venerdì 31 agosto 2012

Lo Spirito di Dio predica sempre a persone in carne ed ossa!

Per integrare la riflessione che abbiamo fatto ieri sulla D/R 50 del Catechismo Maggiore di Westminster desidero oggi fare un excursus sulla questione se Cristo, nei tre giorni fra la Sua morte e la Sua risurrezione, sia andato oppure no a predicare la salvezza a spiriti dell'oltretomba tenuti in "stato di sospensione", così come afferma la dottrina tradizionale.

Ad alcuni sicuramente oggi questa parrà una "questione peregrina" di scarsa importanza, altri prendono per scontata la cosa riflettendo persuasioni di varia natura che oggi continuano a circolare (ad esempio nel Cattolicesimo romano che, al riguardo, sui vari "regni dell'aldilà" conserva elaborate costruzioni dottrinali). Si tratta sicuramente di una questione ricorrente nella teologia cristiana di ogni epoca. La voglio affrontare in un primo mio intervento analizzando un testo biblico spesso usato proprio per avvalorare come Cristo sia andato a predicare a "spiriti in carcere", vale a dire 1 Pietro 3:18-22. E' così? No, lo nego.

In questo articolo ci proponiamo così di comprendere il testo di 1 Pietro 3:18:22, in particolare la porzione notoriamente controversa che dice che Cristo, in spirito, "...andò anche a predicare agli spiriti trattenuti in carcere" (v. 19). Che vuol dire? In che senso?
L'esempio di Cristo nelle sue afflizioni 
18 Anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio. Fu messo a morte quanto alla carne, ma reso vivente quanto allo spirito. 19 E in esso andò anche a predicare agli spiriti trattenuti in carcere, 20 che una volta furono ribelli, quando la pazienza di Dio aspettava, al tempo di Noè, mentre si preparava l'arca, nella quale poche anime, cioè otto, furono salvate attraverso l'acqua. 21 Quest'acqua era figura del battesimo (che non è eliminazione di sporcizia dal corpo, ma la richiesta di una buona coscienza verso Dio). Esso ora salva anche voi, mediante la risurrezione di Gesù Cristo, 22 che, asceso al cielo, sta alla destra di Dio, dove angeli, principati e potenze gli sono sottoposti.
Il testo di fatto, nonostante tutte le speculazioni che sono state fatte al riguardo, è molto più semplice di quello che potrebbe apparire. Le peculiarità del linguaggio biblico e la sua traduzione letterale, infatti, può trarre facilmente in inganno.

(18) "Anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio. Fu messo a morte quanto alla carne, ma reso vivente quanto allo spirito". Qui, "reso vivente quanto allo spirito" andrebbe piuttosto reso: "reso vivente dallo Spirito (Santo)" che era in Lui. Per cui (19) "E in esso andò anche a predicare agli spiriti trattenuti in carcere" vale a dire: "Quello stesso Spirito (lo Spirito di Cristo) aveva predicato (l'appello al ravvedimento attraverso Noè) agli spiriti umani (lo spirito di persone in carne ed ossa) tenuti come in carcere dalla dall'accusa di iniquità che era stata loro rivolta da Dio e che, nella Sua pazienza, aveva loro concesso del tempo prorogando l'esecuzione della loro condanna in vista del loro pentimento. Infatti, (20) "che una volta furono ribelli, quando la pazienza di Dio aspettava, al tempo di Noè, mentre si preparava l'arca, nella quale poche anime, cioè otto, furono salvate attraverso l'acqua". (21) "Quest'acqua era figura del battesimo... ecc.".

Quindi: gli abitanti del mondo anti-diluviano erano stati disubbidienti, e essendo stati accusati delle più flagranti trasgressioni contro Dio, erano stati condannati dalla giusta legge di Dio ad essere distrutti. Il loro castigo, però, era stato ritardato per concedere loro l'opportunità del ravvedimento e quindi del perdono. La pazienza di Dio aveva atteso ben 120 anni, anni che erano stati concessi loro a questo proposito. E' ciò che pure afferma Romani 2:4 in altro contesto: "Disprezzi le ricchezze della sua bontà, della sua pazienza e della sua costanza, non riconoscendo che la bontà di Dio ti spinge al ravvedimento?". Durante questo tempo, come criminali dei quali è stata provata la colpa, essi sono rappresentati come gente in prigione - persone (o come persone "dallo spirito imprigionato") come "tenuti agli arresti" dalla giustizia divina, che attendeva o il loro ravvedimento o la fine del periodo di proroga dell'esecuzione della condanna.

Che lo Spirito di Dio avesse loro dichiarato apertamente le colpe in cui erano incorsi e li avesse fortemente ripresi, è evidente da Genesi 6:3 "Il SIGNORE disse: «Lo Spirito mio non contenderà per sempre con l'uomo poiché, nel suo traviamento, egli non è che carne; i suoi giorni dureranno quindi centoventi anni»". Lo Spirito di Dio (lo stesso Spirito di Cristo) aveva suscitato il giusto Noè che non solo aveva creduto alla Parola di Dio e costruito un'arca di salvezza secondo le istruzioni di Dio, ma che pure predicava alla Sua generazione il giudizio di Dio facendo appello a che essa si ravvedesse: "Per fede Noè, divinamente avvertito di cose che non si vedevano ancora, con pio timore, preparò un'arca per la salvezza della sua famiglia; con la sua fede condannò il mondo e fu fatto erede della giustizia che si ha per mezzo della fede" (Ebrei 11:7).

La seconda lettera di Pietro chiama espressamente Noè "predicatore di giustizia": "...se non risparmiò il mondo antico ma salvò, con altre sette persone, Noè, predicatore di giustizia, quando mandò il diluvio su un mondo di empi" (2 Pietro 2:5). Essi, però, non credono alla predicazione di Noè (suscitata dallo Spirito di Dio o di Cristo), il tempo della pazienza di Dio termina ed essi subiscono finalmente la sentenza che era stata loro annunziata se non si fossero ravveduti, mentre Noè e i suoi si salvano.

Alcuni pensano che l'uso che Pietro fa del termine "spiriti" (in carcere) renda improbabile questa interpretazione, dicendo che, invece, si tratti di "spiriti privi di corpo". Questa obiezione, che proviene più che altro da persone influenzate dallo spiritualismo della cultura greca, contrapposto alla concretezza del pensiero ebraico, però, non regge. Il termine "spiriti", infatti, viene pure attribuito a persone viventi in carne ed ossa, ad esempio, in Ebrei 12:23 "...all'assemblea dei primogeniti che sono scritti nei cieli, a Dio, il giudice di tutti, agli spiriti dei giusti resi perfetti", dove si intende uomini giusti, persone ancora nella chiesa militante. Allo stesso modo l'espressione "Padre degli spiriti" in Ebrei 12:9: "Inoltre abbiamo avuto per correttori i nostri padri secondo la carne e li abbiamo rispettati; non ci sottometteremo forse molto di più al Padre degli spiriti per avere la vita?" indica persone ancora nel corpo, così come Numeri 6:22; 27:16 l'espressione "il Dio degli spiriti di ogni carne" (ND), (reso con: "Dio degli spiriti di ogni creatura", "Dio della vita in ogni essere vivente") significa il Dio di persone in carne ed ossa, non di spiriti privi di corpo.

L'equivoco, quindi, sorge dai termini "spirito - spiriti". Il primo è da intendersi lo Spirito di Dio e di Cristo (con la S maiuscola), mentre con il secondo si intendono "spiriti umani" di persone in carne ed ossa. E' la stessa ambiguità che esiste nel testo di Romani 8:16: "Lo Spirito stesso attesta insieme con il nostro spirito che siamo figli di Dio".

Questo testo, quindi, non ha nulla a che fare con l'idea che durante i tre giorni fra la Sua morte e la Sua risurrezione, Cristo sia andato a predicare a spiriti imprigionati nell'oltretomba per dare loro l'opportunità della salvezza. Lo Spirito di Dio, lo Spirito di Cristo, predica l'Evangelo della salvezza, il ravvedimento ed il perdono di Dio, sempre a persone in carne ed ossa, non a "spiriti" in imprecisate regioni dell'aldilà!

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