Nell’Evangelo di Marco, i Farisei vengono da Gesù e gli domandano: “È lecito al marito ripudiare la moglie?“. Nel riassumere la sua risposta, Gesù afferma: “Chiunque manda via la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio contro di lei. Similmente, se la moglie lascia il proprio marito e ne sposa un altro, commette adulterio” (Marco 10:11-12). Questa sembra essere un’affermazione che nega completamente qualsiasi legittimità al divorzio ed alle nuove nozze. In realtà, il vangelo di Matteo mette in chiaro che questa non era esattamente la questione che gli era stata posta.
Letteralmente, nessun israelita al tempo di Gesù avrebbe mai osato dichiarare che la Parola di Dio data attraverso Mosè (che ammetteva il divorzio in determinati casi), fosse completamente in errore, e certo non il Signore Gesù. Difatti nessuno stava dubitando allora che un divorzio fosse legittimo, ma solo con quanta liberalità potesse essere praticato. Il vangelo di Matteo ci fornisce una versione più ampia della questione, e quindi pone la risposta di Gesù nel contesto suo proprio. Secondo il vangelo di Matteo, alcuni Farisei vogliono mettere alla prova Gesù e gli chiedono: “È lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?“ (Matteo 13:9). L’approccio conservatore ebraico, come l’unica giustificazione valida per il divorzio, comprendeva l’infedeltà del proprio coniuge, un “abuso”, o “l’abbandono” (Deuteronomio 24:1-4; Esodo 21:10-11). Questa persuasione era sostenuta dal rabbi fariseo Shammai, mentre vari interpreti israeliti più “progressisti” sostenevano che un uomo avesse il diritto di divorziare per una ragione qualsiasi (Talmud babilonese, Gittin 90a). Quest’ultima opinione era rappresentata da un altro rabbi fariseo di nome Hillel.
In altre parole, erano molti i divorzi illegittimi concessi nella comunità israelita al tempo di Gesù che non erano coerenti con le istruzioni divine della Torah. Era il divorzio per un motivo qualsiasi che Gesù condannava quando diceva: “Chiunque manda via la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio; e chiunque sposa una donna mandata via dal marito, commette adulterio” (Luca 16:18; Marco 10:12).
Se lo leggiamo nel contesto del XXI secolo parrebbe che Gesù condannasse qualsiasi nuovo matrimonio, ma se lo leggiamo nel contesto del primo secolo in Israele, l’affermazione di Gesù non era una condanna categorica delle nuove nozze, ma solo del divorzio illegittimo. Il divorzio è cosa triste e, se possibile, da evitare. Talvolta, però, diventa inevitabile. La Parola di Dio, però, non condanna i divorziati alla solitudine permanente, ma permette loro di rifarsi una famiglia su nuove basi. In ogni caso, è chiaro che quando Gesù viene posto di fronte alla questione, egli respinge l’interpretazione farisaica di Hillel (che il divorzio fosse permesso per qualunque motivo) ma concorda con i Farisei della scuola di Shammai e gli Esseni che insegnavano l’opposto.
Vedi anche: La possibilità del divorzio e delle nuove nozze nella Bibbia
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