martedì 18 settembre 2012

Istituzione o movimento? (la chiesa, 2)

62. D. Che cos’è la chiesa visibile?
R. La chiesa visibile è un’entità sociale composta da tutti coloro che in ogni età e luogo del mondo professano la vera religione, insieme ai loro figli. [Catechismo Maggiore di Westminster, D/R 62].
Soprattutto nella nostra società, influenzata culturalmente dal Cattolicesimo romano, per "chiesa" si intende generalmente a volte l'edificio del culto cristiano, più spesso la potente istituzione clericale con sede a Roma, ma con succursali in ogni angolo del mondo, che pretende di rappresentare e gestire in esclusiva la fede cristiana. Con essa si identifica soprattutto il suo clero, organizzato in modo gerarchico, che esercita (benché oggi sempre di meno) una potente influenza su gran parte della popolazione e sulla politica degli stati.

La concezione riformata di chiesa smantella del tutto questa secolare e mostruosa struttura con le sue pretese, per ricuperare la concezione di chiesa come viene presentata e vissuta nel Nuovo Testamento. Qui, infatti, troviamo come la chiesa, secondo l'insegnamento del Signore e Salvatore Gesù Cristo trasmessoci dai Suoi apostoli, sia essenzialmente una realtà spirituale formata da coloro che Dio ha eletto a salvezza e che, in ogni tempo e paese, ha portato al ravvedimento ed alla fede in Lui. Seguendolo sull'arduo cammino della croce, essi sono chiamati ad essere testimoni nel mondo dei Suoi valori e del Suo stile di vita, così come Egli insegna nella Sua Parola scritta. Questa chiesa è definita in teologia, come abbiamo visto nella domanda precedente del nostro catechismo, la "chiesa invisibile".

Questa chiesa spirituale, però, non è destinata ad essere una realtà eterea vaga e sfuggente, ma prende forma in quella che è chiamata la "chiesa visibile", vale a dire in precise entità sociali e storiche dalle caratteristiche loro proprie, che si distinguono chiaramente da altri raggruppamenti sociali che si propongono finalità diverse. Finalità della "chiesa visibile" è, infatti, la gestione di quella che il catechismo chiama "la vera religione", vale a dire tutto ciò che si è proposto di compiere in questo mondo il Signore e Salvatore Gesù Cristo e che ruota attorno Lui, in continuità con l’Antico Testamento.

La "chiesa visibile", secondo il Nuovo Testamento, è essenzialmente una "struttura leggera", più simile ad un movimento che ad un'istituzione vera e propria, dalle caratteristiche flessibili, variegate e "provvisorie". Benché preveda criteri per farne parte e sia dotata di una disciplina interna, la "chiesa visibile" è fatta necessariamente di aggregati sociali "ambigui" dove credenti autentici con le loro famiglie, vivono accanto ad altre persone che vi aderiscono non tanto per un loro preciso impegno di seguire Cristo ma per motivi diversi, non tutti necessariamente reprensibili ma non quelli che dovrebbero essere i principali. La chiesa locale pure comprende, così, familiari dei credenti, simpatizzanti e persone le cui motivazioni per farne parte sono spesso spurie, di carattere sociologico o non sincere.

Fanno parte della "chiesa visibile" anche i figli dei credenti che, ricevendo il segno neotestamentario dell'inclusione nel Patto, vale a dire il Battesimo, sono oggetto di speciali benedizioni e promesse da parte di Dio. Essi saranno chiamati, a tempo debito, dopo essere stati educati nella fede cristiana, a professare la loro fede confermando le promesse ricevute. L'inclusione nella chiesa dei figli dei credenti si pone in continuità con la chiesa dell'Antico Testamento ed in contrapposizione all'individualismo esasperato dei movimenti battisti.

Nonostante, però, la pluralità e diversità delle sue forme storiche, sia in presenza che in assenza di organismi di coordinamento, la "chiesa visibile" è essenzialmente una, perché, come dice la Scrittura: "Vi è un corpo solo e un solo Spirito, come pure siete stati chiamati a una sola speranza, quella della vostra vocazione. V'è un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo, un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, fra tutti e in tutti" (Efesini 4:3-5). Di questa chiesa le sue forme storiche denominazionali e manifestazioni locali ne costituiscono i suoi svariati rami.

Come la realtà terrena della chiesa è sostanzialmente "ambigua" perché non consiste soltanto di autentici credenti, la chiesa visibile non consiste di un’unica organizzazione ma comporta una pluralità di espressioni storiche e locali. Così come le forzature di coloro che pretendono di creare una chiesa composta soltanto di autentici credenti creano più problemi di quanto intendano risolvere, così le forzature di coloro che vorrebbero dotare la chiesa visibile di un’unica organizzazione (a volte sotto un regime autoritario, altre volte più o meno democratico), non portano da nessuna parte.

Di fatto, nessun singolo raggruppamento o denominazione può pretendere di essere la vera chiesa visibile. Ogni raggruppamento (e singola comunità), fedele alla verità dell’Evangelo secondo la Parola di Dio, può essere considerato solo un ramo o una parte della chiesa visibile. Quando un qualsiasi raggruppamento pretende di essere la vera chiesa visibile, questo implica necessariamente che gli altri siano falsi o, dalla sua prospettiva, "imperfetti". Una tale pretesa è presuntuosa e peccaminosa. Dovremmo sempre renderci conto che la vera chiesa visibile è sempre più grande che ciascun raggruppamento. Per quanto noi crediamo che la nostra denominazione renda, rispetto ad altre, una testimonianza più coerente (il che è l’unica ragione appropriata per la quale dovremmo esserne membri), noi dovremmo liberamente riconoscere che la chiesa visibile include molti rami che esprimono e promuovono l’Evangelo con un grado più o meno grande di coerenza.

A questo riguardo, la confessione di fede di Westminster afferma:
"Questa chiesa cattolica [universale] è stata a volte più, a volte meno, visibi­le e le chiese particolari, membri di essa, sono più o meno pure a seconda della misura in cui la dottrina dell'Evangelo viene insegnato ed abbracciato, le ordinanze amministrate ed il culto pubblico celebrato con più o meno purez­za. Le chiese più pure sotto il cielo sono soggette a contaminazione e ad errore; alcune sono degenerate al punto da non essere più chiese di Cristo, ma sinagoghe di Satana. Ciononostante vi sarà sempre sulla terra una chiesa per rendere culto a Dio secondo la sua vo­lontà" (Confessione di fede di Westminster, 25:4-5).

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