Dato che a plasmare la persona è la cultura, il gruppo dominante della società o un modo di pensare come il retaggio giudeo-cristiano tenderebbe a forzare coloro che divergono da esso ai margini della società (ad esempio i gay oppure persino coloro che stanno scontando una pena in carcere!). I post-modernisti cercano così di “soccorrere” e “dare voce” ai gruppi “marginalizzati” della società dando loro la forza necessaria per vincere l’oppressione e vivere come loro piace.
Questo viene scambiato, dai post-modernisti “cristiani” come sommamente “evangelico”. Il desiderio di dare a tutti una voce ha portato così alla “correttezza politica” ed alla “tolleranza”. Ecco allora come diventi OK criticare il gruppo dominante come le chiese tradizionali perché questo farebbe parte del processo di sottrarre loro potere per darlo agli “oppressi”, ma criticare i gruppi “oppressi” non va bene, è “scandaloso”, sarebbe espressione di “razzismo”, perché così “rafforzerebbe il problema”. Le chiese cristiane tradizionali, quindi, quelle che non condividono l’ideologia postmodernista, sono considerate come particolarmente “pericolose” perché “persistono” a credere che certe cose siano giuste ed altre sbagliate, “reprimendo” così coloro che non condividono queste persuasioni.
2. Il secondo precetto del post-modernismo riguarda il modo in cui si può giungere a conoscere. La conoscenza del mondo non la si scopre, ma la si “costruisce”. La nostra percezione della realtà sarebbe determinata dalla nostra cultura. Imprigionati nella nostra soggettività, non riusciamo a percepire il mondo esterno così com’è.
Dato che siamo stati culturalmente programmati, non non “scopriamo” nulla, ma “costruiamo” la conoscenza, la produciamo mentre viviamo. Per conoscere qualcosa in modo oggettivo bisognerebbe trascendere la nostra programmazione culturale: questo, secondo i post-modernisti, è impossibile. Di fatto, in questo c’è un poco di verità. Sfortunatamente i postmodernisti lo assolutizzano. Piuttosto che considerare la Bibbia come il solo modo per vedere oggettivamente la vita, indipendentemente dalla programmazione culturale, essi considerano la Bibbia stessa come un altro costrutto sociale che riflette “concezioni del mondo assolutiste” di gente vissuta 2000 anni fa. Coloro che credono in essa sono spesso etichettati come intolleranti e dalla mente ristretta…
3. Il terzo tema postmoderno procede logicamente dai primi due. La verità sarebbe relativa e ciascun gruppo od individuo decide per sé stesso che cosa sia vero. Ciò che è vero e giusto per una persona o un gruppo non è necessariamente vero per un altro. Non si crede qualcosa perché sia vero – essi dicono – ma è vero perché è creduto. Per esempio, non c’è nulla di “giusto” sul matrimonio monogamo eterosessuale perché dipenderebbe dalle convenzioni e tradizioni culturali, e non ci sarebbe nulla di “sbagliato” con l’omosessualità se non il pregiudizio culturale che lo accompagna. Non esisterebbe, così, alcun criterio oggettivo od autorità per il giudizio morale.
Le concezioni postmoderne sono sempre più diffuse nella nostra società. Non c’è concezione del mondo che maggiormente soffra dalla negazione del concetto di verità che il Cristianesimo. Perchè? Perché il Cristianesimo è fondato su verità oggettive. Gesù disse: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6). Questo è uno schiaffo in faccia al pensiero relativista postmoderno.
Gesù, come Figlio di Dio, parla con autorità. Egli parla secondo verità a proposito di morale, significato, le nostre origini e destino. Questa verità non solo è applicabile al tempo di Gesù, ma trascende ogni civiltà e cultura. Oggi, però, il post-modernismo sta “re-immaginando” Gesù Cristo e “decostruendo” la Bibbia per renderla conforme alle credenze post-moderne. In questione è il fondamento stesso della nostra fede.
Convinzioni secolari sono messe in questione e considerate solo convenzioni culturali. Si mina alla base ciò sul quale molti cristiani fondano la loro fede e pochi sono preparati per rispondere a questo attacco massiccio alla verità. Martin Lutero disse: “Se io professo con voce alta e chiara ogni porzione della verità di Dio eccetto quel piccolo punto che il mondo ed il diavolo stanno attaccando in questo momento, non sto confessando Cristo”. Come dovremmo professare Gesù Cristo in questo tempo? Adattandoci al clima prevalente o coraggiosamente ribadendo le verità di sempre?
Come rispondere
In primo luogo dobbiamo rammentare che la risurrezione di Gesù Cristo è un fatto storico e che essa convalida la Sua affermazione di essere il Figlio di Dio, Colui che era “pieno di grazia e di verità”(Giovanni 1:14). Il Figlio di Dio ha detto la verità (Giovanni 8:31,32) e noi abbiamo la verità nella forma della ispirata Parola di Dio (2 Timoteo 3:16). Se vogliamo vincere nel nostro tempo, e se vogliamo toccare il cuore del postmodernista, dobbiamo proclamare la verità con sensibilità e coraggio. Nel cuore del postmodernista c’è un vuoto tremendo. Non ha risposte per la morale e nessuna base per dare significato alla sua vita, Le evidenze di questo ci stanno attorno, ma noi abbiamo la soluzione. La rilevanza e la verità del messaggio cristiani risponde ai bisogni umani più profondi.
In secondo luogo, dobbiamo fare esperienza e vivere un rapporto con Gesù Cristo che trasformi la vita. La cultura esercita un’influenza tremenda sulla nostra vita, ma le Sacre Scritture affermano la verità che noi possiamo essere trasformati (Romani 12:2). La credenza postmoderna che la cultura sia assoluta e che ci plasmi tanto da potere affermare che non abbiamo alcuna reale libertà, è una menzogna distruttiva. Il post-modernismo rende schiavi della sua ideologia. Gesù sfidava la cultura del Suo tempo. Così faceva l’apostolo Paolo dopo aver lasciato alle sue spalle molti aspetti del suo retaggio israelita. Una simile trasformazione avviene pure quando cominciamo a seguire Cristo. Come dice 2 Corinzi 5:17: “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, tutte le cose sono diventate nuove”.
In terzo luogo dobbiamo rammentarci che è stato Dio a creare la razionalità e la ragione. I padri della scienza moderna (Bacone, Galileo, Keplero, Copernico) abbracciavano tutti una concezione del mondo cristiana. Essi credevano in un Dio ragionevole che ha creato un mondo ragionevole. E’ per questo che l’uomo, in virtù delle sue capacità di ragionare donate da Dio, poteva scoprire la forma dell’universo. Noi abbiamo la capacità di scoprire almeno una qualche verità su certe cose. Questa è la posizione più razionale e ragionevole, verificata molte volte. I post-modernisti insistono che la verità sia relativa. Se però non è possibile conoscere la verità, allora i post-modernisti con possono sostenere che la loro posizione sia vera senza contraddire sé stessi. Allora dobbiamo con amore e pazienza portare persone confuse alle logiche conclusioni della loro concezione del mondo fallimentare.
Il pensiero postmoderno ha un problema ancora. Affermando che la realtà di ciascuno sia differente, esso distrugge la possibilità stessa che si possano intrattenere con gli altri dei rapporti significativi. Per molti, la vita è un luogo solitario, con nessun senso di certezza che quello di cui fanno esperienza sia reale. In breve, i post-modernisti possono apparire chiusi all’Evangelo (quello autentico, non quello da loro riveduto e corretto), persino ostili ad esso, eppure hanno dei bisogni profondi ai quali solo Cristo può sovvenire.
Come rispondere
In primo luogo dobbiamo rammentare che la risurrezione di Gesù Cristo è un fatto storico e che essa convalida la Sua affermazione di essere il Figlio di Dio, Colui che era “pieno di grazia e di verità”(Giovanni 1:14). Il Figlio di Dio ha detto la verità (Giovanni 8:31,32) e noi abbiamo la verità nella forma della ispirata Parola di Dio (2 Timoteo 3:16). Se vogliamo vincere nel nostro tempo, e se vogliamo toccare il cuore del postmodernista, dobbiamo proclamare la verità con sensibilità e coraggio. Nel cuore del postmodernista c’è un vuoto tremendo. Non ha risposte per la morale e nessuna base per dare significato alla sua vita, Le evidenze di questo ci stanno attorno, ma noi abbiamo la soluzione. La rilevanza e la verità del messaggio cristiani risponde ai bisogni umani più profondi.
In secondo luogo, dobbiamo fare esperienza e vivere un rapporto con Gesù Cristo che trasformi la vita. La cultura esercita un’influenza tremenda sulla nostra vita, ma le Sacre Scritture affermano la verità che noi possiamo essere trasformati (Romani 12:2). La credenza postmoderna che la cultura sia assoluta e che ci plasmi tanto da potere affermare che non abbiamo alcuna reale libertà, è una menzogna distruttiva. Il post-modernismo rende schiavi della sua ideologia. Gesù sfidava la cultura del Suo tempo. Così faceva l’apostolo Paolo dopo aver lasciato alle sue spalle molti aspetti del suo retaggio israelita. Una simile trasformazione avviene pure quando cominciamo a seguire Cristo. Come dice 2 Corinzi 5:17: “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, tutte le cose sono diventate nuove”.
In terzo luogo dobbiamo rammentarci che è stato Dio a creare la razionalità e la ragione. I padri della scienza moderna (Bacone, Galileo, Keplero, Copernico) abbracciavano tutti una concezione del mondo cristiana. Essi credevano in un Dio ragionevole che ha creato un mondo ragionevole. E’ per questo che l’uomo, in virtù delle sue capacità di ragionare donate da Dio, poteva scoprire la forma dell’universo. Noi abbiamo la capacità di scoprire almeno una qualche verità su certe cose. Questa è la posizione più razionale e ragionevole, verificata molte volte. I post-modernisti insistono che la verità sia relativa. Se però non è possibile conoscere la verità, allora i post-modernisti con possono sostenere che la loro posizione sia vera senza contraddire sé stessi. Allora dobbiamo con amore e pazienza portare persone confuse alle logiche conclusioni della loro concezione del mondo fallimentare.
Il pensiero postmoderno ha un problema ancora. Affermando che la realtà di ciascuno sia differente, esso distrugge la possibilità stessa che si possano intrattenere con gli altri dei rapporti significativi. Per molti, la vita è un luogo solitario, con nessun senso di certezza che quello di cui fanno esperienza sia reale. In breve, i post-modernisti possono apparire chiusi all’Evangelo (quello autentico, non quello da loro riveduto e corretto), persino ostili ad esso, eppure hanno dei bisogni profondi ai quali solo Cristo può sovvenire.
Quando i cristiani vivono una fede autentica e vibrante, essa comunica chiaramente la verità e raccoglie una comunità amorevole nella quale ci si prende cura vicendevole. Ad essa i post-modernisti risponderanno positivamente e saranno pronti a rivedere le loro posizioni, scoprendole in tutta la loro falsità.
Nessun commento:
Posta un commento