martedì 18 agosto 2009

Ogni cosa alla gloria di Dio

Martedì 18 agosto 2009

Ogni cosa alla gloria di Dio

31 “Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate qualche altra cosa, fate tutto alla gloria di Dio. 32 Non date motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla chiesa di Dio; 33 così come anch'io compiaccio a tutti in ogni cosa, cercando non l'utile mio ma quello dei molti, perché siano salvati. 1 Siate miei imitatori, come anch'io lo sono di Cristo” (1 Corinzi 10:31-33; 11:1).

Il principio che tutto corona, quello che deve ispirare ogni parola, pensiero ed azione del cristiano, è promuovere la gloria di Dio, Colui che si è rivelato di Gesù Cristo, nello spirito del Cristo, in fedeltà al Suo insegnamento, secondo la testimonianza ed esempio degli apostoli. A Paolo fa eco l'apostolo Pietro, quando scrive: “Se uno parla, lo faccia come si annunziano gli oracoli di Dio; se uno compie un servizio, lo faccia come si compie un servizio mediante la forza che Dio fornisce, affinché in ogni cosa sia glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, al quale appartengono la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen” (1 Pietro 4:11). Non c'è parte o aspetto della vita che possa essere considerato irrilevante o così apparentemente insignificante da non potere, anzi, da non dover essere diretto alla gloria di Dio. In ogni cosa, nessuna esclusa, io debbo chiedermi: in che modo io posso, attraverso di essa, dare gloria a Dio, onorarlo, compiacerlo? Certamente facendola nel modo migliore possibile (anche la cosa più ordinaria ed umile), secondo la Sua volontà rivelata, nello spirito di Cristo, sia in privato che in pubblico. Come l'avrebbe fatta Cristo? Gesù disse: “Io ti ho glorificato sulla terra, avendo compiuto l'opera che tu mi hai data da fare” (Giovanni 17:4). L'adempimento fedele del nostro dovere, verso Dio e verso gli altri, dev'essere nostro costante impegno, nelle grandi come nelle piccole cose. Nella prospettiva biblica, infatti, non c'è distinzione fra sacro e profano, fra religione e vita comune “perché al Signore appartiene la terra e tutto quello che essa contiene” (21). Tutto ciò che Dio ha creato, voluto, stabilito, legittimato, è da onorare affinché tramite esso Iddio sia onorato. Tutto è “religione” perché il nostro legame, collegamento con Dio deve essere costante. La sua “linfa vitale” deve procedere costantemente da Lui a noi. Essa è la nostra vita. Non devo pensare, dire o fare nulla, sia in privato come in pubblico del quale io potrei vergognarmene. Io non devo disprezzare né causare il disprezzo per Dio o per alcunché Egli sia, abbia detto o abbia fatto. Se noi di tutto cuore desideriamo dare gloria a Dio, noi non permetteremmo, per quanto stia in noi, che il Suo nome, la Sua causa, la Sua opera, le Sue benedizioni, le Sue ordinanze, la Sua Parola, la Sua chiesa, ecc. sia vituperata, sia causa di scandalo. Potrei io, con il mio comportamento, arrecare danno o disonore a Dio ed alla Sua causa? Quel che l'Apostolo diceva agli ebrei vale anche per noi: “Ora, se tu ti chiami Giudeo, ti riposi sulla legge, ti vanti in Dio, conosci la sua volontà, e sai distinguere ciò che è meglio, essendo istruito dalla legge, e ti persuadi di essere guida dei ciechi, luce di quelli che sono nelle tenebre, educatore degli insensati, maestro dei fanciulli, perché hai nella legge la formula della conoscenza e della verità; come mai dunque, tu che insegni agli altri non insegni a te stesso? Tu che predichi: 'Non rubare!' rubi? Tu che dici: 'Non commettere adulterio!' commetti adulterio? Tu che detesti gli idoli, ne spogli i templi? Tu che ti vanti della legge, disonori Dio trasgredendo la legge? Infatti, com'è scritto: 'Il nome di Dio è bestemmiato per causa vostra fra gli stranieri'” (Romani 2:17-25).

Preghiera. Signore, vigila su di me affinché io Ti onori in ogni cosa. Amen.

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