sabato 15 settembre 2012

L'unica via: una dottrina impopolare (I benefici di Cristo, 4)

59. D. Possono coloro che non hanno mai udito l’Evangelo, e che così non conoscono Gesù Cristo, e non credono in Lui, essere salvati mediante la loro vita vissuta secondo la luce di natura?
R. Coloro che, non avendo mai udito l’Evangelo e che così non conoscono Gesù Cristo né credono in Lui, non possono essere salvati, per quanto diligenti siano di impostare la loro vita secondo la luce della natura, o le leggi della religione che professano; né vi è salvezza alcuna in altri se non Gesù Cristo, che è il Salvatore del Suo corpo, la chiesa. (Catechismo Maggiore di Westminster, D/R 60).
Se partiamo dal presupposto biblico che tutta l’umanità, discendente da Adamo, a causa dei suoi peccati, è sottoposta alla giusta ed inappellabile condanna da parte di Dio e che Dio ha provveduto, nel Suo Figlio Gesù Cristo, primogenito di una nuova umanità, il ricupero di una parte di essa, ci chiediamo: e le altre religioni? Evidentemente non possono che essere considerate altro che vicoli ciechi, tentativi illusori e fallimentari di rappresentarsi Dio, raggiungerlo e stabilire comunione con Lui.
La Bibbia è chiara ed inequivocabile a questo riguardo. Gesù disse: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6). Il che è riflesso dall’inequivocabile predicazione apostolica: “In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati” (Atti 4:12). L’apostolo Paolo, recatosi ad Atene, tollerante città dove venivano praticate innumerevoli religioni e filosofie, “lo spirito gli s’inacerbiva dentro nel vedere la città piena di idoli”. Là egli predica apertamente:“…Il Dio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso, essendo Signore del cielo e della terra, non abita in templi costruiti da mani d’uomo”. Parlando, poi, di Gesù Cristo, egli afferma: “[Dio] ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia per mezzo dell’uomo ch’egli ha stabilito, e ne ha dato sicura prova a tutti, risuscitandolo dai morti” (Atti 17). Sono solo alcuni esempi fra gli innumerevoli che indicano chiaramente come la Bibbia non preveda alcun altra via di salvezza per l’umanità se non quella che passa per Gesù di Nazareth, il Cristo, il Messia. “E noi abbiamo veduto e testimoniamo che il Padre ha mandato il Figlio per essere il Salvatore del mondo” (1 Giovanni 4:14).
Tutto questo, però, non piace alla nostra generazione tendenzialmente sincretistica e neo-pagana. Persino nell’ambito cristiano, con somma incoerenza rispetto al chiaro messaggio biblico, c’è chi è disposto ad ammettere l’esistenza di altre vie di salvezza; oppure ad affermare benevolmente che “non importa ciò in cui si crede, basta essere sinceri”; e magari anche immaginare un “amore di Dio” disposto ad “abbracciare tutti” ma anche a contraddire palesemente quanto Egli stesso ha dichiarato nella Bibbia. C’è da chiedersi, infatti, che cosa questi abbiano capito delle basi delle fede cristiana, dei suoi presupposti, o come si possano sostenere principi così in contraddizione l’uno con l’altro. La logica, infatti, fa molto difetto alla nostra generazione. Persistere ad affermare che esistano più vie di salvezza nonostante ciò che afferma la Bibbia può solo significare relativizzare l’autorità biblica e assolutizzare i “pii desideri” umani, salvo trovare sofismi ed equilibrismi verbali nel patetico tentativo di conciliare le affermazioni della Bibbia con la “sapienza di questo mondo”.
Che piaccia dunque o non piaccia, se lo si trova conveniente o o “ragionevole” oppure meno, se vogliamo essere coerenti con l’insegnamento biblico, dobbiamo poter dire apertamente e senza riserve quanto afferma la risposta alla domanda 60 del nostro Catechismo: Coloro che, non avendo mai udito l’Evangelo e che così non conoscono Gesù Cristo né credono in Lui, non possono essere salvati, per quanto diligenti siano di impostare la loro vita secondo la luce della natura, o le leggi della religione che professano; né vi è salvezza alcuna in altri se non Gesù Cristo, che è il Salvatore del Suo corpo, la chiesa. Che cosa implicano queste affermazioni?
1) I pagani che non hanno mai udito l’Evangelo non saranno condannati per non aver creduto in Cristo, ma a causa dei loro peccati, come tutti. Essi, infatti, essendo discendenza di Adamo, fanno parte di un’umanità condannata. “Infatti, tutti coloro che hanno peccato senza legge periranno pure senza legge; e tutti coloro che hanno peccato avendo la legge saranno giudicati in base a quella legge”(Romani 2:12).
2) Coloro che seguono “la luce della natura” non possono essere salvati per quanto diligenti siano di impostare la loro vita secondo di essa perché l’intero genere umano si trova in condizione di caduta e tutti nascono con un cuore peccaminoso che li rende inclini al male. Tutti, quindi, sono venuti meno anche di ciò che sanno essere giusto secondo la luce di natura. Dato che il salario del peccato è la morte, coloro che sono in condizione di peccato sono sottoposti alla sentenza di morte.
3) Coloro che seguono altre religioni non possono essere salvati per quanto diligenti siano nell’impostare la loro vita secondo le leggi della religione che professano, perché essa contraddice quanto Dio ha rivelato di Sé stesso e della via della salvezza nella Sua Parola. Sebbene le religioni possano tutte contenere elementi di verità, come sistema esse sono false. Nessuna di esse contiene la verità di cui i peccatori hanno bisogno: la verità sulla via di salvezza dal peccato attraverso il Signore e Salvatore Gesù Cristo, mediatore unico ra Dio e uomo. Non importa quanto zelo abbiano per i doveri della loro religione, essa non li può salvare. Se nemmeno il grande zelo di Paolo come fariseo poteva salvarlo, quanto meno lo può lo zelo e la sincerità dei pagani li può condurre alla salvezza.
4) La “sincerità” non ha mai salvato nessuno, perché si può essere “sinceramente in errore”. Che basti la “sincerità” è un pensiero molto moderno, ma il verdetto della Scrittura va in direzione opposta. La sincerità non ha valore a parte dalla verità. Più una persona è sincera in una religione falsa, più sicuramente si troverà sulla via della rovina.
5) V’è poi chi dice che Dio sarebbe ingiusto a condannare chi non ha mai udito l’Evangelo. Se Dio dovesse salvare o anche solo dare “un’opportunità di salvezza” ad ogni essere umano, allora sì, sarebbe ingiusto se Dio condannasse coloro che non hanno mai udito l’Evangelo. Dio, però, non deve proprio nulla a nessuno. Egli non ha alcun obbligo di provvedere salvezza, o un’offerta di salvezza. Non c’è quindi alcuna ingiustizia nel concedere ad alcuni la grazia e passare oltre ad altri, lasciandoli patire la pena che comunque giustamente meritano.
6) C’è chi contesta ed afferma: “Non mostrerebbe Dio forse parzialità nel salvare qualcuno e non altri”? Certo di fatto Dio è parziale: Dio dà ad alcuni ciò che Egli, nella Sua divina provvidenza, nega ad altri. Lo stesso è vero quando impartisce salute, intelligenza, prosperità e le benedizioni ordinarie della vita. Nella Sua provvidenza Dio dà ad alcuni ciò che nega ad altri: questo è certamente parzialità. Dio non tratta tutti allo stesso modo. Non si tratta però di ingiustizia, perché Dio non deve alcuna benedizione ad alcuno, né ha dei riguardi personali, perché quale sia il motivo del comportamento di Dio, questo non è motivato dal carattere o giustizia della persona che riceve la salvezza. Al contrario, si tratta di grazia immeritata che gli eletti sono salvati dal peccato a vita eterna.
7) L’unica speranza di salvezza che l’umanità può avere è nella diffusione dell’Evangelo della grazia di Dio in Gesù Cristo e che chiama al ravvedimento ed alla fede in Lui. Questo è il compito che ieri ed oggi il Signore Gesù affida ai Suoi discepoli: “E Gesù, avvicinatosi, parlò loro, dicendo: «Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popolibattezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente»” (Matteo 28:18-20). Questo i cristiani fedeli di ogni tempo hanno fatto e continuano a fare in ubbidienza al Signore Gesù Cristo. Tutto il resto sono solo chiacchiere e pie ma infondate intenzioni,

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