Martedì 4 agosto 2009
Come si deve conoscere
1 “Quanto alle carni sacrificate agli idoli, sappiamo che tutti abbiamo conoscenza. La conoscenza gonfia, ma l'amore edifica. 2 Se qualcuno pensa di conoscere qualcosa, non sa ancora come si deve conoscere; 3 ma se qualcuno ama Dio, è conosciuto da lui” (1 Corinzi 8:1-3).
L'apostolo Paolo, in questa lettera, risponde a diverse questioni che gli erano state originalmente poste dai cristiani di Corinto al riguardo di problemi particolari presenti nella loro comunità e nel contesto sociale in cui vivevano. È necessario per noi esaminare attentamente il modo in cui egli li affronta e le indicazioni che offre in vista di estrarre quei principi che continuano ad essere validi come Parola di Dio.
Questo testo potrebbe essere parafrasato così: “Nella vostra lettera mi avete fatto delle domande in merito alla questione se, come cristiani, si possa o no nutrirsi della carne proveniente dai sacrifici rituali offerti dai pagani alle loro divinità. Ciascuno di noi, al riguardo, è indubbiamente già giunto a delle conclusioni. Molti fra voi, infatti, sanno che la cosa è indifferente, perché comunque quelle divinità sono idoli frutto di fantasia. Il problema è un altro, cioè fare di questa conoscenza occasione di vanto (“gonfiarsi di orgoglio”) e di derisione verso quei fratelli che se ne fanno scrupolo: questo non è né amorevole né edificante nei loro confronti. A che vale questa conoscenza se non è accompagnata da pazienza e tolleranza verso coloro che ancora non hanno maturato le nostre persuasioni? Dio, ad esempio, ci conosce appieno, ma quanta amorevole pazienza e tolleranza, per altri versi, Egli ha con noi!”.
La questione, così è: “Come si deve conoscere”. Il conoscere, il sapere, come qualsiasi altra cosa, ha un aspetto morale. Esso deve essere accompagnato da amore, da umiltà, da tolleranza, da rispetto per quelli che “non sanno”, dalla volontà di aiutarli a capire. Derisione e disprezzo non edificano. Sono metodi che possono eventualmente essere usati in senso polemico verso l'idolatria dei pagani, ma con i nostri fratelli e sorelle in fede non dobbiamo fare a gara con loro e sbaragliarli... Al traguardo della conoscenza dobbiamo arrivarci insieme aiutando chi è “più lento” di noi. Se sappiamo oggettivamente meglio di loro, dobbiamo aiutarli pazientemente a giungere alle stesse conclusioni con il dialogo e la pedagogia. Quella conoscenza che non sia accompagnata dall'amore, si dimostra, di fatto è ignoranza.
Quante volte anche oggi, in campo cristiano, c'è chi si considera (vantandosene) superiore alla “fede semplice ed ingenua” di altre chiese o credenti che, appartenendo alle “classi popolari” dimostrano minore preparazione culturale rispetto a noi? Quante volte l'intellettualismo di “chi sa” assume un atteggiamento di superiorità e di disprezzo verso chi “non sa”! Cade, così in colpevole arroganza e non si rende spesso conto delle proprie carenze in altri campi. È spesso vero, infatti, come siano proprio i cristiani delle classi più popolari ed “incolte” ad essere i più amorevoli e generosi, a riflettere maggiore vitalità spirituale e sociale. Quanto spesso è vero che quelle chiese che vantano conoscenza e cultura siano aride ed improduttive a livello spirituale! Spesso proprio quella conoscenza porta ad errori e devianze non meno gravi di quelle in cui cadono i cristiani e le chiese “incolte”. Dobbiamo camminare insieme.
Preghiera. Ti ringrazio, Signore, per le conoscenze che ci impartisci: che esse giammai siano per noi occasione di vanto ma si accompagnino al desiderio di condividerle con umiltà ed amore. Amen.
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