sabato 23 marzo 2013

Dovremmo ritornare a sottometterci al papa di Roma?

Ho recentemente avuto da discutere con un cattolico romano che in questi ultimi giorni ha pubblicato la citazione: "Chi non è obbediente al papa se ne va all'inferno" (Padre Pio). Al che io ho risposto: "...che ridicola sciocchezza! Seguite quel che dice la parola di Dio e non avrete bisogno di questi ingannati ingannatori." 

Dopo aver io cercato sommariamente di contestare le pretese del Cattolicesimo romano, il mio interlocutore osserva:  "Pastore Paolo E. Castellina io credo siano inutili questo tipo di discorsi: questo non convincerà il miliardo è passa di cattolici che ci sono nel mondo... come d'altra parte le chiese riformate continuano sulla loro strada incuranti di documenti del magistero e mani tese per il dialogo (tranne i luterani e anglicani con i quali qualche risultato si è ottenuto). Non possiamo semplicemente essere fratelli in Cristo?".

Affermare che le chiese riformate "si ostinano" a seguire la loro posizione "incuranti" del magistero cattolico-romano, lo considero il più bel complimento che si potesse loro fare, perché la loro "ostinazione" ha a che fare con la sostanza dell'Evangelo, così com'è stato riscoperto dalla Riforma e contro il quale il Cattolicesimo  continua a lanciare i suoi anatemi e moderni sofismi che comunque lo ridefiniscono, tanto da mettere seriamente in questione che noi di fatto si sia "fratelli in Cristo".

A questo riguardo credo che sia pertinente quanto pubblicato recentemente da un blog di un pastore mio amico che scrive:
La comunione cattolica-romana ha installato il suo nuovo papa Francesco. Vi sono stati anche un certo numero di valutazioni positive anche da parte di popolari esponenti evangelicali come Rick Warren, Louis Palau e altri. Forse che, però, il cattolicesimo romano ha cambiato o verosimilmente cambierà la sua condanna dell'Evangelo, così com'è stato riaffermato dalla Riforma protestante? Forse che il Cattolicesimo romano cancellerà i suoi numerosi anatemi pronunciati su ogni cristiano che crede nella giustificazione per sola fede nel solo Cristo? La risposta è un chiaro No.

Come dovremmo rapportarci con il cattolicesimo romano? Visto che c'è questo Francesco, dovremmo ritormare a Roma a baciargli l'anello (che ora non è più d'oro ma d'argento)? Dovremmo abbandonare l'Evangelo chiaramente comunicato dalla Scrittura e come definito dalla Riforma alla luce di questa nuova epoca di tolleranza religiosa? Dovremmo sottometterci al papa di Roma considerando che ha cessato o cesserà di insegnare che non vi sia salvezza al di fuori del cattolicesimo romano e della sottomissione al Pontefice? 
La nostra posizione può essere riassunta dalle parole del dott. R. C. Sproul: "Dobbiamo rammentarci che non siamo stati noi ad anatematizzare Roma, ma che è stata Roma ad anatematizzare l'Evangelo e quindi ad anatematizzare sé stessa. La questione non è nemmeno realmente la condanna dei protestanti (quelle ferite sono facili da guarire) ma l'anatema contro l'Evangelo. Gli evangelici che rimangono autentici testimoni della sola grazia attraverso la sola fede, quindi, sono loro che portano avanti l'autentica fede cattolica".

1 commento:

  1. Dovremmo ritornare a sottometterci al papa di Roma?

    No, perché anche se papa Francesco ha dimostrato di essere un papa "diverso", come è ben scritto nell'articolo, l'impianto religioso e dottrinale rimane il medesimo.
    Quindi non ci sottometteremo al papa, ne lo chiameremo "Padre", poiché è scritto:

    MATTEO 23:8-11
    8 Ma voi non vi fate chiamare “Rabbì”; perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. 9 NON CHIAMATE NESSUNO SULLA TERRA VOSTRO PADRE, perché UNO SOLO è il Padre vostro, quello che è nei cieli.
    10 Non vi fate chiamare guide, perché una sola è la vostra guida, il Cristo; 11 ma il maggiore tra di voi sia vostro servitore.

    Inoltre (cosa ancor più blasfema), non lo chiamaremo "Santo" (Padre), poiché solo Dio, il Figlio e lo Spirito sono Santi.


    Un saluto.

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