Indipendentemente da altre considerazioni che si possono fare al riguardo, è indubbio il fatto che per molti il simbolo della croce, o il crocifisso, sia qualcosa di insopportabile, di intollerabile. Da esso, se possono, ne distolgono lo sguardo. In molte occasioni avrebbero detto volentieri: "Toglietemelo da davanti!" ed ora che si presenta l'opportunità di eliminarlo legalmente dalla vista, se ne rallegrano trionfanti. Perché?
Le considerazioni del laicismo comportano una comprensibile logica e si potrebbero anche capire, ma ho l'impressione che spesso questo sia una copertura, un pretesto, per chi, per altri motivi, la croce o il crocifisso vorrebbero toglierselo da davanti.
Per alcuni rappresenta il simbolo di un'istituzione religiosa che odiano e disprezzano. Questo potrebbe essere giustificabile quando la chiesa o il cristiano che se ne fregia, ha dato della sua fede una cattiva testimonianza arrecandovi disonore, allontanando molti dalla loro istituzione o, peggio, dalla "religione". La croce o il crocifisso, così, richiama loro alla mente qualcosa di negativo con il quale non vogliono averne a che fare o comunque qualcosa al quale non vogliono neanche più pensare, ma che quel simbolo continua a rammentare.
Per altri, però, la croce o il crocifisso richiama alla mente le indicibili crudeltà ed ingiustizie che l'essere umano è in grado di perpetrare sui suoi simili, sempre potenzialmente possibili anche nella civiltà più progredita. Quella croce, così, diventa "una vista intollerabile" per chi coltiva, dell'essere umano una concezione ottimista e sogna un mondo "evoluto" dove oppressione, torture, omicidi e guerre siano banditi, neanche più possibili. Quel mondo, però, non sarà il prodotto di istruzione e progresso perché l'essere umano, come afferma la Bibbia, ha un "cuore" moralmente e spiritualmente corrotto e non sarà certo l'umanesimo a sanarlo, "evolvendoci", ma la rigenerazione morale e spirituale che solo il Signore e Salvatore Gesù Cristo rende possibile. La croce o il crocifisso, così, rammenta l'illusione ed il fallimento dell'umanesimo. Via dalla vista, dunque, "...voglio continuare a pascermi, indisturbato, delle mie illusioni!".
La croce o il crocifisso (indipendentemente da altri significati che ad esso sono o sono stati attribuiti) rimane così una esplicita provocazione ed una sfida alle illusioni dell'umanesimo e il messaggio che, come il Cristo non è rimasto sulla croce, ma è risorto, così Egli solo può sanare con successo il cuore e la società umana. Egli lo può fare sradicandovi quel che pure molti non vogliono neppure udire il vocabolo, cioè il peccato.
Senza volere imporre la croce o il crocifisso a nessuno (potremmo anche certo togllierlo da ambienti "neutrali"), portiamolo sulla nostra persona come indicazione della vera speranza di questo mondo, la Persona e l'opera del Signore e Salvatore Gesù Cristo, spiegandone il significato, e, certamente, essendone coerenti. Per gli altri noi non dobbiamo essere "una croce da portare", un peso...ma essere portatori noi stessi del modo di vivere e della speranza incarnata da Cristo. "Portate i pesi gli uni degli altri e adempirete così la legge di Cristo" (Galati 6:2).
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