giovedì 14 giugno 2012

La necessità e la fatica di imparare le cose di Dio


Continuiamo con il capitolo III il saggio "La divina arte del sapersi accontentare" di Thomas Watson: un prezioso gioiello di sapienza puritana. In questo capitolo l'autore riflette sulla necessità e sulla fatica di apprendere le cose di Dio. Le prime due puntate possono essere trovate a questo indirizzo.

Quando l’Apostolo scrive: “Ho imparato!” egli rileva una difficoltà. Mostra infatti con quanta fatica l’Apostolo sia giunto alla disposizione mentale del sapersi accontentare. Non si tratta, infatti, di una disposizione innata. Egli non vi è giunto in modo naturale, ma l’ha dovuta apprendere. Gli è costato molte preghiere e lacrime. Gli è stata insegnata dallo Spirito Santo. Ecco dunque un secondo insegnamento: le cose buone non si ottengono facilmente. La pratica della fede cristiana è più difficile di quanto si possa pensare. L’Apostolo dice: “Ho imparato”. Noi non dobbiamo imparare a peccare: ci viene naturale (Salmo 58:3)[26] e quindi peccare è facile. Sorge come l’acqua da una sorgente. Farci un taglio nella pelle è facile, ma farlo senza incidere un capillare o una vena e non farne uscire sangue è difficile. Non è difficile imparare l’arte del peccare, ma l’arte del sapersi accontentare non si raggiunge senza un santo impegno. “Ho imparato”.
Perché è necessario in questo tanto studio ed esercitazioni?
1. Perché le cose spirituali vanno contro natura. Nella fede cristiana vi sono due cose che vanno contro natura: la prima sono le questioni di fede. 

Pensate, per esempio, alla questione dell’essere giustificati tramite la giustizia di un altro, oppure la necessità di diventare “pazzi” per poter essere saggi[27] o di perdere la nostra vita per salvarla[28]. Tutto questo è contro natura! 

La seconda sono le questioni di pratica, come la rinuncia a noi stessi, il negare di essere saggi da noi stessi e considerarsi ciechi, il rinunciare alla nostra volontà per conformarci a quella di Dio, il “cavarsi un occhio” per non peccare[29], il mortificare in noi stessi i nostri peccati favoriti, l’essere morti al mondo[30], l’abbondare nell’indigenza, per Lui portare la croce e seguire Cristo su aspri sentieri, seguire i principi cristiani quando sono impopolari, non impedire che ci prendano anche la tunica a chi ci vuole strappare il mantello[31]: tutto questo va contro natura e quindi va imparato. 

Pensate poi a quanto vada “contro natura” il serio esame di noi stessi. Prendere il nostro cuore ed esaminarlo attentamente in ogni suo anfratto, sottoporlo ad una inquisizione spirituale o al tribunale della coscienza. Prendere “la lampada” di Davide[32] e mettere in luce tutto quello che c’è in noi, persino i peccati più imbarazzanti ed emettere una sentenza di condanna su noi stessi (2 Samuele 24:17)[33]: tutto questo è “contro natura” e non sarà raggiunto senza apprendimento. 

Pensate al dovere di riformare noi stessi, come Caleb che aveva seguito pienamente il Signore alterando radicalmente il corso della sua vita: tutto questo è contro natura. Quando vedete una pietra che sale verso l’alto, non sta facendo così perché è naturale che lo faccia, ma perché qualcuno o qualcosa le ha impresso con forza quel movimento: così è il movimento dell’anima verso il cielo che deve essere appreso. Carne e sangue non sono abili a fare queste cose. La natura non scaccia la natura più di quanto Satana possa scacciare Satana[34].
2. Perché le cose spirituali sono sovrannaturali. Vi sono cose che in natura sono difficili da trovare, come la causa delle cose, che può solo essere scoperta attraverso lo studio. Aristotele, il grande filosofo che alcuni hanno chiamato un’aquila caduta dal cielo, non era riuscito a trovare una spiegazione sul perché la corrente dell’Euripe, fortissima nel punto di strozzatura, s'inverte sette volte al giorno, con brevi periodi di tregua in cui la navigazione può svolgersi senza rischi e la leggenda dice che per disperazione egli si sarebbe gettato nelle sue acque tumultuose[35]. Le cose di Dio si trovano in una sfera al di sopra della natura ed oltre alle capacità umane di disquisizione. Pensare, per esempio, alla Trinità, all’unione ipostatica[36], al mistero della fede di credere contro speranza[37]. Solo lo Spirito di Dio può illuminare la nostra mente su cose di questo tipo. L’Apostolo le chiama “le profondità di Dio”[38]. L’Evangelo è pieno di preziose perle, ma esse sono inaccessibili ai sensi ed alla ragione. Persino gli angeli del cielo bramerebbero penetrare queste cose con i loro sguardi, ma non possono[39].
Applicazione

Imploriamo lo Spirito Santo affinché ci istruisca. Dobbiamo essere “divinamente avvertiti”[40]. L’eunuco poteva leggere le Scritture ma non comprenderle, fintanto che Filippo non sale sul suo carro per spiegargliele (Atti 8:29). Allo stesso modo lo Spirito di Dio deve “salire sul nostro carro”: Egli ci deve insegnare, altrimenti non potremo imparare. “Tutti i tuoi figli saranno ammaestrati dall'Eterno, e grande sarà la pace dei tuoi figli” (Isaia 54:13 ND). Possiamo ben guardare una meridiana[41], ma se il sole non vi batte sopra, non potremo leggerne l’ora. Possiamo leggere la Bibbia molte volte, ma non ne apprenderemo il proposito fintanto che lo Spirito di Dio non risplenderà nei nostri cuori[42] (2 Corinzi 4:6). Implorate lo Spirito di Dio benedetto! E’ la regale prerogativa di Dio quella di insegnare: “Così parla il SIGNORE, il tuo redentore, il Santo d'Israele: Io sono il SIGNORE, il tuo Dio, che t'insegna per il tuo bene, che ti guida per la via che devi seguire” (Isaia 48:17). 

I ministri di Dio ci possono ripetere la lezione, ma solo Dio ce la può insegnare. Sin da quando Eva aveva prestato ascolto al serpente, noi siamo stati sordi; da quando lei ha guardato l’albero della conoscenza, noi siamo stati ciechi. Quando però Dio viene ad insegnare, Egli rimuove questi impedimenti (Isaia 35:5)[43]

Per natura noi siamo morti (Efesini 2:1)[44]. Chi mai andrebbe ad insegnare ad un uomo morto? Eppure ecco, Dio fa sì che gente morta giunga ad intendere misteri! Dio è il grande maestro. Ecco perché la Parola predicata incide in modo così diverso sui suoi uditori. In un banco di chiesa vi sono due persone e la parola della predicazione si rivela efficace per uno, mentre l’altro rimane come un neonato portato in chiesa da sua madre e non ne trae giovamento. Perché accade questo? Perché lo Spirito soffia su uno e non su un altro. Uno riceve l’unzione di Dio che gli insegna ogni cosa[45], mentre l’altro no. Lo Spirito di Dio parla in modo dolce ma irresistibile. Nella dossologia celeste nessuno poteva imparare il nuovo cantico se non coloro che avevano ricevuto un suggello in fronte (Apocalisse 14:3)[46]. Coloro che sono abili nei misteri della salvezza sono coloro che sono stati suggellati dallo Spirito Santo. Facciamo nostra questa preghiera: “Signore, soffia il Tuo Spirito nella Tua Parola"; e noi abbiamo la promessa che metterà ali alle nostre preghiere: “Se voi, dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!” (Luca 11:13).
Tutto questo per quanto riguarda la prima parte del nostro testo, lo studente, che ho inteso come riflessione preliminare.

Note

[26] Gli empi sono sviati fin dal grembo materno, i bugiardi sono traviati fin dalla nascita” (Salmo 58:3).
[27] Nessuno s'inganni. Se qualcuno tra di voi presume di essere un saggio in questo secolo, diventi pazzo per diventare saggio” (1 Corinzi 3:18).
[28] Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per amor mio e del vangelo, la salverà” (Marco 8:35).
[29] Se l'occhio tuo ti fa cadere in peccato, cavalo; meglio è per te entrare con un occhio solo nel regno di Dio, che avere due occhi ed essere gettato nella geenna” (Marco 9:47).
[30] Colossesi 2:20.
[31] Luca 6:29.
[32] Salmo 119:105.
[33] Davide, vedendo l'angelo che colpiva il popolo, disse al SIGNORE: «Sono io che ho peccato; sono io che ho agito da empio; queste pecore che hanno fatto? La tua mano si volga dunque contro di me e contro la casa di mio padre!»” (2 Samuele 24:17).
[34] Marco 3:23.
[37] Romani 4:18.
[38] 1 Corinzi 2:10.
[39] 1 Pietro 1:12.
[40] Ebrei 11:7 (o “istruiti”).
[42] perché il Dio che disse: «Splenda la luce fra le tenebre», è quello che risplendé nei nostri cuori per far brillare la luce della conoscenza della gloria di Dio che rifulge nel volto di Gesù Cristo” (2 Corinzi 4:6).
[43] Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e saranno sturati gli orecchi dei sordi” (Isaia 35:5).
[44] Dio ha vivificato anche voi, voi che eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati” (Efesini 2:1).
[45] Ma quanto a voi, l'unzione che avete ricevuta da lui rimane in voi, e non avete bisogno dell'insegnamento di nessuno; ma siccome la sua unzione vi insegna ogni cosa ed è veritiera, e non è menzogna, rimanete in lui come essa vi ha insegnato” (1 Giovanni 2:27).
[46] “Nessuno poteva imparare il cantico se non i centoquarantaquattromila, che sono stati riscattati dalla terra” (Apocalisse 14:3).

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