sabato 16 novembre 2013

L'uso degli imperativi nella Scrittura

Non è inconsueto sentire predicazioni ed insegnamenti che fanno un uso improprio degli imperativi (comandi) delle Sacre Scritture per dimostrare che l'uomo possieda libero arbitrio. Dicono: "Dio sarebbe ingiusto se ci comandasse di fare qualcosa che noi non siamo in grado di fare. Se ce lo comanda è perché lo possiamo fare, se non non ce lo comanderebbe".

Le cose, però, non sono così semplici. Certo, la Legge morale alla quale Dio ha sottoposto l'umanità non è mai stata abrogata, né moderata. Abbiamo il preciso dovere di ubbidirvi negli esatti termini in cui Egli ce l'ha data; saremo sottoposti ad un inappellabile giudizio e, se non saremo trovati di aver vissuto in modo ad essa perfettamente conforme, così com'è nostro dovere e responsabilità, saremo condannati nei termini da essa stabiliti, né più né meno. Qualunque protesta o giustificazione sarà del tutto inutile.

Benché i nostri doveri verso Dio rimangano inalterati, il fatto è che il peccato ha talmente intaccato la nostra volontà e capacità di ubbidirvi che nessuno è in condizione di poterlo effettivamente fare. La nostra volontà e sentimenti sono asserviti a ciò che è male. Non possiamo non peccare e quindi, alla sbarra giudizio di Dio saremo condannati, senza alcuna giustificazione o sconto sulla pena. Siamo e rimaniamo inesorabilmente condannati.

A che servono i allora i reiterati comandi della Legge morale di Dio se non abbiamo alcuna intenzione né capacità di ubbidire ad essi? Esattamente a rivelare il nostro peccato ed incapacità, non a rivelare la nostra capacità. Lo afferma l'apostolo Paolo: "Or noi sappiamo che tutto quel che la legge dice, lo dice a quelli che sono sotto la legge, affinché sia chiusa ogni bocca e tutto il mondo sia riconosciuto colpevole di fronte a Dio; perché mediante le opere della legge nessuno sarà giustificato davanti a lui; infatti la legge dà soltanto la conoscenza del peccato" (Romani 3:19-20).

Perché Dio continua, allora, a comandarci ubbidienza alla Sua Legge? Perché, di fronte alla santità di Dio, essa palesemente ci dimostra la nostra bancarotta morale ed impotenza e vuole condurci a disperare di noi stessi.

Sadismo? No, perché è proprio a questo punto che Dio ci mostra la via d'uscita da questo vicolo cieco, da questo nostro dilemma. Diventando noi profondamente e dolorosamente consapevoli della nostra incapacità a soddisfare ciò che la Legge di Dio esige per la nostra salvezza, riconoscendoci giustamente colpevoli e condannati, disperando del tutto di noi stessi, non possiamo fare altro che invocare con tutto noi stessi quella Grazia che Dio ci ha provveduto nell'opera del Gesù Cristo e che l'Evangelo ci presenta.

E' il Salvatore Gesù Cristo l'unico che ci può liberare dalla nostra disperata situazione, perché Egli ci offre la Sua ubbidienza (la Sua soddisfazione alla Legge) affinché diventi la nostra. Non solo, ma Egli ci offre di essere sollevati dalla pena che noi meritiamo a causa dei nostri peccati, perché Egli l'ha espiata al nostro posto, morendo sulla croce come efficace sacrificio di espiazione.

Non tentare allora di giustificarti davanti a Dio per le tue inadempienze. E' affidandoti al Salvatore Gesù Cristo che sarai giustificato "...ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù" (Romani 3:24); "Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore" (Romani 5:1); "...essendo ora giustificati per il suo sangue, saremo per mezzo di lui salvati dall'ira" che meritiamo (Romani 5:9).

Siamo peccatori condannati, ma questa condizione può essere risolta com'era stata risolta per quegli uomini e quelle donne a cui l'Apostolo scrive: "...siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio" (1 Corinzi 6:11).

La Legge di Dio è implacabile, ma: "sappiamo che l'uomo non è giustificato per le opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Cristo Gesù, e abbiamo anche noi creduto in Cristo Gesù per essere giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della legge; perché dalle opere della legge nessuno sarà giustificato" (Galati 2:16).

A che serve allora la Legge di Dio? Prima di tutto a manifestare la nostra inappellabile condanna ed a portarci a Cristo, secondo i termini dell'Evangelo che ora ti è annunziato.

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