Un esempio di strumentalizzazione politica |
Per rispondere adeguatamente alla domanda, dobbiamo così definire ciò che voglia dire "socialismo". Socialismo sostanzialmente è il concentramento del potere nelle mani di élite governative per raggiungere i seguenti propositi: pianificazione centrale dell'economia e ridistribuzione radicale della ricchezza. Gesù non ha mai promosso tali cose. Non c'è nulla nel Nuovo Testamento che suggerisca che il governo debba punire i ricchi - o persino far uso delle imposte per aiutare i poveri. Non promuove neppure in alcun modo l'idea che debba essere lo Stato ad essere proprietario dell'economia e a gestirla.
In Luca 12 Gesù viene a confronto con un uomo che vorrebbe che lui facesse qualcosa per redistribuire "equamente" la ricchezza. "Or qualcuno della folla gli disse: «Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità» Ma egli gli disse: «O uomo, chi mi ha costituito giudice e arbitro su di voi?»" (12:13-14), poi egli rimprovera quell'uomo per essere invidioso di quanto avevano ricevuto i suoi fratelli.
Che dire, poi della Parabola dei talenti (i talenti a quel tempo erano una moneta corrente). Un uomo aveva affidato a tre dei suoi servi le sue ricchezze. I due che avevano investito il denaro e conseguito dei profitti sono lodati, mentre viene rimproverato quello che aveva sepolto la sua parte così da non rischiare di perdere nulla (Matteo 25). Questo sembra più un avallo, l'approvazione del capitalismo che del socialismo, non è vero?
Certo, Gesù parla della difficoltà che un ricco entri nel regno dei cieli, ma non perché possedere denaro sia un male. Il Nuovo Testamento ci dice che a condurre al male non è il denaro in quanto tale, ma l'amore smodato per il denaro. Gesù ci ammonisce a non mettere l'acquisizione del denaro e delle proprietà materiali al di sopra della nostra vita spirituale e morale.
Forse che Gesù promuoveva un modello socialista quando aveva scacciato i cambiavalute dal Tempio di Gerusalemme, la"purificazione del tempio" (Luca 19:45ss)? La risposta è ancora no. Notate la collocazione del fatto quando accade: era nell'ambito di un luogo santo di preghiera - la casa del Signore. Gesù non si era infuriato contro il comprare o il vendere, o contro il fare dei profitti in quell'operazione. Egli si era infuriato perché quelle cose avvenivano in una casa di preghiera. Gesù non aveva scacciato i "cambiavalute" dal mercato o da una banca.
Gesù esorta ad avere "uno spirito generoso" - manifestare benevolenza, assistere "la vedova e l'orfano". Egli chiaramente intende che questo è nostra responsabilità, non del governo o dello stato. Considerate il racconto del Buon samaritano (Luca 10:25ss). in esso Gesù mostra un viandante che giace a lato di una strada. Era stato picchiato, derubato e lasciato lì mezzo morto. Che cosa ha fatto quel buon samaritano verso quel viandante? Lo aiuta sul posto con le proprie risorse. Chiedetevi: per aiutare i poveri, Gesù avrebbe preferito che voi deste liberamente il vostro denaro, mettiamo, all'Esercito della Salvezza, o che fosse tassato dai politici per finanziare la burocrazia che si occupa di welfare?
Ai "progressisti" piace rilevare come Gesù dice: «Rendete a Cesare ciò che è di Cesare, e a Dio ciò che è di Dio» (Marco 10:17). Questo, però, non ha assolutamente a che fare con un alto livello di tassazione o con la ridistribuzione della ricchezza. Era il seme dell'idea della separazione della chiesa dallo stato. Non era certamente lo stesso che dire che tutto ciò che dice Cesare debba essere suo debba essere così, non importa quanto chieda e ciò che intenda fare con esso.
Non c'è così evidenza alcuna che Gesù fosse stato un "socialista", ma vi sono ampie evidenze come egli fosse in favore del libero mercato. Oltre alla Parabola dei talenti, Gesù propone la sua parabola degli Operai delle diverse ore (Matteo 20). In essa un possidente ingaggia delle persone per mandarle a lavorare nella sua vigna. Nel reclutarli, ad uno egli accorda un denaro per una sola ora di lavoro. Quando un altro lavoratore che aveva lavorato per tutto il giorno se ne lamenta il padrone risponde: "Amico, io non ti faccio alcun torto; non ti sei accordato con me per un denaro? Prendi ciò che è tuo e vattene; ma io voglio dare a quest'ultimo quanto a te. Non mi è forse lecito fare del mio ciò che voglio?" (13-15). In questa parabola siamo di fronte all'affermazione dii principi come domanda e offerta, proprietà privata e contratti volontari, non di socialismo. Gesù non ha mai appoggiato la ridistribuzione forzosa della ricchezza. Quell'idea è radicata nell'invidia, cosa che lui, come pure il Decimo comandamento condanna senza riserve.
Gesù, e questa è la cosa più importante, si preoccupava di aiutare i meno fortunati. Non avrebbe mai approvato alcunché pregiudicasse la creazione di ricchezza. E l'unica cosa che abbia creato ricchezza e sollevato masse di persone dalla povertà è il capitalismo del libero mercato.
Leggete il Nuovo testamento. Il significato del testo è chiaro e forte: Gesù non era un "socialista". Non avrebbe potuto esserlo. Amava le persone, non lo Stato.
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