L'esperienza offertaci dall'internet o dalla televisione di poter assistere in diretta ai "lavori" del Parlamento, può essere davvero qualcosa di allucinante. La somma maleducazione di parlamentari che gridano, si insultano a vicenda, impediscono ad altri di parlare, tirano fuori cartelli di protesta, vengono talvolta alle mani, e che il presidente dell'assemblea cerca di contenere, discorsi vuoti, menzogneri, ipocriti, manipolazione dei regolamenti per furbizie di ogni genere ecc. ecc. sono sicuramente lo specchio del Paese. Non sto parlando, però, solo del Parlamento italiano. Lo stesso avviene, ad esempio, nel Parlamento di quella che dovrebbe essere la "compassata" Gran Bretagna. Abitando proprio lì, ogni tanto vedo pure in TV che vi succede. Un vero "spettacolo": come essere fra il pubblico di un incontro di boxe, e non sto esagerando. E' così anche in altre nazioni? Non accade sempre, certo: il Parlamento può pure essere un mortorio di discorsi noiosissimi ascoltati solo da pochi presenti, mentre i più si assentano...
Parlamento è un vocabolo etimologicamente interessante. E' un posto dove "si parla". Mi ha rammentato, nella Bibbia, la lettera di Giacomo dove, al capitolo 3, descrive "i peccati della lingua" come fra i più gravi, fino a definire i risultati del suo abuso come "il mondo dell'iniquità": "Anche la lingua è un fuoco, il mondo del male! La lingua è inserita nelle nostre membra, contagia tutto il corpo e incendia tutta la nostra vita, traendo la sua fiamma dalla Geènna" (Giacomo 3:6). Il termine "mondo del male" (o "mondo dell'iniquità", ὁ κόσμος τῆς ἀδικίας, universitas iniquitatis) è sorprendente come descrizione dei "peccati della lingua".
Un antico commentatore scriveva al riguardo: «Nel vasto regno del male i peccati della lingua sono la tribù più ricca di specie. Ve ne sono di ogni sorta, dalle più innocenti in apparenza alle più pericolose, dai peccatucci che fanno sorridere fino a quegli abusi della parola che sono dei delitti. C'è la curiosità, l'indiscrezione, la sbadataggine, l'insolenza ecc... C'è la leggerezza maligna, la ciarlataneria, c'è l'adulazione che acceca, la calunnia che morde, la maldicenza che lacera, la licenza che contamina la mente e il cuore, la menzogna sopratutto, di cui son tollerate nella società tante forme che si chiamano innocenti e perfino pie. La menzogna da sè costituisce un mondo in quel mondo d'iniquità. Prova ne sia la moltitudine dei termini che servono ad esprimerla: simulazione, dissimulazione, finta, ipocrisia, bugia, favola, fandonia, falsità, mistificazione, impostura, inganno, ecc. ecc.» (da Chapuis).
Che dire di più? La Parola del Signore ha molto da dire al riguardo. Simei era un uomo che aveva coltivato un rancore profondo contro il re Davide perché lo accusava della morte di Saul. Ad un certo punto del racconto troviamo: "Quando poi il re Davide fu giunto a Bacurìm, ecco uscire di là un uomo della famiglia della casa di Saul, chiamato Simei, figlio di Ghera. Egli usciva imprecando e gettava sassi contro Davide e contro tutti i servi del re Davide, mentre tutto il popolo e tutti i prodi stavano alla sua destra e alla sua sinistra. Così diceva Simei, maledicendo Davide: 'Vattene, vattene, sanguinario, malvagio!'" (2 Samuele 16:5-7). La follia di Simei, alla fine, gli costa la sua vita stessa (vedasi 2 Samuele 16;19 e 1 Re 2).
E' di questo di cui parla Giacomo riferendosi alla lingua come "il mondo del male". E' saggio, quindi "controllare la lingua". Scrive: "....tutti infatti pecchiamo in molte cose. Se uno non pecca nel parlare, costui è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo ... la lingua nessuno la può domare: è un male ribelle, è piena di veleno mortale ... " (Giacomo 3:2,8).
Dato che evidentemente è impossibile controllare la lingua, dovremmo forse dare libero sfogo alle nostre passioni e, come Simei, "buttare tutto fuori"? No, ci viene detto di controllarci: "Chi tra voi è saggio e intelligente? Con la buona condotta mostri che le sue opere sono ispirate a mitezza e sapienza. Ma se avete nel vostro cuore gelosia amara e spirito di contesa, non vantatevi e non dite menzogne contro la verità" (Giacomo 3:13-14).
Non si tratta di controllare solo le nostre parole, ma la fonte delle nostre parole, la mente: "Non è questa la sapienza che viene dall'alto: è terrestre, materiale, diabolica; perché dove c'è gelosia e spirito di contesa, c'è disordine e ogni sorta di cattive azioni" (Giacomo 3:15-16).
All'inizio del cap. 4 Giacomo continua con questo tema: "Da dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che fanno guerra nelle vostre membra? Siete pieni di desideri e non riuscite a possedere; uccidete, siete invidiosi e non riuscite a ottenere; combattete e fate guerra! Non avete perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male, per soddisfare cioè le vostre passioni. Gente infedele! Non sapete che l'amore per il mondo è nemico di Dio? Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio. O forse pensate che invano la Scrittura dichiari: «Fino alla gelosia ci ama lo Spirito, che egli ha fatto abitare in noi»?" (Giacomo 4:1-5).
Che possiamo fare a questo riguardo? Capovolgere il nostro modo di pensare: "Anzi, ci concede la grazia più grande; per questo dice: Dio resiste ai superbi, agli umili invece dà la sua grazia. Sottomettetevi dunque a Dio; resistete al diavolo, ed egli fuggirà lontano da voi. Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi. Peccatori, purificate le vostre mani; uomini dall'animo indeciso, santificate i vostri cuori. Riconoscete la vostra miseria, fate lutto e piangete; le vostre risa si cambino in lutto e la vostra allegria in tristezza. Umiliatevi davanti al Signore ed egli vi esalterà" (Giacomo 4:6-10).
Quando ci accostiamo a Dio, Egli ci darà la sapienza che viene dall'alto: "la sapienza che viene dall'alto anzitutto è pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera" (Giacomo 3:17).
Gesù stesso insegnava molto al riguardo: "Non ciò che entra nella bocca rende impuro l'uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l'uomo! ... Invece ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende impuro l'uomo. Dal cuore, infatti, provengono propositi malvagi, omicidi, adultèri, impurità, furti, false testimonianze, calunnie. Queste sono le cose che rendono impuro l'uomo; ma il mangiare senza lavarsi le mani non rende impuro l'uomo" (Matteo 15:11, 18-20).
Non solo, quindi, quei parlamentari che si dicono cristiani, ma potremmo allora noi tutti cercare di mettere in pratica questi insegnamenti: "In un cuore intelligente risiede la sapienza, ma in mezzo agli stolti verrà riconosciuta? ... Le labbra dei saggi diffondono la scienza, non così il cuore degli stolti. ... Un cuore intelligente desidera imparare, la bocca dello stolto si pasce della sua ignoranza" (Proverbi 14:33; 15:7; 15:14).
Nessun commento:
Posta un commento