La fede cristiana afferma che Gesù, in tutta la sua vita, non ha mai commesso peccati di sorta e quindi ha adempiuto perfettamente, in quanto uomo, "ogni giustizia", vale a dire tutto ciò che Dio si aspetta dalla creatura umana.
Si tratta di un punto importante della dottrina cristiana. Il Nuovo Testamento, infatti, fa dipendere la nostra salvezza (la nostra accoglienza presso Dio) da quello che Egli compie in favore di coloro che si affidano a Lui: (1) la Sua morte in croce, attraverso la quale Egli espia completamente la pena che noi avremmo dovuto subire a causa dei nostri peccati; e (2) la Sua vita di perfetta conformità alla legge di Dio, la Sua "giustizia", che così ci viene accreditata (come se fosse la nostra).
C'è chi ritiene impossibile che un essere umano non commetta mai peccati di sorta, e che quindi Gesù, per quanto fosse stato un uomo buono e virtuoso, debba essere "per forza" caduto in qualche cosa che, rispetto alla legge morale rivelata di Dio, in pensieri, parole ed azioni, sia in qualche modo da biasimare. Anche ai tempi stessi di Gesù, vi erano Giudei che lo accusavano di avere infranto in molti modi la legge di Dio tanto da meritare, secondo i loro criteri di giudizio, la pena di morte. Rispetto ad altri criteri sarebbe pure possibile, secondo i racconti stessi dei vangeli, rilevare in Gesù gesti molto discutibili. È vero? No. Se noi consideriamo autorevole l'insegnamento del Nuovo Testamento, Gesù non può essere accusato di alcun peccato (cioè di infrazione alla legge morale rivelata da Dio).
1 Pietro 2:22 afferma: " Egli non commise peccato e nella sua bocca non si è trovato inganno". 1 Giovanni 3:5 dice: "Voi sapete che egli è stato manifestato per togliere i peccati; e in lui non c'è peccato". Inoltre, in Giovanni, Gesù dice di Sé stesso: "Chi di voi mi convince di peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non le ascoltate; perché non siete da Dio" (Giovanni 8:46,47).
Un Gesù privo di peccato è possibile perché Egli è il Figlio di Dio per eccellenza, Colui che condivide completamente la santità di Dio Suo Padre. In Isaia 53:9 leggiamo un'affermazione profetica sul fatto che Gesù, il Messia, il Cristo, avrebbe vissuto una vita priva di peccato: "Gli avevano assegnato la sepoltura fra gli empi, ma nella sua morte, egli è stato con il ricco, perché non aveva commesso violenze né c'era stato inganno nella sua bocca".
Quando Gesù è battezzato da Giovanni, il Battista, ci vien detto che, apertisi i cieli, era provenuta la voce di Dio che dichiara: "Tu sei il mio diletto Figlio; in te mi sono compiaciuto" (Luca 3:22). In Giovanni 8:42 Gesù dice: "Se Dio fosse vostro Padre, mi amereste, perché io sono proceduto e vengo da Dio; infatti io non sono venuto da me, ma è lui che mi ha mandato"
Gesù fa ulteriori affermazioni su Sé stesso in Giovanni 10 al riguardo della Sua conformità a Dio: "Come mai a colui che il Padre ha santificato e mandato nel mondo, voi dite che bestemmia, perché ho detto: 'Sono Figlio di Dio'? Se non faccio le opere del Padre mio, non mi credete; ma se le faccio, anche se non credete a me, credete alle opere, affinché sappiate e riconosciate che il Padre è in me e che io sono nel Padre»" (Giovanni 10:37-38). Quando Gesù muore in croce, uno dei criminali che pativano la stessa pena, riconosce in Lui la Sua innocenza e dice ad un altro lì vicino: "Ma l'altro lo rimproverava, dicendo: «Non hai nemmeno timor di Dio, tu che ti trovi nel medesimo supplizio? Per noi è giusto, perché riceviamo la pena che ci meritiamo per le nostre azioni; ma questi non ha fatto nulla di male». E diceva: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno!» Ed egli gli disse: «Io ti dico in verità, oggi tu sarai con me in paradiso»" (Luca 23:40-43).
Gesù, privo di peccato, era in perfetta comunione di preghiera con Dio Padre. Lo vediamo attraverso tutti i vangeli (Luca 6:12; Matteo 14:23; Marco 1:35; Giovanni 17). Cristo è venuto in terra anche per essere nostro esempio. In comunione di preghiera con Dio Padre, Cristo resiste alle tentazioni ["Sottomettetevi dunque a Dio; ma resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi" (Giacomo 4.7)]. Tentato da Satana, infatti, Gesù fa uso delle Scritture per sconfiggerlo (Luca 4). 2 Pietro 2:9 dice: "Il Signore sa liberare i pii dalla prova e riservare gli ingiusti per la punizione nel giorno del giudizio".
Gesù ci ammaestra anche attraverso il Suo esempio. Ebrei 4:15 dice: "Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato".
Il fatto stesso che, com'è insegnato dal Nuovo Testamento, Cristo abbia pagato Lui al posto nostro il prezzo della nostra salvezza, è possibile proprio in virtù del fatto che Egli fosse privo di peccato: "Egli ha portato i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce, affinché, morti al peccato, vivessimo per la giustizia, e mediante le sue lividure siete stati guariti" (1 Pietro 2:24).
Provvederci di un Salvatore simile a noi in tutto ad eccezione del peccato, era quanto Dio aveva provveduto dall'eternità per la salvezza di peccatori perduti come noi: "... perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore" (Romani 6:23). Il perfetto piano per la salvezza del Suo popolo sarebbe stato del tutto pregiudicato da un Salvatore che condividesse la nostra peccaminosità. "...perfetto, divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono, autore di salvezza eterna" (Ebrei 5:9).
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