“Se il ladro, colto nell'atto di fare uno scasso, viene percosso e muore, non vi è delitto di omicidio. Se il sole è già sorto quando avviene il fatto, vi sarà delitto di omicidio” (Esodo 22:2-3).Al cuore del dibattito sul controllo delle armi vi è la questione della legittima difesa. I cittadini possono desiderare di possedere un’arma per la caccia ed a fini ricreativi, ma la ragione principale di possedere un’arma è la legittima difesa contro i criminali e contro un governo tirannico. Un qualsiasi testo biblico che tratti di legittima difesa è centrale per determinare il diritto di possedere un’arma secondo la Legge di Dio. Forse il testo più cruciale per affrontare l’argomento è il testo sul diritto all’audo-difesa di Esodo 22:2-3.
Questo testo biblico compare nella porzione del Pentateuco conosciuta come “Il libro dell’Alleanza” (Esodo 21-23). Il Libro dell’Alleanza segue subito dopo i Dieci Comandamenti, e fornisce un’applicazione concreta ai principi di verità e giustizia contenuti nei Dieci Comandamenti attraverso “statuti e giudizi”.
Il contesto di Esodo 21:2-3 tratta del furto e del risarcimento. Nell’ambito della discussione sul furto viene presentato il caso di un ladro colto nell’atto di fare uno scasso. Nel caso di questa legge sono presentati due scenari.
Nel primo scenario, il ladro viene “colto nell'atto di fare uno scasso”, vale a dire, il ladro si introduce in casa dal tetto, dalla finestra o dalla porta durante le ore della notte. Vi è così l’ingresso forzato in una casa (o in una proprietà privata) e il proprietario sorprende il ladro. A questa situazione di allarme e minaccia (nel buio della notte non conosce l’intenzione, identità ed armi dell’intruso) il proprietario risponde uccidendo il ladro, che probabilmente è armato. La dichiarazione della Legge di Dio è che in queste circostanze il proprietario è innocente da atti illeciti ed è pienamente giustificato nell’usare forza letale per difendere sé stesso e la sua famiglia
La seconda circostanza implica un ladro “colto nell’atto di fare uno scasso” in una circostanza diversa, in questo caso “se il sole è già sorto” e, presumibilmente, il proprietario può identificare le intenzioni dell’intruso e vede che non è armato e che non pone una minaccia alla sua vita o integrità fisica, ma è semplicemente un ladro. Ciononostante, il proprietario uccide il ladro. In queste corcostanze il proprietario che fa uso di un arma letale è colpevole del delitto d’omicidio. Non si tratta quindi di legittima difesa (perché non è stato attaccato o minacciato), ma di un atto brutale contro una persona disarmata la cui sola indenzione è di sottrarre proprietà. La pena del furto è la restituzione, non la morte. Si tratta così del caso di soppressione non autorizzata di una vita umana e quindi è omicidio, punibile con la morte. La Legge di Dio autorizza la protezione della vita con l’uso di forza letale se necessario, ma la Legge di Dio non permette la difesa della proprietà allo stesso modo.
È importante notare che il caso presentato qui è quello di un ladro che implica lo spargimento del sangue. Questo caso è quindi un’applicazione della giustizia del Sesto Comandamento: “Non uccidere” (Esodo 20:13). Di conseguenza, la legge biblica sulla legittima difesa ci autorizza a difendere la nostra vita contro persone malvage che odiano Dio, la Sua Legge e la vita del loro prossimo.. Possiamo presumere che coloro che ci minacciano fisicamente con armi, disprezzano la vita che Dio ci ha dato, e quindi, noi possiamo difendere noi stessi contro un tale male fino al punto di uccidere il nostro assalitore.
Per concludere: consideriamo le implicazioni di Esodo 22:2-3 per il diritto alla legittima difesa.
- Questo caso stabilisce il diritto alla legittima difesa. La Legge di Dio permette ad una persona di difendere sé stessa e la sua famiglia. Questa difesa potrebbe richiedere l’uso di forza letale, e quindio implica l’uso di armi.
- Se una persona non è colpevole quando uccide un intruso sulla base della supposizione che possa essere armato o essere una minaccia per lei e la sua famiglia, ancora di più la Legge di Dio autorizza l’auto-difesa contro un assalitore armato che minaccia chiaramente la sua integrità fisica. Una persona è giustificata nel difendere sé stessa ogni qual volta è attaccata o la sua vita è in pericolo.
- La responsabilità primaria per la difesa contro attacchi violenti è la responsabilità personale. La difesa della propria vita e quella della propria famiglia è principalmente una responsabilità individuale, non la responsabilità della comunità o del governo (le istituzioni). Non c’è alcuna indicazione che l’antico Israele avesse una forza di polizia o esercito regolare. Gli uomini armati di Israele, sotto la direzione dei loro magistrati, erano l’esercito. Vi è certamente la necessità di amare il nostro prossimo e di venirgli in aiuto se lo possiamo fare. La prima linea di difesa contro la violenza e l’aggressione è la persona che è pronta ad usare la forza necessaria per difendere la sua vita e coloro dei quali è responsabile (ad esempio la sua famiglia).
- Ogni tipo di arma è ammissibile per la legittima difesa. In questo caso la legge non dice che il proprietario è colpevole se fa uso di una spada ma non colpevole se fa uso di una mazza. La questione non è di quali armi, ma il diritto all’autodifesa. La Legge di Dio non fa una distinzione arbitraria fra armi accettabili o non accettabili per la legittima difesa. Non ci sono leggi bibliche che limitano l’accesso di cittadini alle armi necessarie per la legittima difesa, Limitare l’accesso dei cittadini ad armi letali (ad esempio armi da fuoco) vuol dire limitare la propria capacità di auto-difesa. Controllo delle armi vuol dire controllo della legittima difesa, e quindi potrebbe dire pregiudicarla. Chi vorrebbe che fosse controllata e limitata la capacità dell’individuo a difendersi, se non deliquenti e tiranni?
- Il caso di questa legge biblica è di per sé un grande deterrente per i criminali. Dopo tutto, i cittadini sono armati ed autorizzati ad uccidere, se necessario, intrusi ed aggressori!
- Questo caso, inoltre, mette dei freni all’individuo nell’uso delle armi nell’auto-difesa. Deve fare molta attenzione, affinché non faccia uso di forza letale quando non sarebbe necessaria. Se lo fa lo pagherebbe con la vita.
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