sabato 3 novembre 2012

Adottati (La dinamica della salvezza, 8)

74. D. Che cos'è l'adozione? 
R. L'adozione è un atto della grazia libera di Dio, in e per mezzo del Suo unico Figlio Gesù Cristo, per la quale tutti coloro che sono giustificati, vengono accolti nel numero dei Suoi figli, viene imposto loro il Suo nome, viene dato loro lo Spirito di Suo Figlio, sono sottoposti alla Sua paterna cura e dispensazioni, ammessi a tutte le libertà e privilegi dei figli di Dio, fatti eredi di tutte le Sue promesse e coeredi con Cristo nella gloria. (Catechismo maggiore di Westminster, D/R 74),
L’esperienza dell’orfano o del figlio abbandonato dai suoi genitori e che viene adottato da una coppia, entrando così a far parte di una nuova famiglia della quale si godono tutti i diritti come i figli naturali, è un’esperienza davvero straordinaria per chi ne è oggetto. L’esperienza dell’adozione è pure quella di ogni cristiano, il quale si rende conto di essere stato scelto in Cristo per far parte a pieno titolo della famiglia di Dio con Lui.

L'opera di salvezza intrapresa da Dio attraverso il Cristo, comporta diversi aspetti e può essere guardata da diverse angolature. Dal punto di vista legale (quello della Legge di Dio) la giustificazione è l’atto per il quale Dio dichiara giusto ai Suoi occhi chi ripone la Sua completa fiducia in Cristo. Questo può avvenire perché la giustizia di Cristo per grazia gli è accreditata.

L’opera della salvezza può essere considerata pure sotto l’aspetto dei rapporti personali. Dio è Padre e Gesù Cristo è il diletto ed amato Suo Figlio unigenito: essi condividono la stessa natura. Fra di loro intercorre un rapporto unico nel suo genere al quale si può applicare l’analogia della famiglia. L'opera di salvezza intrapresa da Dio attraverso il Cristo è così pure definita come adozione in quanto Dio adotta dei peccatori scelti come Suoi Figli chiamandoli a far parte della Sua famiglia. Egli li trasforma ad immagine di Cristo e li rende partecipi dei privilegi inerenti a questa nuova loro condizione. Essi hanno il diritto di portarne il nome. Gesù diventa loro fratello ed essi sono ora coeredi con Lui.

È così che giustificazione e adozione non sono due distinte fasi della salvezza, ma aspetti della medesima realtà, ciò che Dio compie quando accorda la grazia della salvezza in Cristo a delle creature umane decadute. Nell’ordine presentato dal Catechismo, la giustificazione viene prima dell’adozione solo perché la categoria della giustificazione assume nella Scrittura maggiore importanza di quella dell’adozione, ma si tratta della medesima realtà. Esse si realizzano nello stesso tempo e non possono essere separate. La persona che viene giustificata è al tempo stesso adottata nella famiglia di Dio, e coloro che vengono adottati sono pure giustificati. Il Battesimo suggella e certifica la giustificazione e l’adozione del credente.

La realtà dell’adozione è pure particolarmente sentita dal cristiano che di essa fa un’intensa esperienza soggettiva. L’apostolo Paolo, difatti, scrive. “E, perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori, che grida: «Abbà, Padre»“ (Galati 4:6); “E voi non avete ricevuto uno spirito di servitù per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di adozione, mediante il quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Lo Spirito stesso attesta insieme con il nostro spirito che siamo figli di Dio” (Romani 8:15-16).

L'adozione comporta diverse speciali benedizioni: (1) Un rapporto speciale ed intimo con Dio in quanto Suoi figli. Il cristiano è consapevole della presenza di Dio che sempre lo accompagna ed intrattiene con Lui un intenso dialogo. (2) Lo Spirito Santo viene a dimorare nel suo cuore, è qualcosa che “si sente”. (3) Il diritto ad essere legittimamente titolari di tutte le promesse di Dio nella vita presente. (4) il titolo alla gloria eterna come coeredi di Cristo.

L’adozione in Cristo Gesù non è qualcosa che il cristiano possa giammai perdere. Può senz’altro perderne la viva consapevolezza quando cade in peccato contristando così lo Spirito Santo che dimora in lui. Infatti ci vien detto: “Non rattristate lo Spirito Santo di Dio con il quale siete stati suggellati per il giorno della redenzione” (Efesini 4:30). Questa questione è discussa più ampiamente nella D/R 81 del Catechismo. L'adozione non può essere perduta, ma il suo godimento può esserne per un po' di tempo pregiudicato.

Da rilevare, infine, come essere parte della famiglia di Dio come Suoi figli adottivi comporti da parte nostra dei doveri. Dice la Scrittura: “Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo che non è per voi; infatti che rapporto c'è tra la giustizia e l'iniquità? O quale comunione tra la luce e le tenebre? E quale accordo fra Cristo e Beliar? O quale relazione c'è tra il fedele e l'infedele? E che armonia c'è fra il tempio di Dio e gli idoli? Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come disse Dio: «Abiterò e camminerò in mezzo a loro, sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Perciò, uscite di mezzo a loro e separatevene, dice il Signore, e non toccate nulla d'impuro; e io vi accoglierò. E sarò per voi come un padre e voi sarete come figli e figlie», dice il Signore onnipotente” (2 Corinzi 6:14-18).

La dottrina dell’adozione oggi spesso è ignorata oppure equivocata quando si sente comunemente dire che “siamo tutti figli di Dio”. No, questo non è vero o comunque non è quello che dichiarano le Sacre Scritture. Nel quadro concettuale delle Scritture “essere figli” di qualcuno significa avere con quel qualcuno un rapporto particolare, non solo dal punto di visto della generazione, ma anche condividerne la natura spirituale e morale. Tant’è vero che una volta Gesù aveva detto ai leader religiosi del Suo tempo che Lo avversavano: “Voi siete figli del diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c'è verità in lui. Quando dice il falso, parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre della menzogna” (Giovanni 8:44). Lo stesso si potrebbe dire dell’umanità decaduta nel peccato che, così com’è, non può certo definirsi “figlia” di Dio, perché di fatto la sua “somiglianza” e rapporti hanno sicuramente per referente l’avversario di Dio. “Una volta” forse si poteva dire che l’umanità fosse “figlia” di Dio, essendo stata creata a Sua immagine somiglianza, ma tale condizione è stata ampiamente rinnegata e la sua fedeltà giurata a ben altri che Dio. Oltre tutto, se fosse vero che “siamo tutti figli di Dio” non avrebbe alcun senso quanto la Scrittura dice al riguardo dell’adozione.

Ulteriori testi biblici e le altre D/R a questo indirizzo.

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