D. 44. In che modo Cristo svolge la funzione di sacerdote?
R. Cristo svolge la funzione di sacerdote nel Suo offrire Sé stesso in sacrificio puro da ogni colpa a Dio per essere la riconciliazione per i peccati del Suo popolo, come pure nell'intercedere continuamente per loro. [Catechismo Maggiore di Westminster, D//R 44].Vi sono molte religioni che si avvalgono dell'opera di sacerdoti. Il Cattolicesimo romano li ritiene essenziali, e così pure il Mormonismo. Abbiamo bisogno di sacerdoti? No, secondo l'insegnamento delle Sacre Scritture abbiamo bisogno di un Sacerdote soltanto, il Sacerdote per eccellenza, unico ed insostituibile, il Signore e Salvatore Gesù Cristo. Egli è il solo Mediatore fra noi e Dio. Egli ha offerto Sé stesso in sacrificio per il perdono dei nostri peccati. Presso di Lui possiamo andare liberamente e con fiducia e avvalerci per fede delle Sue virtù ed opera. Questa D/R del Catechismo ci parla della funzione sacerdotale dell'opera di Gesù. Eccone un approfondimento.
La funzione (o ufficio) di sacerdote differisce da quella di profeta. Il profeta opera come rappresentante di Dio nel parlare all'uomo, mentre il sacerdote è il rappresentante dell'uomo nell'accostarsi a Dio.
Per poter svolgere la funzione di sacerdote egli deve avere particolari caratteristiche, quelle espresse in Ebrei 5:1-4 "Infatti ogni sommo sacerdote, preso tra gli uomini, è costituito per il bene degli uomini nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati; così può avere compassione verso gli ignoranti e gli erranti, perché anch'egli è soggetto a debolezza; ed è a motivo di questa che egli è obbligato a offrire dei sacrifici per i peccati, tanto per se stesso quanto per il popolo. Nessuno si prende da sé quell'onore; ma lo prende quando sia chiamato da Dio, come nel caso di Aaronne".
- Il sacerdote deve essere "preso tra gli uomini", cioè un essere umano. Un angelo non avrebbe potuto rappresentare degli esseri umani nell'accostarsi a Dio.
- Il sacerdote deve essere in grado di avere compassione "verso gli ignoranti e gli erranti" perché egli stesso è "soggetto a debolezza", o "rivestito" o "circondato" di debolezza, in greco "περίκειται ἀσθένειαν" (perikeitai astheneian).
- Il sacerdote non deve assumersi da solo (attribuire a sé stesso) questa funzione, ma deve essere chiamato da Dio. "Nessuno si prende da sé quell'onore; ma lo prende quando sia chiamato da Dio, come nel caso di Aaronne" (Ebrei 5:4).
- Il sacerdote "è costituito per il bene degli uomini nelle cose che riguardano Dio", è il loro rappresentante.
- Il sacerdote deve offrire doni e sacrifici per i peccati.
- Il sacerdote deve intercedere per loro, a loro favore. "Perciò egli può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio, dal momento che vive sempre per intercedere per loro" (Ebrei 7:25).
- In virtù della Sua incarnazione, assumendo cioè natura umana, diventando uomo. Poteva quindi essere "preso tra gli uomini".
- Perché era "rivestito di debolezza", soffrendo in prima persona le miserie della condizione umana. "Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza, pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia" (Isaia 53:3).
- Non aveva attribuito a Sé stesso questa funzione, ma era stato chiamato da Dio come nel caso di Aaronne.
- Come "secondo Adamo", mediatore del Patto di Grazia, Cristo è il rappresentante di tutto il popolo eletto di Dio, agendo quindi come rappresentante "per il bene degli uomini nelle cose che riguardano Dio".
- Egli depone la Sua vita sul Calvario come sacrificio per i peccati del Suo popolo, adempiendo così le funzioni sacrificali dell'ufficio sacerdotale. "Nessuno me la toglie, ma io la depongo da me. Ho il potere di deporla e ho il potere di riprenderla. Quest'ordine ho ricevuto dal Padre mio" (Giovanni 10:18).
- Egli intercede per il Suo popolo durante la Sua vita terrena (cfr. Giovanni 17) e continua a intercedere per il Suo popolo alla destra di Dio Padre in Cielo."Perciò egli può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio, dal momento che vive sempre per intercedere per loro" (Ebrei 7:25)."Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi" (Romani 8:34).
I cristiani non hanno più bisogno di sacerdoti in quanto vocazione ministeriale specifica (né diretta né delegata) perché Cristo ha assunto una volta per sempre questa funzione per tutto il popolo di Dio. Gesù ha infatti offerto Sé stesso per sempre come sacrificio unico ed irripetibile ed Egli stesso vive per sempre per intercedere per loro direttamente.
L'antico sacerdozio in Israele si poneva nella linea di Aaronne, ma nel 70 A. D. con la distruzione di Gerusalemme tutto quel sistema è stato pure perduto per sempre. Non vi è più alcun sacerdozio aaronico. Gesù è collegato al sacerdozio di Melchisedec che precede quello di Aaronne. Oggi non c'è più alcun bisogno che vi siano altri che intercedano per noi davanti a Dio (né persone né sulla terra né in cielo) dato che è Gesù a farlo perfettamente. "Infatti c'è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo" (1 Timoteo 2:5).
Il Nuovo Testamento, inoltre, afferma che tutti i credenti sono, in un altro senso, sacerdoti "Ma voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato, perché proclamiate le virtù di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa" (1 Pietro 2:9).
Il ruolo del sacerdote non è menzionato negli elenchi di ministeri della chiesa, ad esempio in Efesini 4:11-12 "È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori, per il perfezionamento dei santi in vista dell'opera del ministero e dell'edificazione del corpo di Cristo".
Le chiese evangeliche, perciò, hanno i ministeri del pastore e dell'anziano (responsabili di chiesa), che pure assolvono in parte le funzioni di evangelisti, insegnanti e apostoli). Esse respingono l'idea che vi debbano perciò essere dei mediatori fra noi e Dio. Noi confessiamo i nostri peccati a Dio e non ad uomini (per quanto volontariamente potremmo chiedere a un nostro fratello o sorella in fede di fiducia, di aiutarci a vederci chiaro nella nostra vita e a confessare a Dio i nostri peccati). "Confessate dunque i vostri peccati gli uni agli altri, pregate gli uni per gli altri affinché siate guariti; la preghiera del giusto ha una grande efficacia" (Giacomo 5:16).
Nessun commento:
Posta un commento