Nel mondo dei computer vi sono i sistemi operativi più comuni e diffusi, quelli su cui “girano” la maggior parte dei computer oggi commercializzati. Si tratta della “scelta” più comune e scontata dalla maggior parte della gente. Vi sono, però, sistemi operativi alternativi migliori che la maggior parte della gente non conosce o che, per vari motivi, non si perita di utilizzare. La Conversione cristiana potrebbe essere paragonata a disinstallare un sistema operativo per installarne uno decisamente migliore. Il seguente articolo di S. Lawson, dal titolo “Che cos’è la vera conversione” ce ne parla.
Gesù disse: “In verità vi dico: se non cambiate e non diventate come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli” (Matteo 18:3). Può anche essere tradotto: “Se non vi convertite” (ND) o “Se non vi convertirete” (CEI). Gesù dice chiaramente che una persona di questo mondo sarà accolta in quell’altro regno - il regno dei cieli - solo dopo una conversione, un cambiamento. In altre parole, essere convertiti è assolutamente indispensabile per entrare nel regno di Dio.
Che cosa significa il termine “conversione”? In senso biblico la conversione significa un’inversione di marcia, un cambiamento di rotta di tipo spirituale dal peccato, attraverso il ravvedimento e la fiducia nel Salvatore Gesù Cristo. Significa abbandonare decisamente un sentiero per prenderne un altro. Implica il voltare le spalle all’andazzo di questo mondo ed a tutto ciò che esso valorizza e contrappone a Dio. Implica l’abbandono della religione mortifera che adula compiacente le pretese umane. Implica un giro completo, una rivoluzione, un voltafaccia, un dietro-front per incamminarci attraverso la porta stretta che conduce alla vita.
La conversione implica l’idea di un cambiamento di direzione. Una vera conversione del proprio spirito altera il corso della propria vita. Non è un cambiamento parziale, un “riaggiustamento di rotta” che ci permetta di “avere un piede qui ed un piede là” in due tipi di mondo. Non è una ripulitura esteriore della facciata. La conversione non è un cambiamento graduale che avvenga nel corso del tempo come la santificazione. Conversione e santificazione sono due concetti diversi da non confondersi. La vera conversione avviene profondamente nell’anima di una persona. È un deciso “tagliare i ponti”, “farla finita” con quei modi di essere caratterizzati da ciò che Dio considera peccato per abbracciare fiduciosamente una nuova vita in Cristo.
La conversione spirituale è così profonda da implicare molti cambiamenti in una persona. Implica il “cambiare idea”, meglio, una reimpostazione della propria mente, cancellare un “sistema operativo” e installarne uno diverso. È un cambiamento di prospettive, un nuovo modo di considerare Dio, il proprio io, il peccato, e Cristo. È un cambiamento emotivo che ci distacca da chi o che cosa amavamo, per attaccarsi emotivamente ad una nuova persona. Questo ci porta ad essere profondamente dispiaciuti per avere amato ciò che Dio odia, provare orrore per aver peccato verso Dio, che è santo e giusto. Implica un cambiamento di volontà, di volizione, avere la determinazione di abbandonare senza riserve ciò che Dio considera peccato volgendoci a Cristo, attraverso il quale otteniamo il perdono dei nostri peccati. L’intera persona - mente, sentimenti e volontà - nella conversione è cambiata in modo radicale, completo, pieno.
Dal punto di vista teologico, rigenerazione e conversione sono due facce della stessa medaglia. La rigenerazione è l’attività sovrana di Dio attravero lo Spirito Santo nell’anima di colui o colei che è spiritualmente morto nel peccato. La rigenerazione è l’innesto nell’anima di nuova vita. È la rigenerazione che innesca il ravvedimento e la fede, cose che da noi stessi non potremmo operare, e che sono doni della Grazia. L’altra faccia della medaglia è che la conversione è la risposta, l’azione di chi è stato rigenerato. La conversione è “il primo esercizio della nuova natura nell’anima che così si muove da qualcosa verso qualcosa” (Martin Lloyd Jones). La rigenerazione precede e produce la conversiome. Vi è un rapporto di causa ed effetto fra le due. La Rigenerazione è la causa, la Conversione è l’effetto. La Rigenerazione è la radice, la Conversione il frutto.
Affermare la vera conversione implica che esista anche una falsa conversione. Esiste una fede non salvifica. Gesù disse: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Matteo 7:21). È ben possibile che vi siano persone che conoscano la verità, vi assentano e persino si sentano imbarazzate per il proprio peccato, ma si tratta di un imbarazzo egoista, un rammarico per ciò che ha fatto male a noi, non tanto un rammarico per ciò che ha fatto male a Dio, il Dio santo. e lo ha offeso. Giuda Iscariota può esserne un esempio scritturale al riguardo. Nella conversione contraffatta non c’è la morte al proprio io, nessuna reale sottomissione alla signoria di Cristo, nessun farsi carico della propria croce, nessuna reale ubbidienza al seguito di Cristo, nessun frutto del ravvedimento - solo parole vuote, sentimenti superficiali, aride attività religiose. Al contrario, nella vera conversione si aborrisce il peccato, si rinuncia a condividere l’andazzo di questo mondo, ci si arrende a Dio senza condizioni, si esercita la fede. Là Cristo è considerato estremamente prezioso e si abbraccia la croce di Cristo (ciò che essa rappresenta) come l’unica possibile speranza salvifica.
L’intero scopo della conversione è portare uomini e donne in un giusto, corretto, rapporto con Dio. Ecco perché Cristo è venuto, ecco la ragione per la quale è morto. “Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo” (2 Corinzi 5:19). La conversione è il grido disperato di un’anima bisognosa. Fintanto che la propria vita non è fatta deviare dal peccato a Cristo, ogni altra cosa non ha alcuna importanza.
Che cosa significa il termine “conversione”? In senso biblico la conversione significa un’inversione di marcia, un cambiamento di rotta di tipo spirituale dal peccato, attraverso il ravvedimento e la fiducia nel Salvatore Gesù Cristo. Significa abbandonare decisamente un sentiero per prenderne un altro. Implica il voltare le spalle all’andazzo di questo mondo ed a tutto ciò che esso valorizza e contrappone a Dio. Implica l’abbandono della religione mortifera che adula compiacente le pretese umane. Implica un giro completo, una rivoluzione, un voltafaccia, un dietro-front per incamminarci attraverso la porta stretta che conduce alla vita.
La conversione implica l’idea di un cambiamento di direzione. Una vera conversione del proprio spirito altera il corso della propria vita. Non è un cambiamento parziale, un “riaggiustamento di rotta” che ci permetta di “avere un piede qui ed un piede là” in due tipi di mondo. Non è una ripulitura esteriore della facciata. La conversione non è un cambiamento graduale che avvenga nel corso del tempo come la santificazione. Conversione e santificazione sono due concetti diversi da non confondersi. La vera conversione avviene profondamente nell’anima di una persona. È un deciso “tagliare i ponti”, “farla finita” con quei modi di essere caratterizzati da ciò che Dio considera peccato per abbracciare fiduciosamente una nuova vita in Cristo.
La conversione spirituale è così profonda da implicare molti cambiamenti in una persona. Implica il “cambiare idea”, meglio, una reimpostazione della propria mente, cancellare un “sistema operativo” e installarne uno diverso. È un cambiamento di prospettive, un nuovo modo di considerare Dio, il proprio io, il peccato, e Cristo. È un cambiamento emotivo che ci distacca da chi o che cosa amavamo, per attaccarsi emotivamente ad una nuova persona. Questo ci porta ad essere profondamente dispiaciuti per avere amato ciò che Dio odia, provare orrore per aver peccato verso Dio, che è santo e giusto. Implica un cambiamento di volontà, di volizione, avere la determinazione di abbandonare senza riserve ciò che Dio considera peccato volgendoci a Cristo, attraverso il quale otteniamo il perdono dei nostri peccati. L’intera persona - mente, sentimenti e volontà - nella conversione è cambiata in modo radicale, completo, pieno.
Dal punto di vista teologico, rigenerazione e conversione sono due facce della stessa medaglia. La rigenerazione è l’attività sovrana di Dio attravero lo Spirito Santo nell’anima di colui o colei che è spiritualmente morto nel peccato. La rigenerazione è l’innesto nell’anima di nuova vita. È la rigenerazione che innesca il ravvedimento e la fede, cose che da noi stessi non potremmo operare, e che sono doni della Grazia. L’altra faccia della medaglia è che la conversione è la risposta, l’azione di chi è stato rigenerato. La conversione è “il primo esercizio della nuova natura nell’anima che così si muove da qualcosa verso qualcosa” (Martin Lloyd Jones). La rigenerazione precede e produce la conversiome. Vi è un rapporto di causa ed effetto fra le due. La Rigenerazione è la causa, la Conversione è l’effetto. La Rigenerazione è la radice, la Conversione il frutto.
Affermare la vera conversione implica che esista anche una falsa conversione. Esiste una fede non salvifica. Gesù disse: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Matteo 7:21). È ben possibile che vi siano persone che conoscano la verità, vi assentano e persino si sentano imbarazzate per il proprio peccato, ma si tratta di un imbarazzo egoista, un rammarico per ciò che ha fatto male a noi, non tanto un rammarico per ciò che ha fatto male a Dio, il Dio santo. e lo ha offeso. Giuda Iscariota può esserne un esempio scritturale al riguardo. Nella conversione contraffatta non c’è la morte al proprio io, nessuna reale sottomissione alla signoria di Cristo, nessun farsi carico della propria croce, nessuna reale ubbidienza al seguito di Cristo, nessun frutto del ravvedimento - solo parole vuote, sentimenti superficiali, aride attività religiose. Al contrario, nella vera conversione si aborrisce il peccato, si rinuncia a condividere l’andazzo di questo mondo, ci si arrende a Dio senza condizioni, si esercita la fede. Là Cristo è considerato estremamente prezioso e si abbraccia la croce di Cristo (ciò che essa rappresenta) come l’unica possibile speranza salvifica.
L’intero scopo della conversione è portare uomini e donne in un giusto, corretto, rapporto con Dio. Ecco perché Cristo è venuto, ecco la ragione per la quale è morto. “Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo” (2 Corinzi 5:19). La conversione è il grido disperato di un’anima bisognosa. Fintanto che la propria vita non è fatta deviare dal peccato a Cristo, ogni altra cosa non ha alcuna importanza.
(Adattamento da Steve Lawson, http://www.ligonier.org/blog/what-true-conversion/).
C'entra poco con l'articolo, ma qualcuno dalle ambizioni di grammatico purista, invece che commentare l'articolo, mi critica l'espressione a suo dire sbagliata "molto migliore". L'ignorante, però, è lui... Vedasi per esempio:
RispondiEliminahttp://www.linkuaggio.com/2015/06/si-puo-dire-e-molto-migliore-oppure-e.html e
http://www.treccani.it/lingua_italiana/domande_e_risposte/grammatica/grammatica_196.html e
http://www.palazzomalvisi.com/SOS/SOS131.htm