Mentre la maggior parte della gente sembra accontentarsi di vivere "terra-terra", altri giustamente vogliono "alzarsi di livello", perché si rendono conto che l'essere umano non è e non può essere "una bestia bruta". La cultura, la filosofia e le religioni testimoniano dell'anelito di elevazione di una parte dell'umanità. Si tratta, però, di un anelito frustrante: è come se sviluppassero ali, ma non riescono mai a volare veramente e ricadono regolarmente a terra. L'Evangelo di Gesù Cristo è tutt'altro: non uno dei tentativi umani di "volare" ma l'iniziativa di Dio, che, "dall'alto" scende in Cristo per elevare davvero chi si affida a Lui e fargli conoscere la libertà dei figli di Dio. L'Apostolo, nel testo di oggi mette in evidenza come nemmeno l'eccellenza della Legge mosaica sia in grado di elevare da sé stessa l'uomo. Vediamo.
"Ora io dico che per tutto il tempo che l'erede è minorenne non è affatto differente dal servo, benché sia signore di tutto, ma egli è sotto tutori e amministratori fino al tempo prestabilito dal padre. Così anche noi, mentre eravamo minorenni, eravamo tenuti in servitù sotto gli elementi del mondo, ma, quando è venuto il compimento del tempo, Dio ha mandato suo Figlio, nato da donna, sottoposto alla legge, perché riscattasse quelli che erano sotto la legge, affinché noi ricevessimo l'adozione" (Galati 4:1-5).L'Apostolo non usava mezzi termini quando si trattava di difendere l'eccellenza dell'Evangelo contro chi lo pregiudicava con qualsiasi altra cosa che, pure buona, non poteva starne al confronto. Così la Legge rivelata da Dio, la cui stretta osservanza i suoi critici consideravano essenziale alla salvezza. Altrove Paolo aveva scritto: "la legge è certamente santa, e il comandamento santo, giusto e buono" (Romani 7:12); come pure: "Noi sappiamo che la legge è buona, se uno l'usa legittimamente" (1 Timoteo 1:8). Possiamo, però, bene immaginare come l'immagine usata dall'Apostolo (al capitolo 3 di questa lettera) della legge mosaica come di un carceriere (o custode, 3:23) o come un precettore che ci tiene sotto stretta disciplina (3:24-25) potesse sembrare offensiva verso chi così tanto la valutava. Già lo stesso Gesù era stato criticato quando aveva detto: "«Se dimorate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Essi gli risposero: «Noi siamo progenie di Abraamo e non siamo mai stati schiavi di nessuno; come puoi tu dire: "Diventerete liberi"?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità vi dico: Chi fa il peccato è schiavo del peccato" (Giovanni 8:31-34).
E' così che l'Apostolo, per rappresentare la libertà del cristiano dal legalismo, ora propone una terza immagine che forse può essere per loro più positiva. E' quella di un figlio minorenne di un possidente che, prima di aver titolo alla sua eredità, fintanto che è minorenne, deve sottostare ad una disciplina educativa che lo rende non molto dissimile da uno dei servi di casa. Quando però giunge la sua ora, egli può liberarsi dal controllo di guardiani e precettori ("tutori ed amministratori") per godere i suoi pieni diritti come erede e padrone dei beni di famiglia. Il fatto che sia un figlio amato ed onorato non lo solleva dal dover essere educato per un certo tempo, anche molto rigidamente. Viene però il giorno in cui questo controllo della legge paterna cessa e lui saprà regolare responsabilmente da solo la sua vita. Questo è il senso, dice l'Apostolo, della cessazione in Cristo del controllo della legge mosaica. La Legge rivelata rimane un termine importante di riferimento e controllo, ma per il cristiano non potrà mai essere una sorta di tiranno a cui sottomettersi. Che senso avrebbe tornare ora ad esservi strettamente sottoposti? Quel tempo è passato!
"Così anche noi, mentre eravamo minorenni, eravamo tenuti in servitù sotto gli elementi del mondo" (3). Per "elementi del mondo" o "principi elementari" (chiamati anche "deboli e poveri elementi", v. 9) l'Apostolo ancora intende la legge mosaica, "l'abbecedario della fede" al quale sono soggetti, "in servitù" i bambini, ma ora siamo cresciuti, non dobbiamo più tornare ...alle elementari! Come cristiani (provenienti sia dall'ebraismo come dal paganesimo) Cristo ci ha fatto uscire dalla schiavitù spirituale mediante la grazia liberatrice di Dio.
Ciò che proponevano i legalisti ai cristiani della Galazia era veramente anacronistico. Mancavano di prospettiva storica, non si rendevano conto del cambiamento radicale introdotto dall'avvento del Cristo: "Quando è venuto il compimento del tempo, Dio ha mandato suo Figlio" (4). E' "il tempo prestabilito dal padre" (2). La fede cristiana non può essere compresa esclusivamente in modo statico nei termini di un semplice sistema di idee, ma nell'ambito delle fasi successive di un storia, la storia della salvezza, che ci permette di inquadrare la funzione e il senso ultimo di ogni cosa.
Al centro di questa storia c'è l'avvento di Cristo, la cui vicenda qui l'Apostolo riassume. L'eterno Figlio di Dio "nasce da una donna" , indicando qui l'incarnazione e la piena umanità di Gesù. Gesù nasce "sotto la legge", cioè pienamente sottoposto a tutte le prescrizioni della legge mosaica che adempie perfettamente conseguendo quella giustizia che nessuno di noi potrebbe conseguire. Di questa giustizia Egli ce ne fa dono tanto da potercene noi rivestire. Gesù, però, prende pure su di Sé, in nostro favore, la maledizione che comporta l'aver noi infranto la legge di Dio, e paga Egli stesso il prezzo della nostra salvezza. Gesù, così, si sottopone a tutto ciò che implica essere umani (tentazioni, sofferenza, solitudine, abbandono da parte di Dio e, alla fine, la morte).
Perché tutto questo? Affinché noi potessimo ritornare in comunione salvifica con Dio, ricevendo i pieni diritti dell'adozione a figli di Dio (v. 5). Ecco, così, come Cristo, e Lui soltato, sia pienamente qualificato per adempiere questi propositi. Come Figlio di Dio Egli è in grado di impartirci la posizione ed i diritti della Sua figliolanza. In quanto, poi, pienamente uomo, Egli è in grado di rappresentare e redimere tutti coloro che, fra l'umanità, Gli sono affidati per la salvezza, la redenzione. Cristo, così ha tolto a noi le catene per mettersele su di Sé liberandoci sia dagli stretti obblighi che dalla maledizione della legge.
Ecco, così, come qui siamo qui di fronte a qualcosa di molto diverso dal legalismo della fede ebraica tradizionale o quello equivalente di qualsiasi altra religione che faccia dipendere la salvezza dell'uomo dall'osservanza di regole. Nell'Evangelo c'è la persona e l'opera di un Salvatore vivente. Salvezza è rapportarci con lui, non rapportarci con un corpo di leggi e doveri. Solo "attaccati a Lui" potremo elevarci dal fango di questo mondo perché ce ne libera e così "alleggerisce" per poterci "alzare in volo".
Preghiera
Signore, che io giammai pretenda di poter fare io ciò che solo Tu hai realizzato per me in Cristo. Aiutami, te ne prego, a vedere ogni cosa in prospettiva storica affinché mi siano chiari tutti gli elementi della storia della salvezza, che Tu hai disposto e vissuto in mio favore. Amen.
Domenica 11 agosto 2019 - Nona domenica dopo Pentecoste
Letture bibliche: Isaia 1:10-20; Salmi 50:1-8, 23-24; Ebrei 11:1-3, 8-16; Luca 12:32-40
Preghiera: Concedici, Signore, lo spirito di pensare e fare le cose che sono giuste, affinché noi, che senza di te non possiamo esistere, possiamo da te essere messi in grado di vivere secondo la tua volontà; per Gesù Cristo, nostro Signore, che vive e regna con te e con lo Spirito Santo, un solo Dio, ora e per sempre. Amen.
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