giovedì 28 giugno 2012

Non atti magici ma segni efficaci (sacramenti, 3)

Una terza riflessione sul significato e valore dei due sacramenti.
"E Pietro a loro: «Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo" (Atti 2:38).
Abusi estremi tendono a suscitare reazioni estreme, specialmente nella storia della teologia cristiana. Il sacramentalismo ed il sacerdotalismo cattolico-romano - l'idea che la salvezza sia mediata dal sacerdozio e dai sacramenti - da lungo hanno distorto l'Evangelo biblico. E' comprensibile, così che molti cristiani abbiano trovato risposta a questo problema minimizzando il ruolo del ministero consacrato e dei sacramenti. Gli evangelici moderni, a causa in parte della nostra insistenza sulla verità biblica che la salvezza richiede fede personale in Cristo, un dinamico rapporto esistenziale con Lui, spesso considerano i sacramenti come semplici memoriali. In molti circoli, il Battesimo e la Santa Cena sono ridotti ad ordinanze che eseguiamo semplicemente perché "dobbiamo farlo", e si dà ben poco pensiero al motivo per cui esistono i sacramenti. Inoltre, l'idea che i sacramenti veicolino in modo speciale la grazia è probabilmente estranea a molti evangelici.

Una concezione minimalista dei sacramenti, però, non è una risposta appropriata al sacerdotalismo del Cattolicesimo romano. Le Scritture insegnano una concezione elevata dei sacramenti senza passare dal sacerdotalismo. In molti luoghi l'Apostolo parla delle realtà spirituali che i sacramenti portano in sé come identiche ai sacramenti stessi. Il testo biblico dal quale siamo partiti oggi, per esempio, fa uso di un linguaggio che, a prima vista, sembrerebbe legare il perdono da parte di Dio all'inevitabile risultato del Battesimo d'acqua (Atti 2:38).

Sulla base dell'insistenza che fanno le Scritture che veniamo giustificati per sola fede (Galati 2:15-16), sappiamo che non sono i sacramenti a veicolare i benefici che essi significano per la semplice loro amministrazione. Come possiamo spiegare, però, lo stretto rapporto che la Bibbia attribuisce fra i sacramenti e i benefici che comportano? A questo riguardo, la Confessione di Fede di Westminster può esserci qui utile: " In ogni sacramento v'è un rapporto spirituale, o unione sacramentale, fra il segno e la cosa rappresentata per cui il nome e gli effetti dell'uno vengono attribuiti all'altro" (27:2). Spiritualmente parlando, la connessione fra i segni sacramentali e le realtà invisibili che essi rappresentano è così stretta che giustamente possiamo parlare dei sacramenti che "rendono efficaci" le realtà spirituali che essi rappresentano. I loro benefici non sono veicolati automaticamente, perché  i sacramenti soltanto veicolano la grazia santificante a coloro che li ricevono con fede. Ciononostante, essi veicolano veramente tale grazia a tutti coloro che confidano in Cristo soltanto.

Il testo biblico dello studio di oggi è tratto dalla D/R 66 del Catechismo di Heidelberg, che ci rammenta come la promessa suggellata nei sacramenti sia quella del perdono dei peccati di tutti coloro che trovano in Cristo soltanto il loro riposo. Quando noi crediamo, Dio opera attraverso i sacramenti per indebolire ogni dubbio che potremmo avere su questa preziosa promessa, ed Egli ci rafforza mediante il Suo Spirito affinché ci teniamo stretti a Cristo in ogni circostanza della nostra vita. 
D. 66. Che cosa sono i sacramenti?
R. Sono segni e sigilli visibili e santi istituiti da Dio, per darci, attraverso la loro celebrazione, una migliore comprensione della promessa del Vangelo e per suggellarla per noi; cioè, a causa dell'unico sacrificio di Cristo compiuto sulla croce, Dio ci offre per grazia il perdono dei peccati e la vita eterna.

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