimento agli avversari di Gesù che spesso cercavano di assassinarlo 5:18; 7:1-10; 8:1-22, 8:40; 10:29-33; 11:8; 18:14; 18:28). Sorprendentemente, è ai "Giudei" che lo seguivano all'inizio in questo vangelo soltanto, che Gesù dice: "Voi siete dal diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro; egli fu omicida fin dal principio e non è rimasto fermo nella verità, perché in lui non c'è verità. Quando dice il falso, parla del suo perché è bugiardo e padre della menzogna" (8:44). La questione è quindi: quando le bibbie cristiane traducono il termine greco "Hoi Iudaioi" con "i Giudei" è accurato e risponde al suo uso moderno?

Sembra che l'autore di Giovanni operi nel contesto di una disputa intra-ebraica del suo tempo, sebbene i limiti e le definizioni di questo facciano parte di quel dibattito. E' fuori di ogni dubbio che ogni qual volta il vangelo secondo Giovanni venga rimosso da quel contesto originale, esso si presti facilmente ad essere equivocato e letto come un documento polemico anti-ebraico. Però, la difficoltà con questo vangelo non è che si tratti del vangelo più "anti-ebraico" quando si tratti delle espressioni che usa, ma che esso stesso sia pure il vangelo più ebraico di tutti! In questo vangelo Gesù dice: "Voi adorate quel che non conoscete; noi adoriamo quel che conosciamo; perché la salvezza viene dai Giudei" (Giovanni 4:22), e che Gesù sia sepolto in quanto giudeo (Giovanni 19:40). Si tratta, quindi, di una questione complicata.

Un esempio che illustra come sia inadeguata la terminologia di oggi per comprendere il contesto che circonda il vangelo secondo Giovanni, può essere rilevato in Giovanni 11:53-54. Lì ci vien detto che, per la minaccia alla vita di Gesù stesso, Gesù si ritiri in un villaggio chiamato Efraim, per timore di quelli che l'autore chiama "hoi iudaioi": "Da quel giorno dunque deliberarono di farlo morire. Perciò Gesù non si aggirava più pubblicamente tra i Giudei, ma si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città detta Efraim, e lì rimase con i suoi discepoli"

Da questo testo è chiaro che fintanto che noi non si riconosca di operare con etichette e categorie estranee a quelle dell'evangelista, noi non potremo mai comprendere in maniera sensata l'uso del termine "i Giudei" in questo vangelo. Se continuassimo ad interpretare questo vangelo facendo uso della terminologia tradizionale, questo versetto ci confonderebbe totalmente. Il Gesù "giudeo" si allontana dai "Giudei" e si rifugia in un villaggio "giudeo" chiamato Efraim con i suoi discepoli "giudei".

Il punto che vogliamo rilevare è semplice: la Bibbia non ha bisogno di essere riscritta, ma ha bisogno di essere riletta!

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