giovedì 2 agosto 2012

Questo mondo non è "normale" (Il peccato, 2).

"In quale condizione la Caduta ha trascinato l'umanità? R. La Caduta ha trascinato l'umanità nella condizione di peccato e di miseria" (Catechismo Maggiore di Westminster, D/R 23).
La concezione del mondo che oggi prevale - e che ci inculcano in ogni dove - è che non esisterebbe altra realtà che questa realtà e che quanto esiste sarebbe il risultato dell’evoluzione da una condizione "primitiva" ad una condizione sempre più avanzata. "Normale" sarebbe perciò l’esistente, o meglio "la media" dell’esistente, eventualmente modificabile per renderlo "migliore" minimizzandone gli svantaggi e massimizzandone i vantaggi, quelli che tali sono ritenuti dalla società in base a criteri di convenienza apparente. Malattia, decadenza psicofisica e morte sarebbero altresì inevitabili "fenomeni naturali" inerenti all’ordine stesso delle cose, da combattere certo, ma in ultima istanza da accettare. Oggi ci raccomandano: "Mettiti il cuore in pace". Il cristiano, però, "non si mette il cuore in pace", almeno in questo modo!

La concezione biblica del mondo e della vita, però, capovolge completamente quella oggi prevalente. Essa insegna che all'origine, quando Dio creò il mondo e la creatura umana, essa era molto diversa dalla condizione attuale, era armoniosa, perfetta, vale a dire totalmente conforme alla volontà di Dio. Con la caduta nel peccato, però, l'umanità e il mondo intero si è avviata lungo una parabola discendente di decadenza e corruzione. Ogni cosa (e quindi la creatura umana), separandosi dalla comunione con Dio, fonte di vita e di ordinata armonia, ed infrangendo le Sue leggi, è caduta in uno stato di squilibrio e disfunzione sempre maggiore, si corrompe, decade e muore. Pur essendoci, per grazia provvidenziale di Dio, nell'ambito dell'umanità, in maggior o minor grado, uno sviluppo tecnologico e culturale, l'essere umano rimane moralmente e spiritualmente corrotto. In un contesto come questo, nessun progetto umano o sviluppo è stato e sarà mai in grado di alterare questa sua condizione, cosa indubbiamente frustrante per le ambizioni umane.

Nella teologia cristiana, la condizione dell'umanità precedente alla Caduta è chiamata in due modi: (1) condizione di innocenza; (2) condizione di giustizia originaria. La condizione attuale conseguente alla caduta, è chiamata "condizione di peccato e di miseria", di colpevolezza e di condanna. Si parla, perciò, di radicale depravazione congenita di tutte le creature umane discendenti per generazione ordinaria da Adamo ed Eva (che considera figure storiche reali, checché ne dica l'ideologia moderna).

Il Catechismo descrive la nostra condizione in primo luogo di peccato e poi di miseria. Questa disposizione dei termini non è casuale perché prima è venuto il peccato e poi la miseria come conseguenza del peccato. Il peccato è la causa della miseria; la miseria è l'effetto del peccato. La cosa è rilevante, perché generalmente l'umanità è molto interessata a trovare modi per vincere la miseria e le sofferenze, ma molto poco del peccato che ne sta alla base. Di fatto, il peccato è spesso minimizzato, malinteso, ignorato o negato. Non di rado persino molti cristiani sono interessati alla miseria della loro condizione più di quanto lo siano del loro peccato.

Oggi, infatti, tutti cercano di trovare modi per alleviare le sofferenze dell'umanità senza provvedere una via per la liberazione dal peccato che sta alla radice di tali sofferenze, attraverso la riconciliazione con Dio. Qualsiasi piano di miglioramento e di riforma che non sia fondato sulla redenzione dal peccato attraverso Gesù Cristo, è destinato inevitabilmente al fallimento, perché Dio ha disposto che la salvezza del genere umano avvenga solo tramite la Persona e l'opera del Suo Figlio Gesù Cristo applicata al cuore dell'individuo. L'umanità, attraverso lo sviluppo della medicina, della tecnologia, o qualsiasi progetto sociale o politico, può solo alleviare le sofferenze trattandone i sintomi, allontanare per un poco l'inevitabile decadenza e morte, ma questo non curerà mai il problema che ne sta alla base.

Ecco così come la moderna prospettiva scientifica considera l'essere umano come esiste oggi come normale e decide che cosa sua normale in tutto ciò che affronta, sia dal punto di vista fisico che psicologico prendendo la media degli esseri umani contemporanei. La salute normale, l'intelligenza normale, la crescita normale ecc. sono tutte determinate in questo modo. Questo atteggiamento di considerare la media dell'umanità attuale come "normale", però, è contrario a quanto la Bibbia insegna sull'umanità in quanto decaduta in una condizione di peccato e di miseria. Secondo la Bibbia, l'essere umano era normale nella sua condizione primigenia, così com'era stato creato da Dio. Essendo caduto, però, nel peccato, l'essere umano è diventato anormale, vale a dire divergente da come Dio l'aveva creato.

Questa concezione influisce su tutto il modo cristiano di vedere le cose. Si prenda, per esempio, un argomento oggi molto di attualità, quello dell'omosessualità. Il mondo moderno vorrebbe che l'omosessualità (essendo indubbiamente una realtà), fosse considerata normale e quindi cosa da accettare così com'è. La si intende, cioè, "normalizzare" considerandola una "preferenza sessuale" di persone che "sono fatte così" e che vanno accettate e onorate come chiunque altro, senza pretendere di cambiarle. Il cristiano, però, almeno quello coerente con l'insegnamento biblico, considera l'omosessualità come anormalità, una corruzione ed una perversione della sessualità come Dio l'ha intesa fin dall'inizio, una degenerazione, un degrado, come tante altre degenerazioni e degradi presenti in altri campi. La norma di riferimento non è la situazione attuale, ma la volontà rivelata di Dio. L'omosessualità è una disfunzione fra le tante altre disfunzioni causate dalla Caduta, dal peccato. L'omosessualità, così, non può e non deve essere accettata come "normale" o tanto meno va "benedetta", così come la chiesa cristiana non può benedire altre manifestazioni di ciò che la Parola di Dio considera peccato. L'individuo che ne è affetto, quando accoglie l'Evangelo di Gesù Cristo, attraverso il ravvedimento e la fede in Lui, si incammina per una via di salvezza anche dall'omosessualità. L'Evangelo, perciò, che salva dal peccato e dalle sue conseguenze, salva anche dalla omosessualità. Essa, lungi dall'essere considerata normale, come ogni altra disfunzione causata dal peccato, va combattuta attraverso terapie appropriate. Certo, come ogni altra conseguenza del peccato, non è detto che possa essere del tutto debellata nel tempo presente. Si lavora per debellarla, e sarà del tutto debellata nel nuovo cielo e nella nuova terra, dove, secondo le promesse di Dio, scomparirà tutto ciò che non è conforme con la Sua volontà.

In questo mondo, perciò, per il cristiano, tutto è "anormale" e corrotto ma, grazie a Dio, il cristiano è salvato per grazia in Gesù Cristo e si incammina in un processo di santificazione combattendo, impegnansosi, con la forza che gli dà lo Spirito Santo, contro tutto ciò che in lui non è conforme alla volontà rivelata di Dio.
Segui le domande e le risposte pubblicate e commentate del Catechismo Maggiore di Westminster a questo indirizzo.

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