Altre traduzioni dicono: "ed agli spiriti de' giusti compiuti" (Diodati), "...agli spiriti degli uomini giusti finalmente portati alla perfezione" (TILC).
Nel contesto, lo scrittore parla dell'avvento del Nuovo Patto con le cose che vi sono associate, ancor più impressionante perché corrispondente alle realtà celesti. Queste realtà includono "la Gerusalemme celeste" e le creature che la abitano (vale a dire angeli e umani redenti). Tutta questa visione è intesa ad essere di grande incoraggiamento ai cristiani, diatti dice: "Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia" (4:16).
Questa visione riguarda la comunione spirituale che lega ogni membro della Chiesa di Cristo, in cielo e in terra.
La frase "l'assemblea dei primogeniti" (ἐκκλησίᾳ πρωτοτόκων) può indicare un gruppo di redenti, nati alla fede prima degli altri, probabilmente tutti quei credenti che sono morti e che ancora devono ricevere la loro piena eredità (che avverrà alla fine dei tempi). Essi hanno seguito fedelmente il Signore e non hanno commesso apostasìa. Un'altra interpretazione è che questo si riferisca a tutti i redenti insieme, sia in terra che in cielo (la chiesa universale).
"Voi invece vi siete accostati ... all'assemblea dei primogeniti" significa essere stati chiamati al privilegio di essere figli primogeniti di Dio in Cristo. Tutti coloro che sono giunti al ravvedimento ed alla fede in Gesù Cristo, sono chiamati a far parte di quell'assemblea. E' per grazia che hanno il diritto di esservi. Allontanarsene, apostatare, è evidenza che la loro professione di fede non era stata autentica e che quindi si illudevano di vedersela garantita. I credenti, nel presente stato di cose, vi si sono accostati nel senso che, essendo giunti alla Chiesa (la comunità dei credenti) di quaggiù, che è parte di quella lassù, del compimento finale ne hanno viva la speranza, l'aspettativa e il desiderio.
Il primogenito era anticamente il figlio che riceveva la maggior parte dell'eredità. Qui si tratta di un altro riferimento ai "compagni" di Cristo (1:9), quelli che condividono la sua gloria, cioè "i partecipi di Cristo" (3:14), "i partecipi dello Spirito Santo" (6:4), coloro che "hanno avuto la loro parte" (12:8).
"...i cui nomi sono scritti nei cieli": sono coloro che dall'eternità sono stati personalmente destinati alla grazia della salvezza. Di questi "libri" o "registri" nella Bibbia se ne parla ampiamente, ad esempio, Gesù dice ai suoi discepoli: "Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli" (Luca 10:20). Si tratta del "libro della vita" (Filippesi 4:3) "il libro della vita dell'Agnello" (Apocalisse 13:8). I cristiani autentici, perseverando fino alla fine, non dovranno temere che il loro nome vi sia cancellato (Apocalisse 3:5), cfr. pure Esodo 32:33; Salmi 69:28; Isaia 4:3; Daniele 12:1.
"Gli spiriti dei giusti resi perfetti" potrebbe così riferirsi a tutti i redenti non più su questa terra che sono stati glorificati, per i quali è stata loro applicata pienamente la virtù del perfetto sacrificio di Cristo: "Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre ...Infatti, con un'unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati" (Ebrei 10:10,14), "Dio infatti per noi aveva predisposto qualcosa di meglio, affinché essi non ottenessero la perfezione senza di noi" (11:40).
E' importante mettere qui in chiara evidenza che questa "perfezione" non si riferisce alla loro natura inerente, ma alla perfezione dell'opera rigeneratrice e santificatrice di Dio in loro. Dire "gli spiriti dei giusti" è lo stesso che dire: dei giustificati e dei santi (o santificati). Nella Scrittura "santi" non si riferisce a coloro che tali sono stati dichiarati da un'autorità ecclesiastica (come se vi fossero dei cristiani "di prima categoria" dotati di una qualche loro virtù intrinseca conferita loro come onorificenza e a nostra disposizione, una virtù diversa da quella di tutti gli altri cristiani "di seconda categoria"), ma a tutti gli autentici cristiani, coloro che Dio rigenera e santifica (e di cui c'é evidenza). E' il risultato dell'opera efficace di Dio in Cristo, nel tempo e nell'eternità. Tutto questo è da intendersi, evidentemente nell'ambito della dinamica della dottrina biblica complessiva della salvezza. Essa prevede diverse tappe: predestinazione alla grazia della salvezza dall'eternità, vocazione efficace nel tempo tramite la rigenerazione spirituale, ravvedimento e fede, giustificazione, santificazione, glorificazione finale nell'eternità.
Gli "spiriti dei giusti resi perfetti" può essere quindi anche inteso per coloro che in terra sono stati per grazia di Dio portati al ravvedimento ed alla fede, e che da Dio sono considerati "giusti", non per loro virtù intrinseca, ma per la sua opera sovrana che li ha dichiarati giusti in Cristo (giustificati). Essi sono giusti non perché siano loro a pensare di esserlo o solo esteriormente (come gli Scribi e i Farisei); non per via naturale, né perché si siano conformati da sé a ciò che la Legge morale di Dio prescrive ed abbiano "guadagnato dei meriti"; e neanche in virtù dell'ubbidienza all'Evangelo o per una fede, infusa o prodotta da loro che sia, sebbene sia mediante l'oggetto della fede; ma per l'imputazione che è stata loro fatta della giustizia di Cristo.
In quel "resi perfetti" non si parla di santificazione, se non in Cristo, o in senso comparativo rispetto alle parti dell'uomo rinnovato; non di grado, perché nessuno è privo di peccato ed anche la persona migliore ha sempre bisogno di nuovi interventi della grazia; ma rispetto alla giustificazione. Cristo, infatti, per loro (per grazia, immeritatamente) ha perfettamente adempiuto alla Legge, e perfettamente espiato i loro peccati. Egli li ha perfettamente redenti da ogni peccato e procurato loro pieno perdono. Essi sono completamente giusti grazie alla Sua giustizia vicaria.
Nessun commento:
Posta un commento