venerdì 17 febbraio 2012

Salvàti dalla morte e dalla vita di Cristo Gesù

Mi scrivono:  "In Romani 5:10, "Se infatti, mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte del Figlio suo, tanto più ora, che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita", perché viene divisa l'azione giustificatrice dall'azione salvifica e perché vengono associate a due momenti separati della vita di Gesù? Quando ho sentito parlare del dono di Dio, mi è sembrato, ma sicuramente mi sbaglio, che venisse ricondotto ad un momento unico, come risultato della morte e resurrezione di Gesù".

Rispondo:

Possiamo dire che Dio opera la salvezza dei Suoi eletti in tre tempi: (1) La Sua decisione di salvarli in Cristo già da prima della fondazione del mondo (il Suo eterno proposito, il Suo decreto); (2) la realizzazione dei Suoi propositi nella vita, morte e risurrezione di Cristo; (3) L’applicazione di quella salvezza nella vita di ciascuno di loro (nel loro tempo e luogo), laddove vengono efficacemente chiamati, convertiti a Lui ed accompagnati da Lui fino alla fine nella certa realizzazione dei Suoi propositi di salvezza.

L’opera di Cristo non è limitata alla “Fase 2” della salvezza, ma si estende anche alla “Fase 3”. Infatti, come scrive l’Apostolo in Romani 8:34: “Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi”. E’ in questo senso che va inteso Romani 5:10 in cui si parla non solo della salvezza attraverso la morte sacrificale di Cristo in croce, ma anche la Sua vita di Risorto oggi, laddove Egli continua ad “intercedere” per noi e garantendo il compimento finale dell’opera di salvezza per tutti i Suoi eletti. Specifico meglio:

1. “Se infatti” - L’idea espressa da questo versetto è semplicemente una ripetizione ed un ampliamento di quello che l’Apostolo dice in 5:9, pone cioè il pensiero sotto una nuova luce confermando fortemente la sua posizione.

2. “Mentre eravamo nemici” - Iddio ha intrapreso l’opera di salvezza dei Suoi eletti mentre ancora erano, come tutti gli altri, Suoi nemici. Da nemici sono stati trasformati in amici da quell’opera. L’opera di salvezza è iniziata da Dio, Egli ne ha posto le basi quando essi ancora erano in condizione di ostilità verso di Lui. Questo mette in rilievo quanto incondizionato e determinato sia stato il Suo proposito. Ha iniziato quest’opera e la porterà a sicuro compimento.

3. “Siamo stati riconciliati”, siamo stati portati in consonanza, accordo, in una condizione di amicizia e comunione., Ogni opposizione è stata sciolta, ogni motivo di contrapposizione è stato sanato (la contrapposizione inconciliabile fra la nostra peccaminosità e la Sua santità). Alla riconciliazione fra Lui ed i Suoi eletti c’erano degli ostacoli che dovevano essere eliminati. Essi sono stati rimossi attraverso la morte del Cristo e la riconciliazione è di fatto avvenuta.

Gli ostacoli da parte di Dio erano: (1) mantenere l’onore della Sua Legge; (2) manifestare il Suo odio verso il peccato; (3) sostenere coerentemente la Sua giustizia - che prevede la condanna del trasgressore; (4) e al tempo stesso la Sua misericordia nel perdonare. [“per dimostrare la sua giustizia nel tempo presente affinché egli sia giusto e giustifichi colui che ha fede in Gesù” (Romani 3:26)].

Dio doveva poi rimuovere gli ostacoli da parte dell’essere umano erano: (1) vincere il suo rifiuto di essere riconciliato con Dio; (2) sottomettere, trasformare e santificare il suo cuore; (3) vincere il suo odio per Dio e la Sua legge, il Suo carattere ed il Suo piano di salvezza.

Tutto questo è stato compiuto attraverso il sacrificio del Signore Gesù che prende il nostro posto come trasgressore condannato. Da Dio, però, c’è ancora di più di questo. Vi sono considerazioni ancora più forti da fare al riguardo.

4. “...mediante la Sua vita”. Gli eletti di Dio sono riconciliati a Lui attraverso il valore salvifico della morte di Cristo. E’ possibile includere qui in “morte” la Sua condizione umile e sofferente. La morte ha parvente di grande debolezza, e quella di Cristo di sconfitta dei Suoi piani. I Suoi nemici hanno esultato e si sono rallegrati di averlo ucciso e sepolto. Eppure l’effetto di questa condizione debole, bassa e umile è stata quella di riconciliare i Suoi con Dio. 

L’Apostolo, così afferma: Se in questa condizione, umile, disprezzata e di morte Egli ha potuto realizzare un’opera così grande, quanto più possiamo aspettarci nel fatto che Egli possa preservarli ora da ogni male e condurli al traguardo finale, ora che è il redentore vivente, esaltato e trionfante. Se quanto Egli ha realizzato nella Sua debolezza ed umiltà è stato così potente, quanto più i Suoi poteri, pieni e vigorosi di Redentore esaltato saranno sufficienti per preservarli e portarli al compimento finale della loro salvezza. La salvezza, quindi, è da considerarsi in “tre tempi”: passata, presente e futura.

Questa argomentazione espande ciò che disse Gesù stesso: “Ancora un po', e il mondo non mi vedrà più; ma voi mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete” (Giovanni 14:19).

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