Chi sta al centro della nostra attenzione ed interessi? Di chi ci poniamo al servizio?
L'ideologia umanista oggi prevalente pone al centro dell'attenzione l'uomo, l'essere umano: i suoi diritti, i suoi bisogni, la sua felicità, i suoi interessi. Tutto è in funzione dell'essere umano. Chiamiamo questo l'antropocentrismo. È un concetto oggi pure molto discusso, sia perché questo oggi rimane molto spesso una dichiarazione di principio non sufficientemente onorata, sia perché non si tiene pure in debito conto l'ambiente in cui viviamo, i diritti del mondo animale e vegetale e la cura che bisogna avere per essi, non solo per i nostri interessi, ma anche per i loro! Si parla così dei limiti dell'antropocentrismo e del modo in cui si deve adeguatamente servire l'essere umano. In ogni caso, la prospettiva antropocentrica oggi prevalente implica che Dio sia lasciato da parte come "un concetto non utile", o ignorato oppure esplicitamente negato.
Esiste, però, anche la prospettiva dell'umanesimo religioso che riconosce "Dio", ma lo mette in ogni caso al servizio ed in funzione dell'uomo, affermando che "Dio" è un concetto utile che in qualche modo, o come proiezione della cultura umana o come misteriosa e diffusa presenza, "serve" l'uomo. Ne risulta così che "Dio" o "la religione", in questa prospettiva debba essere promossa ed onorata come "un valore utile" che debba servire alle "esigenze umane". Gran parte del cristianesimo contemporaneo (nelle sue diverse varianti) è fatto rientrare in quest'ultima categoria: un cristianesimo al servizio dell'uomo.
In molte chiese, così, sono le questioni intra-mondane che acquistano preminenza ed interesse quasi esclusivo, la sociologia, la psicologia, le guarigioni, ed anche "la salvezza" intesa in senso molto egocentrico. Ciò che riguarda Dio, la Sua Essenza, la Sua gloria, la Sua volontà assume un ruolo secondario e interessarsene è qualcosa di "opzionale" per coloro ai quali "piace" la teologia... L'importante in quel contesto, è così onorare "l'uomo", il suo "libero arbitrio", le sue esigenze, interessi percepiti e "gusti", al quale persino Dio deve piegarsi. Lì è Dio che "scende" per servire l'uomo, il Suo amore, la Sua misericordia. Quelle chiese o gruppi dicono di celebrare "il culto di Dio", ma quei "culti" devono rispondere, ancora una volta, ai gusti ed alle esigenze di chi vi partecipa. Il modo in cui Dio vuole che Gli si renda culto viene del tutto ignorato.
Tutto questo "cristianesimo" "al servizio dell'uomo" è, però, quello predicato e vissuto da Gesù e dai Suoi apostoli e registrato come unica nostra norma di fede e di condotta nel Nuovo Testamento? No, si tratta di un cristianesimo corrotto, soggiogato, asservito, addomesticato convenientemente per compiacere l'essere umano, il suo orgoglio, i suoi presunti bisogni, volontà, gusti, preferenze, l'unico che – si dice – possa attrarre il suo interesse, l'unico ad essere "rilevante"?!
Il cristianesimo biblico, però, quello autentico, non è antropocentrico, ma teocentrico. Al centro esso ha Dio, non l'essere umano. È l'essere umano che deve servire Dio, non Dio l'essere umano. «Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l'onore e la potenza: perché tu hai creato tutte le cose, e per tua volontà furono create ed esistono» (Apocalisse 4:11). Certo, ciascun essere umano è prezioso e va rispettato in quanto tale. Le sue necessità sono autentiche e devono essere onorate. Esse, però, possono essere servite solo quando Dio è posto al primo posto, al centro. Dio, in Cristo, dice: "Io sono l'alfa e l'omega, il primo e l'ultimo, il principio e la fine" (Apocalisse 22:13). Cristo si è fatto uomo per riportare l'essere umano alla vocazione che gli era propria fin dalla creazione, nobile ed esaltata sì, ma al di sotto di Dio ed al Suo servizio e, in fondo, per abbassare l'orgoglio umano: "...poiché in lui sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili: troni, signorie, principati, potenze; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui" (Colossesi 1:16).
Quello di cui abbiamo bisogno è semmai un umanesimo cristiano, dove, come dice Gesù stesso, l'essere umano deve essere amato e servito. Questo, però, è solo il secondo comandamento: il primo ha a che fare con l'onore e la gloria che va dato a Dio: "Gesù gli disse: «"Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente". Questo è il grande e il primo comandamento. Il secondo, simile a questo, è: "Ama il tuo prossimo come te stesso". Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti»" (Matteo 22:37-40).
Il motto della Riforma protestante, che si proponeva di riportare il cristianesimo alle sue radici ed identità bibliche, è: "A Dio soltanto ogni onore e gloria". Se questo è pure il nostro principio di fondo, serviremo pure, ed in modo autentico, l'essere umano. Prima Dio e poi noi. A Lui, in cristo, va il primato in ogni cosa. "Egli è il capo del corpo, cioè della chiesa; è lui il principio, il primogenito dai morti, affinché in ogni cosa abbia il primato" (Colossesi 1:18).
Caro fratello Paolo,trovo molto efficace e innanzi tutto istruttivo che tu ponga l'enfasi sul vero culto. Questo culto di cui ogni credente eletto è chiamato ad attenersi, mette al primo posto Dio come colui che è degno di onore e gloria e poi ad interessarci del nostro prossimo così come ci viene detto nella scrittura. Su questo argomento credo che sia calato un velo sul nostro cuore che impedisce il discernimento e il timore.
RispondiElimina